Pose 2x02, "Worth It": la recensione
Nel secondo episodio di questa stagione, Pose esalta Blanca come madre, come eventuale imprenditrice e come simbolo di rivalsa di una comunità reietta
Nel panorama televisivo attuale, solo Pose riesce a offrire allo spettatore una scena come questa. Solo in Pose possiamo assistere a un dialogo come quello tra Angel e Blanca, in cui quest'ultima ricorda alla figlioccia cosa voglia dire essere cacciata dai negozi d'abbigliamento perché riconosciuta come trans. Non siamo di fronte a una serie con personaggi transessuali che operano in funzione di una storia eteronormativa. Questi personaggi sono il fulcro della narrazione, sono il cuore pulsante della trama, e sono qui al centro di una scena ben scritta tra due donne trans di colore. Non c'è nessun altro nella stanza. È un momento speciale, che sottolinea le differenze tra Angel e Blanca, le sfumature di privilegio che esistono all'interno delle loro identità. Le loro esperienze sono diverse, e tra i meriti di Pose emerge la capacità di differenziare i propri protagonisti in modo del tutto naturale.
Il punto più debole dell'episodio grava però tutto sulle spalle di Ricky (Dyllón Burnside) e Damon (Ryan Jamaal Swain), il cui ricongiungimento coincide con una drammatica rottura. L'ombra del tradimento aleggia sul capo di Ricky, presunto adultero, e Damon si arrovella roso dal dubbio. Le premesse lascerebbero presagire un chiarimento su questo fronte, ma la serie non sembra volerci mai dare un motivo valido per pensare che Ricky stia mentendo. Alla fine dei giochi, Damon finisce per rompere col fidanzato per motivi ben diversi da quelli legati a un eventuale adulterio: confessa di sentire il bisogno di amarsi prima di amare chiunque altro; è troppo giovane per essere totalmente assorbito da una relazione. Solo in ultima analisi, pensa che Ricky l'abbia davvero tradito. Le prime due ragioni sono decisamente avvincenti e un'ottima premessa per l'evoluzione di Damon, ma l'approdo è goffo e incoerente. In aggiunta, lasciare a mezz'aria lo spettro del tradimento sembra del tutto immotivato, oltre che superfluo ai fini della storia che Pose sta costruendo.
Uno dei punti di forza della serie è il modo in cui fa assurgere Blanca, una donna transessuale di colore sieropositiva, a eroe della propria storia senza mai scivolare nel patetismo di maniera. Tremiamo nel vederla sancire un accordo con Frederica senza firmare alcun contratto, affidando il tutto a una stretta di mano; è, ancora una volta, la manifestazione coerente del candore della nostra protagonista. L'entusiasmo di Blanca la porta fin troppo spesso a perdere di vista il cinismo del mondo, a dispetto delle tremende esperienze vissute in passato: Pray Tell (Billy Porter) si fa nuovamente grillo parlante per cercare di riportarla alla realtà, suggerendole come non possa venire nulla di buono da un accordo non scritto con una snob caucasica sprezzante nei confronti della comunità lgbt.
Le preoccupazioni di Pray si dimostrano presto fondate: non appena scopre l'identità anagrafica di Blanca, Frederica provvede a mandare suo figlio a minacciare l'affittuaria. Ma la storia non può certo finire così: Blanca non lascia che i suoi sogni vengano demoliti tanto facilmente, e decide di combattere. Non solo per se stessa, non solo per la sua famiglia, ma per tutta quella porzione di umanità reietta e respinta, costretta a rubare vestiti nei negozi per non essere cacciata dai camerini. Il fatto che l'episodio si concluda con Pray Tell che celebra il coraggio dell'amica nella sala da ballo, congratulandosi per il suo radioso inizio come imprenditrice, sottolinea le priorità drammaturgiche di Pose. È una serie che sostiene e lotta con i propri personaggi: vuole lasciarli vivere, lavorare e posare, come la voce di Pray Tell ci ricorda all'inizio di ogni puntata.