Philip K. Dick's Electric Dreams 1x08 "Autofac": la recensione
Episodio dagli echi cyberpunk per Philip K. Dick's Electric Dreams: una puntata ambientata in un mondo post-apocalittico
Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.
Echi di cyberpunk nell'episodio Autofac di Philip K. Dick's Electric Dreams. Pur inserita in una cornice post-apocalittica, la puntata infatti gioca su un scontro particolare tra residui di una megacorporazione e umani sopravvissuti, ribelli per necessità. È un'intuizione interessante, che la scrittura persegue giocando al rialzo e concedendosi alcune svolte inaspettate lungo la strada. E malgrado l'intero episodio, lo scopriremo alla fine, si conservi un paio di rivelazioni inattese disseminando indizi lungo la strada – ma si tratta più di momenti ai quali manca la giusta chiave di lettura – qui la storia vince grazie ad una protagonista forte, interpretata molto bene da Juno Temple.
Zabriskie, questo il nome molto bello della protagonista, ha la possibilità di ribaltare tutto questo nel momento in cui si trova l'idea per inserirsi nel sistema. Un robot (interpretato da Janelle Monae) viene attirato sul posto, e lì in poi viene messo a punto ed eseguito un piano. Almeno fino ad un doppio ribaltamento finale sul quale tuttavia non ci pronunciamo. Come spesso avviene in Philip K. Dick's Electric Dreams, il gusto per la metafora supera tutti gli altri sapori. E c'è indubbiamente molto simbolismo in una storia che cela fino agli ultimi cinque minuti ciò che davvero sta accadendo, lavorando sulle sfumature di un mondo così lontano, eppure così riconoscibile.