È meglio aver amato e perso | che non aver mai amato. Intrisa di citazioni poetiche altissime, desunte dal grande poeta citato nel titolo dell'episodio - la cui morte fa da sfondo al riaffacciarsi alla vita dell'amata, travagliatissima protagonista - torna sogli schermi
Penny Dreadful, echeggiando in ogni sua parte la levatura dei versi scelti che ne costellano il procedere. Riprende le fila del racconto laddove s'era interrotta, la serie di
John Logan, e lo fa spaziando tra gli scenari polverosi del New Mexico, dove un
Ethan (Josh Harnett) ammanettato e sconfitto accorcia, suo malgrado, le distanze con il temibile padre, per arrivare alla tetra morte e allo spettro del cannibalismo in una nave incagliata al Polo, dove
John Clare (Rory Kinnear) inizia ad avere dolenti quanto scioccanti flash della propria vita antecedente il trattamento di "resurrezione".
In una Londra fumosa che un pallido sole non riesce a rendere meno tetra, perfetta eco dell'animo dei protagonisti, si lasciano corrodere dal male oscuro della depressione la bella Vanessa Ives (Eva Green) e il nervoso Victor Frankenstein (Harry Treadaway), ciascuno isolato nel proprio dramma, alle prese con la sofferta elaborazione della perdita di amore, famiglia, fede - nel senso lato che la serie ci ha ormai insegnato a decifrare e apprezzare. A riscattare i due giovani dal torpore esistenziale accorrono due figure, l'una - l'eccentrico Ferdinand Lyle (Simon Russell Beale) - già ben nota al pubblico di Penny Dreadful, l'altra nuova ma già celeberrima al suo primo apparire: il dottor Henry Jekyll (Shazad Latif). L'uomo soccorre Victor e gli promette aiuto nella caccia per redimere - o, in caso di fallimento, per sopprimere - l'amata Lily, ormai alleata dello spregiudicato Dorian Gray.
Un intervento esterno arriva a lenire anche l'animo ferito dell'altro grande protagonista della serie di Logan, quel
Sir Malcolm Murray (Timothy Dalton) che ha ormai assistito alla scomparsa dolorosa di quasi tutti i membri della propria famiglia, eccezion fatta per l'acquisita Vanessa, con cui continua a intrattenere una corrispondenza rimasta, per mesi, senza risposta. Recatosi in Africa per seppellire l'eroico amico Sembene, cade vittima d'un'imboscata provvidenziale che lo mette faccia a faccia col proprio salvatore morale:
Kaetenay (Wes Studi), prestante nativo con l'hobby dello scotennamento, che si presenta come padre spirituale di Ethan proponendo a Malcolm un'alleanza per salvare il suo protetto, sperduto nel West. E ricordandogli, di fatto, la propria missione: combattere fino alla fine dei propri giorni contro le forze del Male, le stesse forze del male che gli hanno sottratto impietosamente la figlia Mina, e che ora agiscono alla luce del sole - si fa per dire - per stringere, ancora una volta, la rete attorno a Vanessa, come ci fa intendere l'emblematico finale.
Eh già, perché il ricorso alle tecniche più avanguardistiche dell'alienista dottoressa Seward (Patti LuPone), in tutto e per tutto simile alla defunta Joan Clayton, catapulta l'ignara Vanessa nel cuore delle atmosfere stokeriane che avevamo già potuto apprezzare nella prima stagione dello show, attraverso la comparsa di ben tre personaggi desunti dal celeberrimo romanzo dell'autore irlandese: la citata dottoressa Seward, cui è stato convenientemente mutato il sesso nell'adattamento televisivo, il pavido Renfield (Samuel Barnett), qui promosso da paziente di un manicomio a segretario dell'alienista e, dulcis in fundo, proprio lui: il principe delle tenebre, il conte Dracula. Un nemico che Vanessa e Malcolm hanno già affrontato quando si sono trovati di fronte a una Mina ormai irrimediabilmente perduta, cui sono stati costretti a dare una pietosa quanto emotivamente straziante morte. Su quale nuovo alleato potrà contare la nostra bella protagonista? Forse sul dottor Alexander Sweet (Christian Camargo), zoologo dolce di nome e - apparentemente - anche di fatto, che sembra portare una ventata d'aria fresca nel cupo ristagno sentimentale della povera miss Ives.
Profondi e finemente trattati sono i temi di questo primo episodio: l'ambientazione fantastica non priva lo show di pennellate di vibrante realismo nel ritrarre la depressione che affligge Vanessa, coadiuvato dalla sempre sublime capacità interpretativa di Eva Green; e le volute psicologiche articolate, eppur mai forzate di ciascuno dei protagonisti continuano a conferire, alla serie, un magnetismo che cattura lo spettatore quasi a prescindere dagli eventi che si susseguono sullo schermo. E non c'è scena di combattimento che ci coinvolga tanto quanto la sequenza in cui Vanessa, rinvigorita dagli incontri con Seward e Sweet, riporta la casa di Sir Malcolm al proprio splendore, concedendosi infine una sigaretta in finestra, mentre declama gli stupendi versi tratti da
Maud di Tennyson. C'è tanta sostanza, alla base di
Penny Dreadful, e l'azione non diviene mai scusa per tralasciare l'interiorità dei personaggi, nel rispetto di una capacità d'approfondimento mai venuta meno finora; se a questo aggiungiamo un livello di ricerca visiva che farebbe impallidire molti prodotti destinati al grande schermo,
Penny Dreadful si conferma, a quanto possiamo ammirare da
The Day Tennyson Died, uno scrigno di meraviglie che non cessa di stupire i fortunati spettatori che vi si sono accostati due anni fa.