Pode, un cripitico puzzle game di coppia – Recensione

Una stella ed una roccia in un mondo rupestre: la recensione di Pode

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Che i titoli indipendenti siano perfetti su Nintendo Switch non è una novità, non è un caso che vendano di più delle versioni per altre console, in alcuni casi, e Pode, il puzzle game di Henchman & Goon rientra di diritto in questa categoria. L’idea di Pode è sfruttare il dualismo dei suoi due protagonisti per costruire, intorno ad essi, gli enigmi. Si può giocare da soli ovviamente, ma anche attivare la co-op locale in qualsiasi momento.

Pode racconta la storia di una stella cadente che, nel tentativo di ritornare a brillare in cielo, verrà aiutata da una piccola roccia. Bulder e Glo, questi i nomi delle due creature rispettivamente di roccia e di luce, dovranno affrontare una misteriosa e magica montagna, dando contemporaneamente vita a tutta la flora ed il mondo minerale intorno a loro, all’interno delle rovine che esploreranno.

Bulder è pesante, ha la capacità di interagire con le rocce facendole crescere, può ingoiare degli oggetti e interagire con gli interruttori che hanno bisogno di parecchio peso. Glo invece è leggero, può fluttuare per un po’ in aria e la luce che emana dà vita alle piante, le quali, talvolta, possono diventare delle piattaforme da sfruttare per raggiungere zone sopraelevate. Essendo pensato anche per il singolo giocatore, gli enigmi di Pode non puntano mai sul tempismo o sui riflessi, ma sono piuttosto i proverbiali rompicapi.

[caption id="attachment_186983" align="aligncenter" width="1278"]Pode screenshot Alcuni colpi d'occhio sono molto ispirati, complimenti agli artisti dello studio.[/caption]

Le caratteristiche di Bulder e Glo quindi vanno sfruttate in combinazione per poter affrontare le varie sezioni di gioco. Le abilità iniziali peraltro saranno potenziate, e con il tempo le opzioni diventano sempre più varie. Ad esempio Bulder può ingoiare Glo, permettergli di proiettare la sua luce come un fascio ed anche lanciarlo lontano. Allo stesso modo Glo potrà, ad esempio, teletrasportarsi con il tempo lasciando un segnalatore nelle vicinanze e, tra le varie cose, può portare con sé Bulder se è stato ingoiato.

"La progressione di Pode è molto lineare. Ogni elemento di gameplay aggiunge varietà alla risoluzione degli enigmi, e gli stessi diventano sempre più complessi e necessitano di più passaggi e manovre eclettiche"La progressione di Pode è molto lineare. Ogni elemento di gameplay aggiunge varietà alla risoluzione degli enigmi, e gli stessi diventano sempre più complessi e necessitano di più passaggi e manovre eclettiche. Contribuisce anche l’aspetto estetico che, seppure molto basilare, dà al titolo una impronta molto ermetica e minimale.

Mentre si esplorano gli ambienti Bulder e Glo interagiscono con gli stessi, le piante e rocce che crescono vanno a ravvivare le location, altrimenti molto grigie e spoglie. Una progressione visiva oltre che di gameplay in un certo senso, che insieme alla colonna sonora creano un’atmosfera rilassante ed una estetica che è ispirata al folklore norvegese. Peccato per alcuni rallentamenti molto vistosi nei momenti più generosi a livelli di contenuti a schermo, ma come detto Pode non è un titolo che ha bisogno di essere fluido per essere apprezzato.

[caption id="attachment_186982" align="aligncenter" width="1286"]Pode screenshot In questo caso bisogna alzare le quattro colonne, che contengono simboli, con una combinazione precisa. E, anche se non sembra, la soluzione è in "piena vista"[/caption]

Pode non racconta niente, non ci sono dialoghi né spiegazioni di alcun tipo riguardo gli enigmi. Per superare i puzzle sarà necessario a volte una buona dose di pensiero laterale perché, pur non essendo cervellotici, il modo con cui proseguire si fa sempre più complicato con l’avanzare del gioco.

Non mancano neanche momenti in cui l’ermetismo crea dei veri e propri momenti di blocco, soprattutto se non affronterete Pode in una serie di partite ravvicinate potreste dimenticare tutte le varie soluzioni di Bulder e Glo e rimanere fermi per molto tempo, quando magari bastava fare una cosa semplicissima. Un vero problema è la gestione della prospettiva non ottimale, che in alcune occasioni rende dei semplici salti una vera e propria scommessa che, le prime volte, finisce inevitabilmente con un salto nel vuoto.

Assimilate comunque tutte le poche asperità del titolo, Pode è un puzzle game davvero pregevole, dedicato soprattutto agli amanti del genere, e magari a chi ha qualcuno con cui condividere l’intera esperienza. Perché sebbene il titolo possa essere giocato in solitaria, è innegabile che l’esperienza in coppia fa il paio perfettamente con il tema della collaborazione su cui il titolo punta molto.

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