Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: la recensione dei primi due episodi
Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo è il perfetto adattamento dei romanzi, rischia però di risultare datato nei contenuti
Ci sono voluti vent'anni per avere una versione di Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo fedele ai romanzi e che potesse piacere ai fan. Ora, dal 20 dicembre sarà finalmente disponibile su Disney+. D'altronde, come poteva essere diversamente, visto che è lo stesso autore dei romanzi, Rick Riordan, ad aver curato l'adattamento?
La trama di Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo
Percy non è un dodicenne come gli altri. Va male a scuola a causa della dislessia, vede cose strane - dei mostri- e i compagni lo bullizzano. Scoprirà ben presto però di appartenere a un altro mondo, quello delle divinità dell'antica Grecia. Percy è infatti un mezzosangue, un semidio, figlio di un'umana e di una divinità. Walker Scobell è perfetto nei panni dell'adolescente goffo, ma coraggioso, con quegli occhioni azzurri sgranati dalla meraviglia. E tutto il resto del cast calza alla perfezione la descrizione dei personaggi fatta da Riordan: dal fauno Grover (Aryan Simhadri), che nei primi due episodi resta in ombra ma speriamo riesca a imporsi, alla figlia d'Athena, Annabeth (Leah Jeffries). Tanto dibattito, spesso sterile, si è scatenato intorno a Jeffries; l'interpretazione di quest'ultima metterà a tacere qualsiasi polemica su politicamente corretto e colore della pelle.
Solo nella seconda puntata facciamo conoscenza degli altri personaggi chiave della serie, come Annabeth, la bulla Clarisse e il figlio di Ermes, Luke. Tra confidenze e sfide, l'episodio si dipana senza imprevisti fino alla rivelazione finale, legata alla missione del protagonista. Come nelle migliori leggende, Percy ha il destino del mondo nelle sue mani: dovrà recuperare la folgore rubata a Zeus e impedire che scoppi una guerra tra dei.
Troppo tardi?
Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo è ben costruito, ben recitato, visivamente piacevole e sicuramente piacerà ai fan che ritroveranno le atmosfere descritte nei romanzi. Ha solo un problema: rischia di essere in ritardo di vent'anni.
Ogni cosa nella struttura e nei contenuti della serie grida anni 2000: il ragazzino "strano" vittima dei bulli, i genitori assenti, il posto speciale per ragazzi speciali invisibile al resto del mondo, i due migliori amici (maschio e femmina). I rimandi a un contesto come quello di Harry Potter ci sono tutti, viste anche le origini del romanzo. Ed è vero che buoni personaggi e storie fantastiche non hanno una data di scadenza. Sarà interessante vedere se gli adolescenti del giorno d'oggi potranno trovare innovativa e appassionante una serie che è ben fatta ma estremamente, forse troppo, classica.