Penny Dreadful 3x02, "Predatori vicini e lontani": la recensione
Ecco la nostra recensione del secondo episodio della terza stagione di Penny Dreadful, che a fronte di una relativa quiete ci regala uno sconvolgente colpo di scena finale
Tutto, nell'episodio, sembra poter essere ricondotto - in modo più o meno diretto - agli esperimenti condotti da Jekyll sulla divisione tra Bene e Male. In un complesso gioco di riflessi che rimbalzano da una scena all'altra, assistiamo quindi all'ennesima trasformazione del buon Ethan in licantropo, a scapito degli avventori di una taverna. Parallelamente, il suo padre spirituale Kaetenay si rivela essere anche la sua nemesi, in una posizione che lo rende l'ideale corrispettivo di ciò che Sir Malcolm ha rappresentato e rappresenta tuttora per Vanessa. Vanessa, già: la nostra fulgida, tormentata protagonista si trova a dover affrontare, ancora una volta, gli spettri del proprio travagliato passato, stavolta dinnanzi non solo alla dottoressa Seward, ma anche al ben più minaccioso cilindro sul quale l'alienista registra le sedute con i propri pazienti. Che la donna nasconda un interesse diverso da quello professionale nei confronti della sua paziente era già emerso nello scorso episodio, ma le lacrime trattenute a stento quando Vanessa esce dalla porta dello studio sono una conferma del fatto che la dottoressa cela qualche segreta connessione, forse legata alla sua defunta antenata - o alter ego? - Joan Clayton.
Ancora una volta, dunque, Penny Dreadful trasuda letteratura, ma lo fa attraverso un processo di svecchiamento della materia d'origine, affrancando i propri personaggi non originali dal giogo dei molti adattamenti cinematografici e letterari, per donar loro uno smalto vivido e moderno nella propria suggestiva, meticolosa cura psicologica. Un ennesimo trionfo per il cuore e per gli occhi, un ennesima perla di un filo destinato, secondo le nostre previsioni, a proseguire senza perdere in lucentezza e perfezione.