Pippo Reporter vol. 4, la recensione
Il quarto volume di Pippo Reporter conclude le avventure ambientate nell'America degli anni '20
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Quel faro sui monti del lago è il capitolo più transitorio del volume e permette di tornare a familiarizzare con i personaggi già apprezzati nelle avventure precedenti, qui impegnati in un viaggio sulle rive del lago di Como. Si tratta di una vicenda dalle dinamiche da spy-story mescolate con una commedia degli equivoci, pensata in particolare per il pubblico italiano, che può apprezzare i dialetti degli abitanti della zona e i pittoreschi scorci ricostruiti dai due autori, abituali frequentatori del territorio.
A chiudere questo divertente scenario rétro c'è Il rustico cavallerizzo, storia ambientata nel mondo dell'opera, della durata doppia rispetto alle altre. Il cast Disney ancora una volta riesce a piegarsi alla perfezione alla narrazione di storie pensate con toni ben distanti dai loro canoni, ma qui perfettamente adattate a un pubblico di giovani lettori che un giorno potrebbe appassionarsi a determinati filoni artistici.
Delle diverse miniserie pubblicate finora sulla collana Definitive Collection, Pippo Reporter è la prima a concludersi, dopo soli quattro volumi. Si tratta di un ottimo prodotto, l'ideale dimostrazione dell'efficacia di queste raccolte, adatte sia al collezionista che vuole conservare in un formato più elegante le storie già viste su Topolino, sia al lettore casuale pronto a scoprire mondi alternativi in grado di sfruttare con efficacia i personaggi disneyani lontani dai loro abituali confini.