Revolution: la recensione del primo episodio

La recensione di Revolution, la nuova serie di J.J. Abrams e Eric Kripke, con Jon Favreau alla regia…

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Vi riproponiamo la recensione del primo episodio di Revolution, la nuova serie di J.J. Abrams e Eric Kripke, con Jon Favreau alla regia, che abbiamo visto al Comic-Con di San Diego.

Il concept della serie, in onda sulla NBC, è noto a tutti: un giorno, improvvisamente, scompare l’energia elettrica senza più tornare. E’ l’apocalisse tecnologica. Passano 15 anni, anche se a giudicare da come è cambiato il mondo ne sembrano passati 50: la società è completamente tornata al medioevo (o è diventata Amish), la natura ha riconquistato le città ricoprendo i grattacieli (e dire che mia madre ci ha messo 10 anni solo a far crescere un glicine sulla griglia del terrazzo), Washington cade a pezzi (supponiamo ci sia stato un terremoto, o non si spiega). Protagonista la famiglia Matheson (che avevamo visto nel prologo), che vive in una sorta di comunità/villaggio. Improvvisamente arriva il Capitano Tom Neville (Giancarlo Esposito) che pretende di portar via con sé il padre, il quale tuttavia perde la vita nello scontro. In cambio, l’uomo prende suo figlio asmatico (!) Danny (Graham Rogers) e se ne va. La figlia Charlie (Tracy Spiridakos), rimasta orfana (la madre è morta durante questi 15 anni), parte quindi alla ricerca dello zio Miles (Billy Burke), perché prima di morire il padre le ha detto di cercarlo. Prima di morire ha dato anche una sorta di strano dispositivo visto nel prologo ad Aaron (Zak Orth), un nerd che lavorava a google ed era miliardario, ma ha perso tutto con la Rivoluzione. Questi accompagnerà Charlie assieme a Maggie (Anna Lise Phillips), una donna con cui papà Matheson aveva molto legato in questi anni. I tre, quindi, partono alla volta di Chicago, che è diventata una sorta di cittadina del West. Trovano zio Miles, che tuttavia non ha nessuna intenzione di aiutarli a ritrovare il fratellino Danny (che nel frattempo ne ha fatte di tutti i colori cercando di fuggire dalle grinfie del Capitano), e scopriamo che ha delle doti di combattimento mica da ridere. Durante l’episodio iniziamo anche a scoprire che ci sono diversi retroscena misteriosi non solo sui motivi per cui è avvenuta la Rivoluzione, ma anche sulla possibilità che l’energia elettrica possa tornare e con lei anche il mondo di prima. C’entrano strane organizzazioni, una milizia che per farsi riconoscere si marchia con un tatuaggio e altro ancora.

Ovviamente l’episodio non è autoconclusivo e lascia aperte almeno due o tre storyline che seguiremo lungo la stagione. L’impressione comunque è che ci si trovi davanti a una via di mezzo tra Flash Forward, Terra Nova (senza dinosauri), The Walking Dead (senza zombie), Terminator (senza robot) eccetera. Fortunatamente gli effetti visivi sono realizzati molto meglio di Terra Nova (sarà che non ci sono dinosauri), il cast non è male (anche se Billy Burke come personaggio d’azione non convince moltissimo), ma il sapore rimane di già visto, il che non è positivo per una serie che doveva sprizzare originalità da tutti i pori. Inoltre, pur trattandosi di fantascienza, ci si aspetta un po’ più di verosimiglianza sia nel contesto (davvero, in 15 anni come è possibile che i grattacieli si siano addirittura inclinati?!) che nella realizzazione (belle scenografie, ma la natura che riconquista il mondo moderno risulta davvero artificiosa, con piante che ordinatamente ricoprono automobili ed edifici). La speranza poi è che i misteri inizino a essere risolti già dai primi episodi: magari la NBC ha imparato qualcosa dagli errori compiuti della FOX con Terra Nova

Gli altri pilot 2012-2013 che abbiamo recensito: The New Normal e Guys with Kids.

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