Pitch 1×01, “Pilot”: la recensione

La nostra recensione del primo episodio di Pitch, intitolato "Pilot"

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Spoiler Alert
Pitch non è una serie che parla solo del gioco del baseball, cosa che - ammettiamolo - avrebbe potuto creare qualche problema per la commercializzazione dello show all'estero. Inevitabilmente chi non mastichi di questo sport può trovarsi spiazzato dal gergo sportivo, ma gli autori sono stati attenti a non trasformare questa première in qualcosa dedicata solo agli appassionati dello sport e hanno probabilmente segnato un punto a loro favore proprio grazie a questa attenzione.

Ginny Baker, interpretata da Kylie Bunbury, è la protagonista di Pitch, nonché la prima donna a giocare come titolare in una squadra della major league, in sostanza la nostra serie A calcistica. La storia di Ginny, che viene raccontata nell'arco dell'episodio attraverso alcuni flashback, comincia nel paesino di Torboro, nella Carolina del Nord, da una normale famiglia americana con un padre, Bill Baker (Michael Beach), ex giocatore di baseball la cui interrotta carriera non lo ha mai portato al sogno di giocare come professionista, nonostante i suoi desideri di gloria. Fin dalle prime battute è evidente come il sogno infranto di Bill sia diventato anche la motivazione principale della figlia per giocare a livello professionistico nel baseball, soprattutto quando Bill si rende conto che il figlio maschio non ha nessun desiderio di ripercorrere i suoi passi, a differenza di Ginny che, non solo ha il talento, ma anche la motivazione per potercela fare.

Bill si dimostrerà un allenatore molto severo con la figlia, che accompagnerà nella sua carriera fino al giorno in cui un cercatore di talenti dei San Diego Padres (la squadra che poi la ingaggerà), si mostrerà interessato a lei dopo averla vista portare la sua squadra alla vittoria nei campionati regionali. Ovviamente la posta in gioco è altissima: Ginny non è un normale lanciatore che entra a far parte di una squadra qualsiasi, è una donna, la prima a giocare come professionista e sia lei, che la sua arrivista manager Amelia Slater (Ali Larter), che la dirigenza della squadra, hanno molto da perdere.

Ginny, volente o nolente, è un simbolo e come tale ha puntati addosso gli occhi di tutta la nazione, anche se sembra - almeno inizialmente - che la cosa non la tocchi. I problemi arrivano con la prima partita quando, sul monte di lancio al centro del diamante, con il pubblico, i cronisti sportivi, i suoi compagni di squadra ed i giocatori avversari a guardarla, Ginny finirà per fallire il suo compito e sbagliare dieci tiri consecutivi prima di chiedere di essere sostituita. La delusione è ovviamente immensa, i soldi da perdere molti, la tensione alta. Sebbene Ginny sia ufficialmente parte dei San Diego Padres è lontana dall'essere un membro della squadra e questo nonostante  il supporto di un suo vecchio amico e già compagno di squadra Blip Sanders (Mo McRae). Tutti, infatti, la guardano come un'intrusa, compreso l'affascinante e carismatico capitano dei Padres, Mike Lawson (Mark-Paul Gosselaar). Dopo il fallimentare inizio, Ginny tornerà a rivolgersi a suo padre, con il quale avrà anche uno scontro e che accuserà di averla costretta a vivere la vita che lui avrebbe voluto. La partita tuttavia è ormai iniziata e non si può più tornare indietro, gli investimenti fatti dalla squadra che ha scelto di rompere il muro delle convenzioni e portare una donna nella major league del baseball, sono troppo ingenti e Ginny viene nuovamente messa sul monte di lancio per la sua seconda partita ma, ancora una volta, al primo tiro, fallisce. Sebbene sia, come i suoi compagni di squadra, contrario all'introduzione di Ginny nella squadra, saranno comunque le parole di Mike a darle la carica necessaria per tirare fuori il suo talento e non deludere ancora una volta se stessa e tutti coloro che hanno creduto in lei, ottenendo che Ginny superi la crisi e faccia quello che sa fare meglio, lanciare e vincere.

L'episodio finisce con un sorprendente colpo di scena, rivelando come il padre di Ginny sia in realtà morto in un incidente d'auto proprio la sera in cui la figlia era stata avvicinata dal cercatore di talenti dei San Diego Padres e facendo comprendere al pubblico come il percorso intrapreso dalla giovane fino alla major league, sia stato letteralmente compiuto accanto al fantasma del padre, per onorare la memoria del quale, la figlia è arrivata a questo traguardo, che è comunque lontano dall'essere la fine dell'avventura.

Pitch è un pilot ben riuscito, che riesce ad appassionare anche chi non sia necessariamente un conoscitore del baseball, presentando una serie di personaggi interessanti, anche se alle volte un po' stereotipati, e mostrando diverse sfaccettature del mondo dello sport. Come spesso capita, se il carattere dei protagonisti è ben curato, è facile che il pubblico ritorni e Ginny, in primo luogo, appare come una donna forte, nonostante le sue fragilità, messa in una posizione molto complicata, la cui storia e la cui reticenza a condividerla, sono materiale sufficiente a stuzzicare il pubblico.

La prima stagione di Pitch è in onda ogni giovedì in America su Fox.

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