Paranormal Activity - la recensione

Una coppia si ritrova a dover convivere con delle inquietanti presenze nella loro casa, fino a che... Notevole esempio di horror ultra low budget, anche se un po' troppo lungo...

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Recensione a cura di ColinMckenzie

TitoloParanormal ActivityRegiaOren Peli
Cast
Katie Featherston, Micah Sloat, Mark Fredrichs, Ashley Palmer, Amber Armstrong Uscita5 febbraio 2010La scheda del film

Ammetto francamente di essere stato scettico su questo titolo. La nomea di nuovo Blair Witch Project mi aveva forse più inquietato di quanto potesse fare il film stesso, considerando che avevo detestato quell'operazione, francamente noiosissima per tutta la sua durata (con l'eccezione degli ultimi dieci secondi).

Paranormal Activity, per fortuna, è un prodotto diverso. Sì, è stato girato comunque con pochissimi soldi (anche se ovviamente le cifre ufficiali dimenticano di menzionare il riversamento in pellicola e tutto quello che è legato alla postproduzione), ma dietro c'è chiaramente un regista e una storia intriganti.

Intanto, il primo pregio rispetto a Blair Witch Project è che questo titolo ci mette pochissimo a entrare nel vivo dell'azione. In questo modo, si costruisce un'inquietudine che ci portiamo dentro per tutta la pellicola, visto che le situazioni sono costruite in maniera discreta e soprattutto variano a sufficienza per non annoiare. 

E, di sicuro, alcune scene sono molto efficaci e anche sorprendenti. E' il caso soprattutto dell'ultima mezz'ora, in cui c'è la sequenza più spaventosa, ma anche un finale che non sfocia (come si poteva temere) nella banalità. In questo senso, l'interpretazione dei due protagonisti è assolutamente corretta nel mantenere uno stato di normalità a una situazione eccezionale.

Dato a Cesare quel che è di Cesare, non è neanche il caso di gridare al miracolo. E' ovvio che tutto il fenomeno legato a questo film e gli straordinari incassi ottenuti negli Stati Uniti abbiano suscitato grande interesse, ma conviene comunque mantenere i piedi per terra. Sicuramente, non avrebbe fatto male tagliare una quindicina di minuti, visto che tutta l'azione si svolge in 2-3 ambienti domestici ed è ovvio che è difficile mantenere la tensione sempre alta. E non sarebbe stato male aggiungere qualche altro personaggio, a parte la figura dello studioso che forse non è sfruttata al meglio.  

Comunque sia, un esordio assolutamente interessante, che fa ben sperare per il futuro di Oren Peli. Quantomeno, che il suo nome non venga accostato a quelli di Daniel Myrick e Eduardo Sánchez articoli che cominciano con "che fine ha fatto...".

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