Pazzo per lei, la recensione
Pazzo per lei è una piccola ma sincera commedia romantica che sotto la sua superficie parla con onestà e semplicità della malattia mentale
Diretto da Dani de la Orden, Pazzo per lei è una piccola ma sincera commedia romantica che sotto la sua superficie rosa e leggera parla con onestà ed efficace semplicità della malattia mentale e nello specifico della depressione, facendo riflettere lo spettatore su cosa voglia dire prendersi cura di qualcuno che convive quotidianamente con dei mostri interiori.
In tutta la sua prima parte di presentazione dei personaggi, Pazzo per lei sembra essere un film piuttosto banale, che anzi fa proprio storcere il naso per alcune forzature di trama (Adri che ritrova magicamente la ragazza e poi si fa ricoverare come se fosse una cosa da niente). Tuttavia, superate le premesse il film prende una nuova, positiva, direzione: è infatti dentro la clinica, tra nuovi personaggi e altrettante sottotrame, che Pazzo per lei diventa quasi un altro film, guadagnando il giusto spazio ed equilibrio per la messa in scena del suo tema portante.
La cosa veramente bella di Pazzo per lei è soprattutto il modo in cui lega i personaggi, in un doppio anello, alla struttura psichiatrica e al mondo ordinario. Seppur la struttura sia qui descritta non come un luogo di fallimento dell'individuo ma di accettazione della malattia, è in realtà solo grazie all'aiuto del prossimo, esterno a quelle quattro mura, che costruisce la speranza, vedendo in esso l'obiettivo verso il quale puntare. Un passo alla volta.
Cosa ne dite della nostra recensione di Pazzo per lei? Scrivetelo nei commenti dopo aver visto il film!
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