PhonX, la recensione
Abbiamo recensito per voi PhonX, opera di Paolo Bacilieri pubblicata da Editoriale Cosmo
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
La vicenda scaturisce dal sequestro di Carmen Bone, ragazza dalla bellezza decadente. I suoi rapitori, Ignazio e Xhevair, sono stati assoldati dall’organizzazione per custodire la ricca ereditiera figlia del noto re del tortellino B.B. Bone. I due loschi figuri si dimostrano però ben poco affidabili come aguzzini, e Carmen, grazie alla sua malata sensualità e all’aiuto del fratello gemello Franz (con il quale sembra essere legata a livello psichico), ribalta la situazione a proprio vantaggio.
Tanto nell’estetica del tratto quanto nell’adozione di un lessico ricercato e originale (che sfrutta assonanze e onomatopee per dialoghi deliranti), possiamo ricercare i richiami allo stile del Maestro di San Benedetto del Tronto. Sebbene rappresenti il riferimento più preminente, Pazienza non è l’unico: Franz, ad esempio, è un personaggio che rimanda all’immaginario narrativo di Filippo Scòzzari, così come la stessa Carmen è una deformazione dell’erotismo e della bellezza tipica delle donne di Guido Crepax. Dallo stesso fumettista milanese – come pure da Pazienza – Bacilieri eredita la visionarietà, mettendo in scena un vero e proprio teatro dell’assurdo in cui si muovono personaggi le cui caratterizzazioni sono volte a denunciare le brutture di determinati topoi narrativi.
L’erotismo che accompagna la narrazione non risulta mai volgare o banale: pur nella sua forma particolare, si avverte tutta l’intensa passionalità della vicenda, vissuta come la supremazia della carne su ogni forma di ragione o paura. La libertà con la quale è costruita la storia, inoltre, permette di inserire sul finale scene esplicite dai contenuti decisamente forti che non stonano con il mood generale dell'opera, data l'atmosfera surreale che si respira.
Come i testi, anche i disegni evidenziamo uno stile ancora acerbo, e i riferimenti sono quelli sopracitati, ai quali potremmo aggiungere la sopraffina arte di Magnus. La tavola è slegata da ogni tipo di griglia che possa tenere a freno le allucinate visioni di Bacilieri. Conquista l'originalità del font utilizzato dall’autore, che, superata l'originaria funzione, contribuisce a rendere ancora più folli alcuni passaggi.
Seppur lontana dalla maturità raggiunta da Bacilieri in lavori quali Sweet Salgari e Fun/More Fun, PhonX è un’opera da riscoprire in quanto restituisce fedelmente uno spaccato fondamentale della vita dell'autore e, più in generale, della scena italiana: un’epoca di transizione tra la stagione incendiaria partita sul finire dei seventies - tramontata con la morte di Pazienza - e quella autoriale nata nel Terzo Millennio.