Persona 5, la summa del JRPG secondo Atlus - Recensione
Atlus fa centro, con un JRPG che rappresenta uno di picchi del genere: la nostra recensione
La serie ha sempre esplorato temi più concreti e vicini al giocatore rispetto alla sorella maggiore Shin Megami Tensei: fin dal primo episodio infatti i protagonisti sono ragazzi delle scuole superiori alle prese con avvenimenti soprannaturali, legati però alla loro vita di tutti i giorni e al rapporto con coetanei ed adulti. Persona 5 non fa eccezione, ambientando gli avvenimenti all’interno di Tokyo, città ricca di stimoli per un giovane ma al tempo stesso anche di tentazioni e pericoli. Tutto ha inizio quando il protagonista (Akira Kurusu è il nome attribuitogli nel manga), dopo essere stato ingiustamente accusato di aggressione, viene spedito proprio a Tokyo come punizione per le sue azioni. Ciò però sembra essere tutt’altro che una coincidenza: ben presto il ragazzo farà infatti la conoscenza di Ryuji ed Ann, due coetanei con una storia simile alle spalle e che insieme a lui scopriranno di possedere il potere di cambiare il cuore delle persone. Guidati dalla misteriosa creatura Morgana, una sorta di gatto parlante antropomorfo, impareranno ad utilizzare il potere delle loro persona, una manifestazione corporea del desiderio di libertà, e a muoversi all’interno della realtà parallela chiamata Metaverse. Questo luogo racchiude numerosi misteri, al suo interno addirittura si materializzano i desideri distorti delle persone, in sinistri edifici. Portare qualcuno al cambiamento non è assolutamente un compito semplice: l’unico modo perché ciò avvenga è rubare l’oggetto che rappresenta i suoi desideri distorti, proprio come dei ladri provetti che agiscono nell’ombra. Nascono così i Phantom Thieves, un gruppo di improbabili eroi in maschera che si ergono in difesa dei più deboli e che possono contare tra le loro fila anche altre personalità di spicco, come l’artista Yusuke o la hacker Futaba.
Parte del fascino di Persona 5 deriva proprio da questa arzigogolata premessa: ben presto ci si accorgerà infatti che si tratta di un modo molto ingegnoso di trattare e rappresentare alcuni temi, anche complessi, con cui purtroppo abbiamo a che fare tutti i giorni. Corruzione, bullismo, molestie sessuali, plagio: essi sono solo alcuni dei pilastri su cui il gioco si basa e spesso il modo in cui vengono affrontati all’interno della narrazione è tutt’altro che superficiale o scontato. Sostiene temi e narrazione anche una caratterizzazione dei personaggi primari e non davvero impressionante, la quale può essere ulteriormente ampliata grazie a missioni secondarie di varia natura. L’unico elemento che alcuni giocatori potrebbero non gradire è la presenza di un protagonista muto, d’altra parte però questo è uno dei marchi di fabbrica delle produzioni Atlus, che dovrebbe essere familiare a molti.
[caption id="attachment_171186" align="aligncenter" width="600"] Come da tradizione della serie varie sequenze animate inframezzeranno l'azione[/caption]
Le battaglie, generate non da incontri casuali, sono come detto nel segno della tradizione dei turni, alcuni potrebbero definire questa scelta anacronistica, ma il sistema di combattimento del gioco risulta essere estremamente attuale e divertente. Il punto di forza delle produzioni Atlus è sempre stato infatti il complesso sistema di resistenze e debolezze basato su vari elementi e statistiche, che se ben sfruttato permette di infliggere ingenti danni fin dal primo turno. Una volta colpito un nemico con l’elemento a cui esso è debole verrà atterrato e si guadagnerà un turno che potrà essere sfruttato per attaccare nuovamente o passare ad un compagno. In questo secondo caso la potenza di attacco subirà un piccolo incremento e se tutti i nemici finiranno a terra potranno essere attivate azioni speciali: la negoziazione permetterà di aggiungere un nemico alla nostra squadra o, eventualmente, estorcergli denaro e oggetti, mentre l’attacco in mischia coinvolgerà il proprio party in una letale baraonda che infliggerà danni a qualsiasi cosa si trovi in campo.
"La cosa che stupisce maggiormente è come Atlus sia riuscita a far coesistere ed amalgamare quasi alla perfezione le diverse anime del gioco, per un risultato unico"La buona riuscita di uno scontro è ovviamente il risultato di tanti altri fattori che spesso non coinvolgono direttamente l’abilità del giocatore nel pianificare gli attacchi. Avere una buona squadra di persona da utilizzare è per esempio fondamentale, così come possedere forti legami con i personaggi principali ed i confidenti. Ecco dove entrano in gioco le meccaniche da simulatore di appuntamenti: ogni amicizia stretta e coltivata permetterà di accedere a bonus di varia natura, ignorare le interazioni sociali porterà ad un notevole incremento del livello di difficoltà. I Social Link sono un modo furbo ed ingegnoso di sviluppare il proprio party e al tempo stesso approfondire trama e personaggi, una meccanica introdotta con il terzo episodio e che in Persona 5 riesce a raggiungere la sua completa realizzazione. Il gioco è poi colmo di tante piccole attività da inframezzare all’esplorazione dei dungeon come i lavori part time, allenamenti fisici, studio e minigiochi. E' possibile fondere le persona in nostro possesso per crearne di nuove, personalizzare l’equipaggiamento o creare strumenti utili durante l’esplorazione del Metaverse. La cosa che stupisce maggiormente è come Atlus sia riuscita a far coesistere ed amalgamare quasi alla perfezione queste diverse anime del gioco, per un risultato unico all’interno del genere dei JRPG.
[caption id="attachment_171185" align="aligncenter" width="600"] Tokyo è l'ambientazione principale del gioco, tutta da esplorare[/caption]
L'nicità passa anche attraverso il comparto visivo: le produzioni Atlus si sono sempre distinte negli anni per una direzione artistica estremamente curata ed originale e con Persona 5 questa caratteristica è stata ulteriormente esaltata. La città di Tokyo si snoda attraverso numerose location, ognuna con le proprie caratteristiche e particolarità, mentre i palazzi in cui si svolgono le sessioni esplorative possiedono un design allucinato che rispecchia alla perfezione i desideri distorti dei cattivi che li abitano. I personaggi vantano una caratterizzazione estetica davvero originale, mentre sul versante audio la colonna sonora offre alcuni brani di rara bellezza, in grado di rimanere impressi nella mente del giocatore. Il team di sviluppo ha fatto le cose in grande anche sotto il profilo del doppiaggio: gli attori scelti per le voci inglesi riescono ad imprimere ai vari Ryuji, Ann, Morgana e compagni la giusta intonazione in praticamente ogni occasione e nel caso non siano di vostro gradimento vi è sempre la possibilità di scaricare gratuitamente il doppiaggio in lingua originale.
La serie Persona ha da poco compiuto vent’anni e questo quinto episodio è il modo perfetto per festeggiare un traguardo di tale importanza. L’esperienza che offre il JRPG Atlus è immensa, variegata ed estremamente profonda, quasi a voler dimostrare che sì, i giochi di ruolo giapponesi “fatti come una volta” possono ancora esistere nel 2017. Di difetti rilevanti non ve ne sono molti, forse giusto alcuni dialoghi un po’ prolissi ed una tecnica non modernissima. Ma la qualità raggiunta dal gameplay di Persona 5 è assolutamente innegabile ed una trama avvincente e ricca di mistero non fa altro che confermare come esso sia uno dei prodotti ruolistici orientali migliore degli ultimi anni, se non di sempre.