Patrick Melrose 1x04 "Latte Materno": la recensione

La nostra recensione della puntata di Patrick Melrose intitolata Latte Materno

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Il racconto della vita di Patrick Melrose, in questa quarta puntata dell'adattamento televisivo dei romanzi di Edward St. Aubyn, si concentra su quanto accade nell'estate del 2003. In Latte Materno il personaggio interpretato da Benedict Cumberbatch ritorna nel sud della Francia per trascorrere del tempo insieme alla moglie e ai figli nella proprietà di famiglia e assistere la madre Eleanor (Jennifer Jason Leigh), anziana e gravemente malata.
La situazione è però resa ancora più complicata dalla presenza di Seamus (Jonjo O'Neill), il responsabile di un'organizzazione "benefica" a cui si è avvicinata la madre di Patrick, decidendo di lasciare a questa realtà tutti i suoi averi in eredità, senza quindi permettere a Patrick di continuare a utilizzare la proprietà in terra francese. La scoperta di questa scelta riporta l'uomo in un tunnel di rabbia e frustrazione e nella prima parte della puntata è di grande impatto emotivo il discorso in cui spiega alla moglie Mary (Anna Madeley) che preferirebbe morire piuttosto di trasmettere il veleno che sembra essere passato di generazione in generazione nella sua famiglia.
La permanenza in quegli spazi porta poi Melrose a dover riaffrontare i ricordi dolorosi legati alla violenza del padre e, giorno dopo giorno, Patrick ricomincia a bere e ad allontanarsi della sua famiglia, rialimentando anche una relazione extraconiugale con Julia (Jessica Raine) e fallendo in ogni suo tentativo di far trascorrere ai suoi figli, in particolare a Robert (Marcus Smith) un'estate memorabile dal punto di vista positivo. Il ragazzino si trova persino d'accordo con Julia quando rivela al protagonista che alle volte le sembra di non esistere, apparendo quasi invisibile agli occhi degli altri. Il legame padre-figlio dà vita anche a molte similitudini tra le due dimensioni temporali, tra corse nei prati e momenti di triste solitudine.
Patrick, nonostante il suo desiderio di essere un buon padre e marito, scivola, a causa della tensione causata dal dover controllare i documenti legali dell'eredità della madre, in abitudini profondamente negative, trascorrendo anche una notte con Julia per scoprire se la loro noia e solitudine, una volta unite, si annullino a vicenda o, al contrario, rendano ancora più complicata la vita quotidiana.
Il risentimento che prova nei confronti Eleanor spinge poi il protagonista a cercare un modo per non rimanere economicamente in difficoltà, facendo inoltre emergere la consapevolezza che per stare meglio dovrebbe lasciar andare per sempre il suo passato. Il rapporto con Mary affronta in Latte materno alti e bassi tali da giustificare un allontanamento emotivo che spinge la donna a iniziare a immaginare una vita distante dal marito e l'incapacità di confessare le violenze subite rendono difficile a chi sta intorno a Patrick capire le sue reali motivazioni per i comportamenti sopra le righe e negativi. L'involuzione del protagonista, aggravato dalle richieste della madre, è costruita in modo efficace seguendone le varie tappe, rappresentando in modo realistico il riaffiorare dei demoni e delle emozioni che tormentano l'esistenza del personaggio.

La sceneggiatura firmata, come sempre, da David Nicholls, costruisce con attenzione le varie fasi del distacco tra Patrick ed Eleanor, inserendo alcuni flashback utili a capire da una parte il risentimento del figlio e dall'altra la solitudine della madre e il suo senso di colpa non confessato. Con tutti i suoi difetti, la figura di Patrick assume dei contorni sempre più tragici nel mostrare come la sua volontà venga limitata dall'istinto autodistruttivo e dall'incapacità di trasmettere realmente e senza ombre il suo amore ai figli, da cui si mantiene quasi distante per timore di "danneggiarli" con i sentimenti negativi legati al suo passato. Il senso di abbandono e di tradimento che prova il protagonista creato da Edward St. Aubyn viene espresso nel migliore dei modi da Cumberbatch che regala alcune delle sequenze emotivamente più coinvolgenti dell'intera serie con i suoi scatti di rabbia e i commenti sarcastici, senza però dimenticare di lasciar trasparire il lato vulnerabile e sensibile del personaggio. L'attore britannico, grazie all'ottimo lavoro compiuto con la regia e la sceneggiatura, mantiene infatti un legame con la versione di Patrick bambino e a quell'incapacità di comprendere i motivi per cui la madre non ha trovato il modo e la forza per difenderlo. La figura di Eleanor appare invece meno convincente, con un'interpretazione sicuramente di livello, ma leggermente priva di quelle sfumature che avrebbero reso maggiormente significativo il viaggio nella mente della donna nell'ultima fase della sua vita all'insegna dei rimpianti.
Tra gli interpreti non si può non segnalare la buona performance del giovanissimo Marcus Smith nel mostrare un bambino segnato a suo modo dai problemi del padre, ma in grado di esprimere apertamente la propria insofferenza, come accade con il confronto diretto con l'opportunista Seamus, figura che forse avrebbe potuto avere maggior spazio per comprendere realmente il legame esistente tra lui ed Eleanor.

In Latte Materno ritorna inoltre evidente la bravura del regista Edward Berger nel creare delle immagini visivamente ricche di metafore e costruite con attenzione per mostrare tutti i punti in comune tra passato e presente: dallo scorpione intrappolato da Patrick alla sua apparizione dal balcone da dove David (Hugo Weaving) controllava dipendenti e membri della sua famiglia, dagli spazi vuoti che conducono a stanze in cui si verifica una tragedia personale dalle conseguenze a lungo termine su tutti i Melrose all'urlo disperato di Patrick sotto la superficie dell'acqua in piscina. Il senso di oppressione vissuto dai personaggi, grazie alla costruzione delle inquadrature e all'uso degli spazi, appare evidente e significativo, riuscendo a creare un contrasto efficace con la bellezza quasi selvaggia della natura che circonda la tenuta.

Latte Materno, seppur non essendo forse all'altezza in tutta la sua interezza degli episodi precedenti, permette ai fan di Cumberbatch, ancora una volta, di apprezzarne il talento e rappresenta un ottimo capitolo di passaggio per arrivare all'atto conclusivo di questa tragedia moderna così realistica ed emotivamente coinvolgente.

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