Penguin Highway, la recensione del film
Ieri e oggi è nei cinema italiani Penguin Highway, film d'esordio di Hiroyasu Ishida
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Il secondo appuntamento della settima stagione Nexo Anime vede arrivare nei cinema italiani Penguin Highway, lungometraggio animato - basato sull'omonimo romanzo giapponese per ragazzi - che segna l'esordio del regista Hiroyasu Ishida.
La cittadina giapponese dove vive Aoyama è oggetto di un misterioso fenomeno: l'improvvisa comparsa di pinguini. Il bambino non riesce a tenere a freno la sua curiosità e analizza questa anomalia con piglio empirico, cercando di avvistare gli uccelli antartici nella speranza di capirci qualcosa in più. Con il tempo, Aoyama si affiancherà ad alcuni suoi compagni di classe, superando differenze e antipatie, per dar vita a una sorta di club degli esploratori che indaghi sulle varie apparizioni sovrannaturali, probabilmente collegate tra loro.
Per essere un'opera prima, Ishida riesce a dare forma a un film che denota già una forte identità e la volontà di presentarsi come una voce importante del Cinema d'animazione giapponese negli anni a venire. Per il pubblico occidentale è difficile non vedere nell'opera tracce dei più grandi registi di anime giunti nelle nostre sale, come i personaggi di Mamoru Hosoda, gli scenari di Hayao Miyazaki o le sequenze visionarie e surreali di Satoshi Kon; nulla che sia fortemente ricalcato, sia chiaro, ma sono similitudini che è possibile rilevare, le quali non rappresentano per forza un difetto, anzi: sono ingredienti che vengono mescolati a una ricetta già abbastanza definita e gustosa di per sé.
Dal punto di vista narrativo, invece, abbiamo accusato un'eccessiva lunghezza del film: due ore sono una durata sproporzionata rispetto a quanto viene raccontato e, anche se i momenti di tranquillità più slice of life sono ben realizzati, quindici o venti minuti in meno avrebbero giovato all'efficacia della resa finale. Il character design di Yojiro Arai è delizioso e permette di affezionarsi rapidamente ai personaggi. Le animazioni sono di alta qualità e in alcuni passaggi raggiungono vette di fluidità stupefacenti, anche se in certe scene viene utilizzata abbondantemente una computer grafica che fatica a integrarsi in modo omogeneo con l'animazione tradizionale.
In conclusione, di cosa parla realmente Penguin Highway? È un film sulla separazione, sull'abbandono e sulla scomparsa, ma tratta questi argomenti sottopelle, facendoli risuonare nello spettatore senza "gridarli" dallo schermo. Gli elementi fantastici della storia catturano l'attenzione fin dalle prime battute e, anche se la risoluzione potrebbe non soddisfare tutti gli spettatori, si esce dalla visione soddisfatti. Una buona sceneggiatura - non priva di difetti - un ottimo comparto tecnico e una colonna sonora ispirata al servizio di una regia che denota già un talento promettente.
Hiroyasu Ishida, sentiremo ancora parlare di te.