Pokémon Scarlatto: Il Disco Indaco, la recensione
Con Il Disco Indaco ed epilogo, l'avventura a Paldea dei Pokémon trova (apparentemente) una conclusione, ne sarà valsa la pena?
Pokémon Scarlatto e Violetto hanno chiuso il 2023 con l'arrivo sugli store digitali del secondo DLC: Il Disco Indaco. Nonostante promettesse di chiudere le avventure a Paldea iniziate un anno prima, Il Disco Indaco non propone un vero e proprio finale, che è stato invece pubblicato la scorsa settimana sotto-forma di epilogo gratuito. Abbiamo quindi optato per ritardare questa recensione, in modo da poter analizzare in toto tutto ciò che ci riserva questo secondo DLC.
Tutto era stato preannunciato con un ottimo trailer, pubblicato una settimana prima dell'uscita, dove veniva fatto intuire quanto ci saremmo spinti a fondo nella trama ancora irrisolta dei cristalli e dell'Area Zero. Il Disco Indaco sorprende, nel bene e nel male, rivelandosi pian piano come una cartolina d'addio per la regione di nona generazione. È l'atteso momento della redenzione?
Il Disco Indaco: bentornati a Unima!
Il Disco Indaco prosegue, e conclude, tutte le trame rimaste ancora in sospeso nella regione di Paldea. Dopo gli eventi di Nordivia, il nostro avatar è stato notato dall'accademia Mirtillo, e ci viene offerto un Erasmus nella regione di Unima. Anche se il sogno sarebbe stato visitare una città vera e propria della fin mai troppo lodata regione di quinta generazione, verremo invece accompagnati all'istituto Mirtillo, situato in mezzo all'oceano, là dove anche il Bioterrarium può stare indisturbato. Il Bioterrarium è un'enorme struttura circolare che, sfruttando il potere intrinseco dei cristalli di Paldea, permette di ricreare quattro ambienti reali, in cui i Pokémon vivono liberi e indisturbati.
In quanto amici di Riben, ci viene concessa la possibilità di partecipare alla Lega Mirtillo, così da poterlo affrontare e farlo tornare spensierato come un tempo. È ovviamente un pretesto per farci esplorare il Bioterrarium e le sue quattro zone, ampliando ulteriormente il Pokédex con circa 230 mostriciattoli tra cui, anche questa volta, una decina di inediti.
Ogni Super Quattro ha la sua prova, così come successo a Paldea, e anche questa volta ci troviamo di fronte a eventi più o meno riusciti. Fa eccezione Aris, campione di tipo drago, che per essere affrontato richiederà una squadra interamente catturata nel Bioterrarium. Questa trovata sarebbe stata l'ideale per bilanciare la difficoltà dell'intero DLC che, se affrontato con una squadra che ha già completato il resto del gioco, risulta facile quanto una passeggiata in un parco.
Il mistero di Callugaris
Una volta conclusa la trama principale della Lega Mirtillo, sarà il momento di tornare nell'Area Zero e scoprirne l'ultimo grande segreto. Se dal lato della lore di Paldea e dei cristalli mi ritengo abbastanza soddisfatto, non ho trovato abbastanza convincente il "finale" di Riben e Rubra, che verranno salvati in corner (più o meno) con l'epilogo. Nemmeno la battaglia finale dell'Area Zero riesce a impensierire un giocatore che ha già affrontato l'avventura Paldeiana, riducendo al minimo strategie e quant'altro.
Ambientato apparentemente un paio di mesi dopo gli eventi de La Maschera Turchese, Il Disco Indaco può essere affrontato solamente se avete completato il gioco originale e, per l'appunto, gli eventi di Nordivia. Se il primo DLC infatti permetteva di venir affrontato anche dai nuovi giocatori, questa seconda parte si concentra anche leggermente di più sulle capacità competitive. Gli scontri saranno quasi sempre in doppio, sebbene inspiegabilmente molti allenatori avranno un numero dispari di mostriciattoli. Sebbene l'IA provi a utilizzare qualche strategia base del competitivo, un team ben allenato non avrà alcun problema a giungere in fondo agli scontri.
Per onestà intellettuale va detto che Il Disco Indaco è ricco di attività extra. Sono quasi tutte basate sui Punti Mirtillo (che vedremo tra poco), ma avvolgono l'intera Paldea oltre che le nuove zone. Aggiungete quindi almeno una ventina d'ore di gameplay per riuscire a completare tutto al cento per cento, Pokédex compreso.
Luci e Ombre della Ricreattività
Messa da parte la trama principale, è giunto il momento di affrontare l'elefante nella stanza: la Ricreattività. Una delle attività principali dell'Istituto Mirtillo infatti è legato al raccoglimento dei Punti Mirtillo, un sistema di graduatoria interno al Bioterrarium che premierà il giocatore a seconda delle azioni compiute. Le azioni sono le più varie: dallo sconfiggere Pokémon a creare MT, un impegno costante e purtroppo obbligatorio per proseguire.
Si tratta per lo più di attività spicciole, realizzabili in pochi secondi. Allo stesso tempo, hanno il sapore di sfide quotidiane da free to play, messe solamente per annacquare il contenuto. Attività che spesso sprecano materiali (come la creazione di MT) per cose che non servono e che verranno poi cestinate dopo aver preso i rispettivi punti.
Per farsi un'idea dell'esborso economico, basti pensare che lo sblocco degli starter, citato all'inizio della recensione, è vincolato dietro quattro upgrade del Bioterrarium da 3000 Punti Mirtillo l'uno.
Devo ammettere che alcune delle conseguenze di queste "richieste" mi hanno lasciato interdetto. Ci verrà chiesto di fare una foto ai Pokémon selvatici, occupando spazio nella memoria di Nintendo Switch. Oppure dovremo catturare mostriciattoli casuali, occupando spazio nei Box, che ovviamente non sono stati aumentati per favorire gli abbonamenti a Pokémon Home.
Tra Punti Mirtillo e nostalgia
Sempre grazie ai Punti Mirtillo, sarà possibile invitare tutti i personaggi della storia principale all'istituto. Re-incontrare i comprimari aggiungerà non solo particolari al background degli stessi ma ci permetterà anche di affrontare dei rematch e perfino di fare degli scambi speciali. Fortunatamente la cifra richiesta è molto più bassa, rendendo meno tediosa la raccolta. Peccato il tutto sia vincolato al Bioterrarium, e il gioco non permetta il guadagno di punti a Nordivia o a Paldea.
Anche nel caso della raccolta dei Punti Mirtillo però, non è tutto negativo. Affrontando le Ricreattività con amici in possesso del DLC, potrete sommare i vostri punti, raccogliendone migliaia in poco tempo. Completare attività di gruppo vi permetterà perfino di sbloccare 25 leggendari delle scorse generazioni, che vi aspetteranno nella mappa di Paldea.
Proprio per questi leggendari è stato fatto un lavoro di ri-arrangiamento delle colonne sonore. Ogni mostro ha il tema della sua regione, lasciando che sia la nostalgia a parlare durante lo scontro. Dal punto di vista delle musiche, Il Disco Indaco regala alcuni dei temi più riusciti di Nona Generazione, che si affiancano al meraviglioso tema dell'Area Zero.
Un epilogo tanto atteso
L'epilogo de Il Disco Indaco è stato pubblicato invece lo scorso 11 gennaio, tramite Dono Segreto. Tornati a Nordivia in compagnia degli amici di Paldea, il nostro avatar e Riben dovranno unire le forze contro un Pokémon in grado di incantare gli esseri umani. Un evento rapido e veloce atto a chiudere le ultime trame (e a svelare un paio di segreti)
Qualche giorno dopo l'uscita, l'epilogo è stato seguito da un trailer che dovrebbe raccontare eventi simili a quelli del gioco dedicati al nuovo Pokémon misterioso: Pecharunt. Invece si tratta di un racconto molto più convincente rispetto a quello del gioco, e decisamente più utile alla lore di Pecharunt. È una cosa che non mi spiego, perché nel primo DLC la storia di Ogerpon veniva narrata con dipinti celebrativi, mentre nel gioco succede tutt'altro e con decisamente meno d'impatto. L'ennesima beffa di questa Nona Generazione.
Nulla di nuovo sul fronte tecnico
Tecnicamente, Il Disco Indaco riesce (inspiegabilmente) a essere ancora peggio dei suoi predecessori. Sembra proprio una gara al ribasso, con tutte le aeree del Bioterrarium che scattano e coi Pokémon selvatici che appaiono tra le ruote del giocatore con il fastidioso effetto pop up a cui Paldea ci ha abituato. Questa volta non si salva nemmeno la regia dei combattimenti. La telecamera non è stata adattata al due contro due nel Bioterrarium (ma solo negli stadi) e il risultato sono inquadrature sconclusionate che, senza un filo logico, non mostrano nemmeno tutti i combattenti.
A questo si somma l'impossibilità di utilizzare repellenti, quindi l'ingresso in battaglia coi Pokémon selvatici che ci eravamo lasciati alle spalle a Nordivia torna qui più fastidioso di prima. Fortunatamente però, non ci sono casi di Pokémon dietro i muri, che resta una prerogativa dei giochi originali.
Ma l'aspetto più disastroso è sicuramente quello legato ai framerate. Basti pensare che il DLC non regge nemmeno il filmato prerenderizzato e che nessuna area del Bioterrarium è priva di scatti. Davvero vergognoso che in un anno e mezzo ci siano ancora problemi tecnici così gravi, per non parlare dei raid, che risultano tutt'oggi una tortura da giocare.
Arrivederci Paldea!
Con Il Disco Indaco e successivo epilogo, l'avventura a Paldea della Nona Generazione Pokémon trova (apparentemente) una conclusione. Una generazione che ha regalato ben poche soddisfazioni (se non per i mostriciattoli e per le vendite) e che si farà ricordare purtroppo solo per il disastroso impianto tecnico. E ora? Cosa c'è nel futuro di Game Freak e di The Pokémon Company?
Con l'avvicinarsi del Pokémon Day del 2024, la community inizia a domandarsi cosa succederà. Ci sarà finalmente l'anno di riposo, per ripartire poi nel 2025 con la Decima Generazione? Uscirà un altro inaspettato DLC per Paldea? Uno dei tanti vociferati remake? Trovo alquanto stupido pensare che (anche solo per marketing) questo inverno non ci sarà qualcosa di Pokémon. Progetto grande o piccolo che sia, la speranza è sempre la stessa. Che ci sia qualcuno a supportare lo sviluppo, perché anche se hanno venduto milioni di copie, un lancio come quello di Scarlatto e Violetto non è più ripetibile.
Per quanto riguarda invece questa coppia di DLC, è valido lo stesso discorso fatto a ottobre. Se vi siete divertiti a Paldea e volete portare a termine le ultime trame, o se siete giocatori del competitivo, avrete già spulciato a fondo Il Disco Indaco e le sue novità. Se siete ancora indecisi invece, forse è bene guardare altrove, lasciando Paldea in anticipo senza troppe difficoltà.