Philip K. Dick's Electric Dreams 1x09 "Safe and Sound": la recensione

Questo episodio tratto dal racconto di Philip K. Dick tratta il solito tema della sicurezza e della libertà da una prospettiva particolare

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Spoiler Alert
L'episodio è il sesto della stagione su Amazon Video. 

Il racconto originale sul quale è basato l'episodio di Philip K. Dick's Electric Dreams intitolato Safe and Sound è stato scritto, come gli altri, negli anni '50. Risente dunque, nelle sue componenti più marcatamente politiche, della paranoia da Guerra Fredda. Trasportato più sessant'anni nel futuro deve necessariamente aggiornarsi, e lo fa, a partire da una certa caratterizzazione di base dei protagonisti. Tuttavia il nucleo più profondo rimane intatto. Il terrore come sentimento che rafforza se stesso e le strutture del potere, quindi la sempreverde tematica della perdita di libertà in cambio della sicurezza.

Protagonista è una ragazza di nome Foster (Annalise Basso) che si trasferisce insieme alla madre Irene (Maura Tierney) in una metropoli di una Zona che sta vivendo un momento di crisi interna e, forse, esterna. Più che dalla minaccia di ordigni nucleari, i cittadini del posto sono infatti atterriti da una serie di attentati che si consumano sul territorio. Per questo motivo, tuttavia senza obblighi, viene prescritto di indossare un certo bracciale che monitora in ogni istante le attività della persona. In poche parole, in cambio della perdita di privacy, si fa un passo in avanti sulla sicurezza. Si dà il caso che Irene sia stata appena eletta – questo è il motivo del trasferimento – come deputato, e che il suo programma si incentra proprio sul combattere il controllo sempre più pervasivo.

Il dibattito politico tuttavia ci arriva solo come riflesso. Protagonista assoluta dell'episodio è infatti la ragazza, ed è qui che l'episodio mostra la sua identità più particolare. Nel momento in cui Foster viene calata in un contesto scolastico che per lei è estraneo, la dinamica dell'accettazione – per lei così difficile sia perché nuova sia perché non indossa i famosi braccialetti – prende il sopravvento. Non è più tanto un discorso di paura e di sicurezza, quanto un bisogno, raccontato in chiave adolescenziale, di sentirsi accettati, di sentirsi simili agli altri.

Guardacaso, la grande arma della persuasione da parte dello Stato si adatta alle sue esigenze, e ci gioca – in modo palese fin da subito, non si può nemmeno parlare di colpo di scena – ponendosi come voce amica. Ethan, questo il nome della persona che si trova dall'altra parte del bracciale, che infine Foster decide di indossare, la ascolta, le fa compagnia, la difende contro i compagni. Questa è l'intuizione migliore dell'episodio, che per il resto spesso cade in forzature ed eccessi: non calare il linguaggio della difesa del territorio sui giovani, ma prendere una strada secondaria, quella della paura di essere ostracizzati.

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