Piovono polpette - La recensione

Un bizzarro inventore crea una macchina in grado di far piovere cibo dal cielo. Ma i problemi sono dietro l'angolo. Il cartone 3-D è leggero e divertente, oltre ad avere spunti di riflessione interessanti...

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Recensione a cura di Francesco Alò

TitoloPiovono PolpetteRegiaPhil Lord, Chris Miller
Voci originaliBill Hader, Anna Faris, James Caan, Andy Samberg, Bruce Campbell, Mr. TUscita23 dicembre 2009
La scheda del film

Dal cielo sono cadute tante cose: le rane (Magnolia), pezzi di aereoplani (Donnie Darko), il killer anti-007 con i denti d’acciaio Squalo (Moonraker e La spia che mi amava; in quest’ultimo atterrava senza paracadute in Sardegna e diventava buono), Susan Sarandon (Il temerario), Bruce Campbell e la sua macchina (L’armata delle tenebre), Jason Statham che parlava al cellullare (Crank). Questo l’elenco delle cose più strane. Non menzioniamo nemmeno alieni, pioggia, metoriti, satelliti, astronavi, aereoplani interi e rappresentanti di varie divinità. Quelle sono cose normali al cinema. E’ caduta veramente tanta roba.

Ma il cibo - un archetipo risalente alla Bibbia grazie alla “manna dal cielo” - è mai caduto? Non a nostra memoria. Lode quindi all’originalità di Piovono polpette della Sony Pictures Animation che allunga un libretto per ragazzi di trenta pagine in un cartone parossistico e supercaricaturale di un’oretta e mezzo. In questo senso il passaggio dal racconto brevissimo al lungo tradizionale è andato meglio che allo Spike Jonze di Nel paese delle creature selvagge. Dimenticanza: è anche in 3-D.

In un paesino di pescatori in riva all’Atlantico, il giovane inventore frustrato Flint Lockwood è una spina nel fianco di padre e comunità. Ogni suo nuovo gadget genera sconcerto se non proprio attacchi all’incolumità dei paesani grandi produttori di sardine. Il padre non lo vede di buon occhio. Forse non lo vede proprio, visto che le enormi sopracciglia grigie gli coprono integralmente gli occhi poco sopra gli enormi baffoni. Sono gli unici peli che ha, considerando la testa completamente calva. Sembra uno dei personaggi dei caroselli Carmencita e Caballero di Armando Testa per quanto è stilizzato.

Flint è il singolo che ha tutti contro, tranne una metereologa. Il ragazzo, che non sembra proprio figlio di suo padre visto che ha i capelli scarmigliati da inventore pazzo e un bel nasone giudaico, deve risolvere un problema economico (attualità!): l’industria delle sardine crolla e la cittadina di Swallow Falls rischia di andare in bancarotta come la Flint di Michael Moore in Roger & Me. C’è di più: tutte le sardine invendute devono essere mangiate dagli abitanti. Già vi sta venendo la nausea? Pensate a quei poveracci.

Flint decide allora di inventare l’inventabile per aiutare la comunità a cambiare menù. E succede il finimondo. Proiettando in cielo un oggetto non identificato, il genio incompreso fa sì che dalle nuvole cadano in risposta uova, pancetta, ketchup, spaghetti scotti americani, polpette, bistecche, panini con hamburger, pancakes, cascate di sciroppo d’acero, gigantesche gelatine. Desideri una pietanza? Lo dici ed ecco che ti cade nel piatto. Tutti guardano il cielo a bocca aperta come ne La guerra dei mondi di Spielberg. Flint ce l’ha fatta oppure la manna dal cielo prenderà la mannaia per inondare il mondo di salsa barbecue?

Non c’è che dire. Il film dei giovani Phil Lord e Chris Miller è gustoso (battutona) perché non si vergogna di essere completamente idiota. E questo è molto intelligente, soprattutto quando non è difficile vederci dentro un bell’attacco al piacere incosciente degli yankee nei confronti del junk food. Piovono polpette non rimane sullo stomaco (aridaje) e piace per energia anche grazie a una colonna sonora vivacissima dell’ex Devo Mark Mothersbaugh. Nelle voci originali c’è anche Bruce Campbell, uno di quelli che cadeva dal cielo nell’elenco iniziale. L’edizione italiana? Un po’ sciapa.

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