Penny Dreadful 2x03, "The Nightcomers" - La recensione

In un episodio flashback sul passato stregonesco di Vanessa, Penny Dreadful si concede un'acuta riflessione sull'emarginazione e sulla crudeltà

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Spoiler Alert
Tornando col pensiero alla scorsa stagione di Penny Dreadful, tra le varie gemme che la serie di John Logan ha regalato al suo pubblico spicca l'episodio flashback Closer than sisters, in cui veniva spiegata - in parte - la complicata relazione tra Vanessa e il Maligno. An questa seconda tranche di puntate, gli autori prendono per mano lo spettatore, gettandolo senza preavviso nell'abisso oscuro del passato della bella miss Ives e offrendogli un succulento quanto straziante assaggio dell'effettivo potenziale malefico di Evelyn Poole. Malgrado l'agghiacciante finale di Verbis Diablo, infatti, bisogna ammettere che, sino a questo terzo episodio, la caccia di Evelyn nei confronti di Vanessa sembrava tirata fuori dal cilindro di un bravo illusionista, ma fondamentalmente priva di radici. Grazie a The Nightcomers, tuttavia, il team sceneggiatoriale della serie è riuscito nella propria tardiva semina, mostrando come la perfida missione della bella strega fosse iniziata anni addietro, nel periodo precedente il sodalizio tra Vanessa e Sir Malcolm per salvare Mina.

Finalmente, grazie a questa parentesi nella brughiera, capiamo a fondo le ragioni del turbamento di Vanessa di fronte agli assalti delle tre streghe al servizio di Evelyn - assalti andati, per il momento, del tutto a vuoto. C'è infatti qualcosa che va ben oltre il terrore della definitiva vittoria del demonio sulla sua strenua resistenza, qualcosa sepolto nella memoria della ragazza e legato a un (ennesimo) dolore insanabile. Il dolore in questione ha il volto di Patti LuPone, che va ad aggiungersi alla pletora di performance memorabili già ammirate nel corso dei passati episodi vestendo i panni cenciosi di Joan Clayton, una misteriosa fattucchiera che, in una capanna immersa nell'uggiosa brughiera inglese, offre i propri servigi alle fanciulle delle comunità vicine: dagli aborti ai filtri d'amore, ogni declinazione dello scorbutico altruismo dell'anziana donna genera sentimenti ben lontani dalla riconoscenza. L'apprendistato di Vanessa presso questo personaggio vivido e ricco, anche se nato e morto all'interno di questo episodio, è un percorso a sé stante rispetto all'iter orizzontale della stagione, una finestra aperta e richiusa su una parte della storia che non fa procedere il racconto, ma che lo impreziosisce conferendogli una profondità inedita.

Le somiglianze con Closer than sisters non si fermano certo alla struttura analettica della puntata, ma si riflettono nelle tematiche trattate: il rapporto tra sorelle (di sangue o di cuore) torna protagonista, e anche stavolta è un rapporto incrinato, un cammino unico che si biforca in modo traumatico, generando una frattura insanabile tra due anime un tempo affini. Da un lato, con grande sorpresa, troviamo Evelyn, che ha venduto la propria anima a Satana per ottenere, così spiega Joan a Vanessa, ciò a cui tutti in fondo aneliamo: giovinezza, potere, bellezza, amore. Dall'altro abbiamo questa bizzarra fattucchiera che, in opposizione alle Notturne di cui la sorella fa parte, continua a operare secondo il bene, e mette in guardia la sua protetta dalle insidie del Maligno. Il legame tra le due donne non è privo di contrasti, ma anche in questo ripercorre le tappe fondamentali di quello madre-figlia, venuto a mancare anzitempo a Vanessa. Come ogni buona madre, gli insegnamenti di Joan non si limitano solo alle nozioni sulle proprietà della belladonna o della mandragora, ma diventano moniti e riflessioni acute sulla condizione femminile, cercata e poi ripudiata, oltraggiata a dispetto dei servigi resi alla comunità. A nulla servono le pietre magiche del circolo attorno alla casa di Joan, sono infatti gli uomini - istigati da Evelyn - a decretarne la rovina e bruciarla senza pietà di fronte a una straziata Vanessa, che viene di lì a poco marchiata a fuoco con il simbolo della croce.

È forse questo l'elemento più interessante di un episodio denso come pochi: all'interno di una serie in cui le forze sovrannaturali la fanno da padrone, l'acme dell'intensità drammatica è stato raggiunto da esseri privi di qualsiasi potere magico, gravati dal peso umanissimo della più gretta stupidità. Nulla, finora, ha scosso l'animo quanto assistere alla morte di Joan, martoriata dalle fiamme di una punizione che nulla ha di demoniaco, ma che anzi si fregia del titolo di giustizia. Il monito a Vanessa e, con lei, a tutti i protagonisti di Penny Dreadful è chiaro: Evelyn non si limiterà certo a incantesimi e sortilegi per annientare il suo nemico, e l'ascendente che avrà sulle coscienze dei comuni mortali è da temere quanto la sua terribile armata di streghe, se non di più.

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