Person of Interest 3x23, "Deus ex Machina" (season finale): la recensione

Il commento al finale della terza stagione di Person of Interest: una delle migliori serie in onda

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Spoiler Alert
Anche nell'escalation che ha portato all'atteso finale della terza stagione, Person of Interest si è confermato come uno dei progetti più interessanti in tv in questo momento. Un semiprocedurale come nessun'altro, in grado di modificare se stesso, sorprendere, evolversi in simbiosi con la Macchina che da tre anni è al centro della narrazione. Person of Interest è nel monster (anzi, number) of the week, ma anche in una mitologia interna in costante crescita ed espansione, per non parlare dei riferimenti colti nella struttura e nei temi storici della serie. Deus ex Machina, finale di stagione emblematico fin dal titolo, porta ad un nuovo livello di consapevolezza i protagonisti umani, e non, della vicenda, rilanciando per l'ennesima volta una struttura che non teme di sporcarsi le mani e tastare con coraggio nuovi orizzonti narrativi. Affrettiamoci a parlarne, prima che una certa intelligenza artificiale interrompa le comunicazioni.

L'episodio finale di stagione è il capitolo conclusivo di una trilogia ideale di puntate che ha in Beta e The House Divided il suo prologo e svolgimento. Dopo l'intermezzo di prova, la Decima Technologies è pronta a lanciare il programma ostile Samaritan, specchio oscuro di ciò che la Macchina, nel bene e nel male, ha rappresentato fino ad oggi, e minaccia di portata mondiale non solo per la sicurezza, ma per la vita stessa sul pianeta. A irrompere sorprendentemente, ma non troppo come scopriremo nel finale, è il braccio armato e terroristico della Vigilance, incarnato, nelle motivazioni e nelle azioni, dal giovane Peter Collier. I vertici della Decima, insieme a Finch, vengono rapiti e condotti in una sorta di tribunale del popolo, dove verranno giudicati, molto poco democraticamente, per i segreti celati e per i crimini commessi. La raffigurazione di Collier, che abbiamo imparato a conoscere attraverso una serie di flashback che hanno umanizzato questo sfuggente personaggio, è emblematica, come scopriremo nel voltafaccia del finale di stagione.

Dietro tutto infatti si nasconde la mano di John Greer, che si è servito delle pratiche terroristiche di Vigilance, in realtà sotto il suo controllo, per spingere il governo a cedere loro l'accesso ai documenti riservati, rendendo completa la mutazione di Samaritan. Una scoperta che getta una luce sinistra sul tentativo di Root (Amy Acker) e Shaw (Sarah Shahi) di disarmare Samaritan prima che diventi operativo. Dopo lo scontro finale e l'atteso salvataggio di Finch (Michael Emerson), scopriamo che la vittoria non è mai stata un'opzione, ma che l'unica possibilità era il contenimento dei danni, la possibilità di costruire per ognuno dei protagonisti una via di fuga dallo sguardo onniscente della seconda macchina. Sulle note malinconiche di Exit Music (for a film) dei Radiohead, il gruppo di separa, e Samaritan inizia la sua opera.

Ne ha fatta di strada lo show trasmesso dalla CBS negli ultimi tre anni, e infine è ritornato idealmente alla sue radici, a quel sacro e indefinito timore per il pericolo ignoto e improvviso che scatena le più improbabili decisioni. Che siano due torri che crollano su loro stesse, o un battello che esplode facendo una strage, o l'ennesimo attentato che dall'opinione pubblica si inerpica lungo le maglie dell'amministrazione sotto forma della richiesta di maggiore sicurezza, anche a scapito della libertà, Person of Interest continua a raccontare la sua storia. Lo fa con coerenza e con intelligenza, con la capacità di portare ad un livello superiore il suo racconto senza forzare la mano, ma procedendo per grandi archi narrativi. Perché la coerenza interna, le sfumature dei protagonisti e la semplice cura negli standalone episode rimangono le cose più importanti.

Il tocco di un momento tra Finch e Grace nella puntata precedente, il saluto tra Shaw e Reese (James Caviezel), il personaggio di Root (beh, lei è perfetta sotto ogni punto di vista). Alla fine è soprattutto questo quello che rimane, piccoli momenti, come i cancelli della libreria segreta dove Finch prendeva i numeri che si chiudono davanti a noi. Quando la somma di tutti questi piccoli episodi significa qualcosa, vuol dire che gli autori stanno facendo il loro dovere, che non stanno raccontando solo una storia, ma dei personaggi. Piccola, meravigliosa contraddizione di una vicenda nella quale l'uomo è subordinato in mille modi diversi alla Macchina e alla sua stessa creazione.

Riferimenti e tematiche si sprecano. In questa narrazione per opposti, la Decima costruisce il proprio braccio armato, la Vigilance, e le dona uno scopo uguale e contrario ai propri obiettivi. Praticamente il sempre ipercitato 1984 di Orwell, con annesse considerazioni sulla privacy e la libertà personale. Ma anche i cardini storici della serie, quel costante dibattito tra predeterminazione e libero arbitrio, tra morale e giustizia personale, tra il valore del singolo e il valore della società intera. E le risposte a queste domande non arriveranno, e comunque non saranno mai così semplici come pensiamo: ha fatto bene Finch a rifiutarsi a togliere la vita ad un uomo, nonostante l'ordine della Macchina? Forse la risposta è più nel mancato atto in sé, piuttosto che nelle sue conseguenze. Quante volte Root ha definito la Macchina una divinità? Ora quelle divinità sono due, e rispecchiano profondamente gli istinti e i valori dei loro creatori. Ecco quindi la differenza fondamentale. Finch rappresenta una umanità che con difficoltà e sofferenza si spinge in avanti, non cedendo completamente le briglie al proprio dio/macchina, ma mantenendo una certa partecipazione e la possibilità di autodeterminare il proprio comportamento, di poter valutare – magari sbagliando – la vita di un uomo solo al di sopra del benessere generale. Greer al contrario annulla completamente se stesso, il proprio valore di essere umano, consegnandosi nelle mani della macchina, dei suoi modelli comportamentali, della sua morale artificiosa fatta di microchip e numeri. Da un lato l'uomo crea uno strumento assoluto, mantenendo intatta la sua integrità, dall'altro lato l'uomo crea il suo dio personale, annullandosi in esso.

Saranno lunghi mesi di attesa quelli che ci separano dalla quarta stagione di Person of Interest, tra le migliori serie al momento in onda.

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