Person of Interest 3x14 "Provenance": la recensione

Puntata sottotono, ma comunque valida, per Person of Interest, che ritorna dalla pausa

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Quando si inizia a parlare di filler in una serie partita come procedurale, vuol dire che qualcosa è mutato nella struttura di base di quello show, qualcosa che, nel caso di Person of Interest, ha traghettato con la giusta lentezza gli avvenimenti settimanali verso l'asservimento ad una mitologia sempre più estesa, sempre più presente. E notarne la mancanza è un attimo, come avviene in Provenance, che giunge tre settimane dopo la pausa seguita ad un treno di episodi fondamentali per l'avanzamento della trama. Si tratta di un piccolo episodio, di quelli che probabilmente non ricorderemo alla fine della stagione, un riempitivo tra 4C, andato in onda lo scorso 14 gennaio e Last Call, in onda il prossimo 18 febbraio (sì, la serie si prende un'altra settimana di pausa).

La trama è presto detta. Il numero individua un'ex ginnasta cinese, scomparsa nel nulla e convertitasi a rapine spettacolari, riguardanti soprattutto opere storiche e artistiche. La squadra interviene. Person of Interest ci ha abituato fin dal primo anno alle svolte di metà episodio, a quelle sorprese che dovrebbero spiazzarci, ribaltando la prospettiva iniziale sul caso, al manifestarsi delle rivelazioni sulla verità della persona che si cela dietro al numero. È anche questo un cardine dello show, il fatto che un elemento "irrilevante", una volta passato al setaccio, una volta che si sceglie deliberatamente di non ignorarlo e di non lasciarlo nel dimenticatoio, si rivela per qualcosa di nuovo rispetto a ciò che pensavamo. Una sorta di gratifica interna della scrittura, che di settimana in settimana giustifica anche in questo modo il soggetto di base dello show che Finch ci ripete nella opening da tre anni a questa parte.

Nel caso di Provenance la svolta non è così insospettabile, e lo spettatore tipico della serie riuscirà più o meno ad anticiparne svolte, soluzioni e quant'altro. Meglio sotto il profilo dell'intrattenimento, con un ulteriore passo in avanti sulla strada verso la ricostruzione del team dopo gli sconvolgimenti delle ultime settimane. Shaw pone in ombra Reese, e non è la prima volta. Come battute, come impatto sulla trama, come presenza in scena, Sarah Shahi è ormai un cardine della serie, al pari e forse più di Kevin Chapman. Dopo i flashback delle scorse settimane, l'integrazione del personaggio nella squadra è completa.

Provenance non annoierà, ma nemmeno resterà a lungo nella memoria dei fan dello show. Non perché, nonostante una serie di "esagerazioni" e una scrittura troppo autoindulgente in alcune soluzioni, sia un brutto episodio, anzi. Ma dopo le scorse settimane, è difficile emozionarsi per quello che, se non è un passo indietro, non è nemmeno un passo in avanti.

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