Piccoli omicidi tra amiche - Seance, la recensione

La nostra recensione di Piccoli omicidi tra amiche - Seance, horror scritto e diretto da Simon Barrett con protagonista Suki Waterhouse

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La recensione di Piccoli omicidi tra amiche - Seance, al cinema dal 24 febbraio

Per la maggior parte del tempo Piccoli omicidi tra amiche di Simon Barrett ci prova, nascondendosi dietro a un dito, ad affermarsi come un horror “serio”, che vuole fare paura, che vuole essere più furbo di chi guarda. Poi, come se da sé avesse capito di non essere giunto da nessuna parte, sul finale si toglie letteralmente la maschera e si mostra per il B-movie quale effettivamente è e, con spirito gore ed evidente pretestuosità (sì, il classico spiegone) compie come una sincera ammissione di colpevolezza. 

Mosso dal mood ormai un po’ nostalgico di certo cinema teen horror di inizio millennio, quello del “cute but psycho”, di ragazze carine fissate con la morte, Piccoli omicidi tra amiche come le sue protagoniste ha però, decisamente, evidenti problemi di identità. Non solo perché queste sedicenni che studiano in un collegio femminile infestato da un fantasma assassino sono interpretate da attrici sulla soglia dei trent’anni (ma questa è un’operazione di casting essa stessa un po’ retrò, possibilmente voluta per dare l’idea di quel cinema teen... ma forse no) ma soprattutto perché non riesce mai a creare un’atmosfera convincente, ritrovandosi tra le mani una detection che vuole essere credibile e paurosa e che invece è solo surreale e poco interessante.

Nel complesso Piccoli omicidi tra amiche è un vero pasticcio di pretese avanzate e di risultati ottenuti. La protagonista Camille (Suki Waterhouse) è la solita “ragazza da fuori”, l’outsider silenziosa a cui le ragazze popolari non risparmiano un po’ di tradizionale bullismo di benvenuto e che finisce un bagno di sangue di studentesse causato, si sospetta, dal fantasma della scuola (indovinate? sì, una ragazza che anni prima morì misteriosamente tra quelle mura). Il quadro è insomma palesemente un insieme di cliché narrativi, eppure Piccoli omicidi tra amiche chissà perché non ha voglia di giocare o di divertirsi e prova a tutti i costi ad essere convincente, insistendo su jumpscare mal costruiti e su una recitazione insapore (quella della Waterhouse in primis) che rendono il tentativo di serietà qualcosa di fallito in partenza.

Perso a portare avanti una storia evidentemente fine a sé stessa (dove i personaggi sono maschere nel vero senso della parola), Simon Barrett perde per strada lo studio della messa in scena, la creazione di atmosfere, di indizi visivi e sonori, limitandosi a ripetere le stesse due idee visive e le stesse dinamiche tra personaggi fino all’esasperazione. Quando, improvvisamente, il film si tinge di una violenza fisica, corpo a corpo, e l’horror si affaccia finalmente sulla scena è già tempo di salutarsi.

Siete d’accordo con la nostra recensione di Piccoli omicidi tra amiche - Seance? Scrivetelo nei commenti!

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