Penny Dreadful 2x02, "Verbis Diablo" - La recensione

Con un finale tra i più agghiaccianti che la tv recente ricordi, Penny Dreadful convince e alza la posta in gioco di questa seconda stagione

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Spoiler Alert
Se con il primo episodio, Fresh Hell, Penny Dreadful aveva soddisfatto senza però sorprendere né aggiungere, di base, nulla di nuovo a quanto già detto dalla prima stagione, con Verbis Diablo il ritmo del racconto si fa più serrato, le dinamiche tra i personaggi sembrano abbozzare geometrie inedite e, soprattutto, il livello di tensione e di tensione viene alzato di parecchie spanne. Se l'indagine per la decifrazione della lingua del Diavolo che dà il titolo all'episodio si configura, inaspettatamente, come spunto umoristico per gli scambi tra l'eccentrico Lyle ed Ethan Chandler, la perfida Evelyn Poole continua a tramare nell'ombra contro Vanessa Ives, cercando da un lato di ammaliare Sir Malcolm e, dall'altro, di depistare le ricerche del gruppo attraverso Sir Lyle stesso, costretto a sottostare al giogo della donna pena la messa in piazza dei propri vizi privati. Ritroviamo finalmente Dorian Gray, intento a leccarsi la ferita lasciata dal rifiuto di Vanessa, consolato - o quantomeno distratto - da una misteriosa bellezza bruna che si fa chiamare Angelìque.

Assistiamo inoltre all'incontro tra Calibano, che ora si fa chiamare John Clare e attende il completamento della rieducazione di Brona a opera di Frankenstein, e Vanessa, scesa nei bassifondi londinesi su esortazione di Malcolm per assistere i malati di colera: attori più deboli sarebbero rimasti schiacciati dal botta e risposta su religione e letteratura tra i due personaggi, ma Rory Kinnear ed Eva Green confermano un talento interpretativo che è, assieme alla suggestiva resa visiva, l'ossatura della serie creata da John Logan.

Tema cardine dell'episodio sembra essere la manipolazione, in declinazioni più o meno esplicite. Ecco quindi la trasformazione di Brona sotto le mani di Victor, che finisce per influenzarne non solo l'aspetto esteriore ma anche il linguaggio, riportando Billie Piper alla nota chioma bionda con cui la conosciamo e spogliandola dell'ingombrante accento irlandese della prima stagione. Possiamo inoltre ammirare la duplice manipolazione operata da Evelyn su due uomini completamente diversi, se non opposti: da un lato, il rigoroso Sir Malcolm, che subisce il fascino oscuro della donna e sembra in qualche modo caduto vittima di un sortilegio scatenato da poche parole pronunciate nel suddetto verbis diablo; dall'altro, il povero Lyle che, liberato per una volta del suo ruolo comico, emerge come vittima di un vile ricatto.

Evelyn è una dominatrice, nel mondo terreno come in quello ultraterreno: questo ritratto sempre più contrastato e inquietante trova il suo culmine nella scena finale dell'episodio, tra le più impressionanti che la televisione recente ricordi, in cui la donna strappa il cuore di una neonata, rapita e uccisa dalla discepola Ecate, per inserirlo in una bambola dalle fattezze di Vanessa, sotto lo sguardo allucinato di una corte di fantocci, evidentemente sottoposti al medesimo, abominevole innesto.

Un'ennesima manipolazione, i cui effetti potremo vedere nelle prossime puntate di una seconda stagione che sembra fugare, con questo secondo episodio, ogni dubbio sull'eventuale inferiorità rispetto alla prima.

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