Penny Dreadful 1x04 "Demimonde": la recensione

Penny Dreadful arriva a metà stagione con un episodio intenso e dal finale sconvolgente

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Bellezza e morte sono i due temi principali della prima metà di stagione di Penny Dreadful. Due concetti legati tra loro e rimarcati ancora una volta in un particolare dialogo tra Dorian Gray e Vanessa Ives nel quale si sottolinea l'oscurità e la pericolosità insita in ogni splendido elemento della natura. Sono concetti ormai chiari e familiari, che discendono direttamente dai riferimenti colti cui la serie di Showtime si ispira, e che qui si prestano a ovvie riletture. Dorian Gray, che in questo episodio ritorna come carattere ben presente, ne è la rappresentazione maggiore. È a lui che spetta l'apertura e la chiusura di Demimonde, quarto episodio dell'anno, che conferma pregi e dubbi sullo show.

Pochi avrebbero puntato su un ritmo narrativo del genere, ancora trattenuto a metà del percorso stagionale, ancora avaro di spiegazioni. Sappiamo qualcosa, ma non dimentichiamo che buona parte delle nostre conoscenze derivano dal fatto che abbiamo a che fare con figure immortali della letteratura. La camera, per la prima volta qui retta dalla mano di Dearbhla Walsh, non ha bisogno di mostrarci cosa si nasconde dietro il velo scoperto da Dorian Gray. In altri casi si parlerebbe di un mistero tutto da svelare, ma naturalmente non qui. Idem per la doppia natura di Ethan, che fino allo scorso episodio ci credevamo in grado di svelare completamente tramite una serie di indizi, uno dei quali forse celato nella stessa bellissima opening della serie, e che invece questa settimana compie un ulteriore passo in avanti.

A rallentare ancora di più invece è la trama. Dialoghi come sempre evocativi e alti, ma una sostanza che in tutto questo fatica ad emergere. Le molte trame finiscono per convergere in una bellissima scena a teatro, in una rappresentazione violenta e grandguignolesca che è uno splendore da guardare nel suo continuo oscillare tra pubblico, scena e dietro-le-quinte, ma che non ci racconta molto di più di quello che sapevamo. Frankenstein continua ad essere perseguitato e ossessionato dalla Creatura, che lo bracca e gli intima di portare a termine il compito (sarà Brona la sua "sposa cadavere"?). Entra in scena nel frattempo anche il personaggio di Van Helsing – un altro che non ha bisogno di presentazioni – che illustra allo scienziato, e a noi, un lato pseudoscientifico del vampirismo. E infine i vampiri arrivano davvero, con la presenza di uno dei signori oscuri per eccellenza che finalmente si manifesta – anch'ess sorprendendoci per le modalità della sua apparizione – nella villa di Sir Malcolm, evocato da quel Fenton che ci ricorda tanto il letterario Renfield.

Eppure rimane il senso di sorpresa e macabra meraviglia di fronte agli eventi, di fronte ad un episodio che per tutta la sua durata ci racconta implicitamente la possibile evoluzione di un rapporto, e che invece smentisce se stesso in un finale sorprendente e inatteso. Alla fine Ethan, personaggio tra i più sacrificati fino ad ora, ne esce nettamente rinforzato e migliorato. Penny Dreadful scorre silenzioso e implacabile, senza scendere in profondità, ma rivestendo la superficie di una splendida e significativa patina di orrore.

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