Pitch Perfect 3, la recensione
Il terzo stanchissimo episodio della serie Pitch Perfect sbarca in costa azzurra senza la minima idea
Le Bella’s si sono sciolte, ognuna ha un lavoro insoddisfacente (anche se l’ultima volta ci avevano detto che Beca finalmente era entrata a lavorare per l’etichetta musicale come desiderava) e come in I Blues Brothers il richiamo della musica le rimette insieme per un tour a supporto delle truppe americane in Europa. Cioè in posti come la Spagna o la costa azzurra e non (come ci si sarebbe aspettati) in Afghanistan. In quel tour incontrano altri gruppi rivali che fanno musica rivale, in una competizione che scatta immediatamente non interna alla musica a cappella ma tra stili diversi. In mezzo a tutto questo Ciccia Amy pare aver ritrovato il padre che noi non sapevamo avesse perduto.
Non mancheranno storie d’amore, agnizioni, momenti di spionaggio (?!), fughe rocambolesche ed esplosioni (!!), che mai sono appartenute ai film della serie di Pitch Perfect e che non a caso qui stonano tantissimo. La produttrice Elizabeth Banks infine trova spazio per il suo personaggio di commentatrice nonostante evidentemente non ci sia.