Plume, la recensione
Abbiamo recensito per voi Plume, raccolta di storie brevi realizzate da AkaB
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Diciotto storie per altrettanti viaggi nell’animo umano, le paure più profonde e le perversioni più nascoste, pervasi dal disagio interiore che da sempre contraddistingue l’arte e la poetica di AkaB. In un contrasto dalle tinte opache, sesso (Abbandon), amore (Are you lonesome tonight), malattia (L’ospite), violenza (Hate vs hate) e religione (Untitled, Il cristo di carne) diventano materia in cui scavare per lasciar emergere qualcosa di oscuro e macabro.
La metodicità del quotidiano mortifica l’esistenza, la nostra natura, portandoci a vivere come dei pesci rossi prigionieri (Aquarietto). L’unica via di fuga è una guerra, di cui però conosciamo già il drammatico epilogo (Zeta23), o la morte in grado di mettere tutto a tacere, sopire ogni affanno e liberarci dal fardello che portiamo (Apocalypse pending); oppure ancora il sesso, morboso e decadente palliativo che ci invita a fottere la morte (La webcam girl con il cancro). L'intento dell'autore non è lanciare un messaggio cinico e nichilista, ma, attraverso i suoi opposti, mettere in risalto il trionfo della vita.
Come i testi, anche l'aspetto artistico dell'opera segue percorsi similari, figli di una maturazione palese e del conseguente raggiungimento di una estetica personale. Il tratto diventa sintetico, minimale nel tratteggiare figure mostruose che portano in scena l’orrido spettacolo della vita.
Non mancano storie sperimentali in cui l’autore mette in mostra le sue grandi doti autoriali: Alfredino Vermicino, ad esempio, narra la tragedia di Alfredino Rampi e lo fa utilizzando un campo fisso e il bianco e il nero che, come il diaframma di un obiettivo, accompagnano ed evidenzia le fasi del dramma; oppure Aquarietto, una sequenza di fotogrammi in cui le immagini scandiscono il tempo e dettano il messaggio del racconto.
La natura antologica dell’opera, la disomogeneità di tematiche e dello stile trattato non inficiano il risultato finale, che offre un’esaustiva retrospettiva su un’artista originale e difficile da approcciare. Un plauso va alla casa editrice napoletana Douglas Edizioni, che coraggiosamente propone un volume rischioso ma di grande valore.
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