Penny Dreadful 3x02, "Predatori vicini e lontani": la recensione

Ecco la nostra recensione del secondo episodio della terza stagione di Penny Dreadful, che a fronte di una relativa quiete ci regala uno sconvolgente colpo di scena finale

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Spoiler Alert
"Tutti noi siamo due cose, in un certo senso. Nel profondo del midollo. Angelo e diavolo, luce e buio. La lotta tra queste due cose è il verbo attivo che conferisce energia alle nostre vite." Il tragico dualismo della natura umana, esplicato con affascinata lucidità dal dottor Jekyll al collega Victor Frankenstein, potrebbe essere l'epigrafe di Predatori vicini e lontani, secondo episodio della terza stagione di Penny Dreadful. Una puntata meno frenetica di quanto la serie di John Logan ci abbia abituati a vedere, ma non per questo meno densa; anzi, la raffinata scrittura che, da sempre, contraddistingue questa gemma televisiva trova la propria strada per rivelarci preziosi dettagli che vanno ad arricchire, ancora una volta, un quadro di già notevole efficacia drammatica.

Tutto, nell'episodio, sembra poter essere ricondotto - in modo più o meno diretto - agli esperimenti condotti da Jekyll sulla divisione tra Bene e Male. In un complesso gioco di riflessi che rimbalzano da una scena all'altra, assistiamo quindi all'ennesima trasformazione del buon Ethan in licantropo, a scapito degli avventori di una taverna. Parallelamente, il suo padre spirituale Kaetenay si rivela essere anche la sua nemesi, in una posizione che lo rende l'ideale corrispettivo di ciò che Sir Malcolm ha rappresentato e rappresenta tuttora per Vanessa. Vanessa, già: la nostra fulgida, tormentata protagonista si trova a dover affrontare, ancora una volta, gli spettri del proprio travagliato passato, stavolta dinnanzi non solo alla dottoressa Seward, ma anche al ben più minaccioso cilindro sul quale l'alienista registra le sedute con i propri pazienti. Che la donna nasconda un interesse diverso da quello professionale nei confronti della sua paziente era già emerso nello scorso episodio, ma le lacrime trattenute a stento quando Vanessa esce dalla porta dello studio sono una conferma del fatto che la dottoressa cela qualche segreta connessione, forse legata alla sua defunta antenata - o alter ego? - Joan Clayton.

Se, da un lato, le sedute con la dottoressa Seward offrono a Vanessa la possibilità di risollevarsi dallo stato depressivo in cui era precipitata a seguito della diaspora dei suoi amici e dell'abbandono del suo Dio, dall'altro rischiano però di farla cadere nell'abisso del Male che, a grande sorpresa, rivela la faccia più innocente che si potesse immaginare: quella del dottor Alexander Sweet, la cui tenera amicizia profumata di romanticismo nei confronti della ragazza assume le cupe tinte di una persecuzione secolare quando, nell'agghiacciante finale, la visita di Renfield nel covo dei vampiri ne rivela la vera identità. La doppiezza della natura umana (e sovraumana, in questo caso) trova, in Sweet/Dracula, la propria esemplificazione più evidente, sebbene non sussistano al momento elementi per far supporre che vi sia una stilla di bene nel cuore del principe delle tenebre. Il tempo ci dirà se anch'egli, come Lily, serbi un briciolo di umanità, bastante al raccomandare a un disperato Victor di tenersi alla larga dalla dimora di Dorian Gray, dove la bella resuscitata e il suo nuovo compagno di avventure - sanguinarie - hanno appena accolto una giovanissima accolita, tale Justine sottratta, in extremis, a pratiche che ne sottolineano una derivazione desadiana che va ben al di là del nome.

Ancora una volta, dunque, Penny Dreadful trasuda letteratura, ma lo fa attraverso un processo di svecchiamento della materia d'origine, affrancando i propri personaggi non originali dal giogo dei molti adattamenti cinematografici e letterari, per donar loro uno smalto vivido e moderno nella propria suggestiva, meticolosa cura psicologica. Un ennesimo trionfo per il cuore e per gli occhi, un ennesima perla di un filo destinato, secondo le nostre previsioni, a proseguire senza perdere in lucentezza e perfezione.

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