PK: Il Raggio Nero - Limited De Luxe Edition, la recensione
Abbiamo recensito per voi il terzo volume della collana Topolino Limited De Luxe Edition dedicato a PK: Il Raggio Nero
Lo sai come la penso in merito ai mantelli! Inutili orpelli di un passato che non tornerà più!
Riportati in scena tutti i protagonisti tra le pagine di Potere e Potenza e Gli argini del tempo, è ora di guardare avanti e introdurre nuove minacce e nuovi avversari per Paperinik. E di questo si occupa con successo Il Raggio Nero, che dopo aver esordito diviso in quattro parti - anzi, cinque, contando il prologo - sulle pagine di Topolino tra i numeri 3127 e 3131, è stata appena ristampata, per la prima volta in grande formato, e presentata in anteprima a Napoli COMICON 2016.
Segue quindi il fumetto e, come per i due che lo hanno preceduto, è inutile dire che il grande formato giova enormemente alle matite di Pastrovicchio e ai colori di Max Monteduro, che possono qui essere gustati al loro meglio.
Il Raggio Nero si imposta, da subito, come un sequel diretto di Potere e Potenza, più che de Gli argini del tempo, riprendendo la narrazione dal luogo su cui sorgeva la Ducklair Tower, sulla cui sparizione e sul cui reale destino si gioca praticamente l’intera storia. Ciò che però colpisce maggiormente, tra le prime tavole di questo nuovo episodio pikappico, è la volontà di mostrare le avventure del Papero Mascherato come più integrate nella quotidianità di Paperino. Se in PKNA e PK², infatti, era raro vedere famiglia e amici di Paperino, quasi fosse - parzialmente - un universo a parte, in Il Raggio Nero tanti indizi ci rivelano che non è così, su tutti la presenza - inedita in una storia di PK - di Rockerduck, oltre che di Zio Paperone.
Interessante è anche l’uso della gabbia: se ai tempi dello spillato eravamo abituati a un layout in stile americano, ben distante da quello classico a tre strisce in uso su Topolino, qui vediamo il passaggio da uno all’altro a seconda della situazione, passando dalla gabbia tradizionale per le sequenze paperopolesi a quella libera per le scene - soprattutto d’azione - ambientate nell’Universo Pentadimensionale di Everett Ducklair e con protagonista Paperinik.
Ed è proprio con la libertà della gabbia americana che Pastrovicchio può dare il meglio di sé, come nella potentissima doppia splash-page che utilizza per rivelarci il nuovo villain, Moldrock, un personaggio complesso e per nulla scontato, con una debolezza insita nella sua stessa forza e dalla fisicità esagerata ed estrema che caratterizza certe altre creazioni grafiche del disegnatore (come l’indimenticabile Trauma, disegnato per l’omonima sceneggiatura firmata da Tito Faraci su PKNA 10 del settembre 1997).
Artibani, inoltre, sfrutta il nuovo antagonista per riportare in scena alcuni elementi mutuati direttamente da PK², i cui personaggi e le cui storyline erano rimasti in ombra, favorendo comprensibilmente un recupero della prima, ormai leggendaria serie. Speriamo, ad ogni modo, che questo non sia che il primo di numerosi riferimenti, così da rendere giustizia al secondo ciclo pikappico, chiuso troppo presto, e alle domande rimaste senza risposta.
Ed è nel confronto finale tra l’eroe e la sua nuova nemesi che gli autori danno il loro meglio: Artibani riesce a rendere magnificamente un loquace e divertente Paperinik, tanto logorroico da infastidire il povero Omega, mentre Pastrovicchio ha l’opportunità di divertirsi a mostrarci uno scontro fra pesi massimi durante la lotta tra Moldrock e un Pikappa dotato di esoscheletro da battaglia.
Chiude il volume l’articolo finale, dedicato a Raksaka e Thala, i due gargoyle che da vent’anni sono a guardia della Ducklair Tower e di cui finalmente scopriamo qualcosa di più.
E ora? Beh, Il Raggio Nero termina mostrandoci Moldrock che è riuscito ad arrivare a Paperopoli. Quindi aspettiamoci di vederne delle belle!