Penny Dreadful 3x05, "This World Is Our Hell": la recensione

Ecco la nostra recensione del quinto episodio della terza stagione di Penny Dreadful, che abbandona la claustrofobia del manicomio per trasferirsi nel deserto americano

Condividi
Spoiler Alert
Dopo le claustrofobiche atmosfere del manicomio viste e apprezzate la scorsa settimana in Un Filo d'Erba, Penny Dreadful concede un po' di ossigeno al proprio pubblico grazie a This World Is Our Hell, trasportandoci nuovamente nelle ampie distese desertiche di un'America che riecheggia i western più classici, impregnandoli tuttavia di un orrore del tutto in linea con le atmosfere gotiche della serie di Showtime. Il tutto per raccontare più dettagliatamente la fuga di Ethan ed Hecate attraverso questi spazi incontaminati, il primo braccato dalla seconda in un'alleanza che sa di inganno. Ethan sembra lottare con la propra coscienza, perché "l'unica cosa decente che mi è rimasta è la vergogna"; ma, come prevedibile, si lascia ben presto sedurre dalla malizia della giovane strega e, complice una notte di confessioni reciproche e un riparo improvvisato tra le rocce di una grotta dipinta, accetta di sancire quel patto col Maligno che tanto Sir Malcolm quanto Kaetenay stanno tentando di scongiurare.

Frattanto, Jekyll e Frankenstein conducono con apparente successo nuovi esperimenti per mettere a punto il rivoluzionario siero in grado di separare definitivamente il bene dal male, impresa che apre le porte a un'ulteriore evoluzione nel rapporto - al momento interrotto - tra il giovane, emaciato dottore e la sua "creatura" più amata, quella Lily che ora vive la vigilia del proprio trionfo come immortale al fianco di un altro essere superiore, Dorian Gray. Emergono, tra le pieghe del dialogo, dettagli sulla natura irascibile e forse persino violenta di Jekyll, che prefigurano il momento in cui la bestia interiore dello scienziato troverà libero sfogo: momento che, a quattro episodi dal finale di stagione, sembra in realtà tutt'altro che prossimo.

A una settimana dal memorabile focus su Vanessa e John Clare, dunque, la serie di John Logan prende le distanze dai due travagliati personaggi, concentrandosi sul resto del proprio nutrito cast. Lo fa nell'episodio forse più debole di questa mirabile, avvincente terza stagione, illuminato comunque da due scene che rifulgono della luce migliore a cui Penny Dreadful ci ha abituati: in primis il combattimento notturno tra le forze alle calcagna di Ethan e i serpenti evocati da Hecate, combattimento che lascerà Kaetenay gravemente ferito, forse in modo fatale; in seconda battuta, ma non per intensità, l'incontro a lungo rimandato tra Ethan e suo padre Jared, interpretato da un carismatico, smagliante Brian Cox. La lunga scena finale, in cui l'uomo descrive gli orrori prepetrati dagli Apache alla propria famiglia col beneplacito di Ethan, conferma ancora una volta la potenza indiscutibile della parola, in grado di agghiacciare tanto quanto le sconvolgenti coreografie di morte di cui Penny Dreadful è maestra.

Non vediamo che qualche macchia di sangue, il resto è pura rievocazione verbale da parte di Jared Talbot. Dobbiamo credere a tutto ciò che ci sta raccontando? Il dubbio sussiste sempre, in uno show come questo: ma l'efficacia del suo straziante resoconto ha, in sé, la maestosità terrificante dei migliori racconti gotici. Ed è questo, più che qualunque citazione, il miglior omaggio che Penny Dreadful possa fare a quella cupa, inquietante letteratura da cui prende spunto.

Continua a leggere su BadTaste