Panic (prima stagione): la recensione

Panic si colloca a metà tra il teen drama e il distopico young adult, ma fatica a funzionare per entrambi

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Panic (prima stagione): la recensione della serie Amazon Prime Video

Panic si colloca esattamente a metà tra il teen drama, genere intramontabile, e il distopico young adult, genere che invece è tramontato da un po'. Nel rimanere in mezzo tra questi due approcci, non riesce a funzionare davvero rispetto a nessuno dei due. Troppo seriosa e poco convincente la parte romantica, mai creativa la parte con le sfide mortali, Panic trascina per dieci episodi un intreccio superficiale. Tantissimi sono i cliché che reggono i drammi personali di tutti questi neodiplomati che dimostrano parecchi più anni di quelli che avrebbero, e in generale la serie fatica anche come guilty pleasure.

Panic è l'adattamento del romanzo omonimo scritto da Lauren Olivier, che qui partecipa anche come regista e sceneggiatrice. La storia si svolge nella piccola e poco interessante cittadina di Carp, nel Texas. Qui ogni anno un gruppo di adolescenti – non obbligati, ma su base volontaria – partecipa ad una serie di prove, che vanno proprio sotto il nome di Panic, e alla fine emerge un vincitore che prende un premio in denaro molto grosso. Per tutti loro si tratta dell'occasione della vita per lasciarsi alle spalle un luogo senza prospettive e andarsene. Heather, giovane con una famiglia difficile, decide di partecipare al pericoloso gioco.

Sulla carta, l'idea di Panic non è sbagliata. Ogni young adult distopico che abbiamo visto negli ultimi anni, da Hunger Games a Divergent, porta con sé l'idea di un mondo nel quale i giovani sono schiacciati dagli adulti. Gli adulti mentono, gli adulti sono inaffidabili, i giovani sono manipolabili, ma sono anche la speranza di un cambiamento. Panic toglie tutta quell'idea di metafora e racconta letteralmente quella cosa lì. E lo fa appoggiandosi senza remore a una scrittura carica di cliché. Heather, aspirante scrittrice, si prende cura della sorellina piccola mentre soffre una madre che si droga, le ruba i soldi messi da parte e frequenta uomini terribili. Ray, il bullo sboccato ma dall'animo romantico. Dodge, il tenebroso molto serio. Bishop, il bravo ragazzo di cui Heather potrebbe essere innamorata.

È una serie così. Probabilmente uscita fuori tempo massimo e senza quella capacità di reinventarsi per svecchiare il genere. Non aiuta il fatto che le relazioni romantiche e gli innamoramenti che la serie pretende di raccontare suonino tutti abbastanza forzati. Non c'è chimica tra i personaggi e le coppie, e ogni svolta appare più dovuta che giustificata. L'intreccio prosegue di pari passo, senza giustificare mai veramente questa assurda competizione che è Panic (le prove non sono interessanti) e senza divertirsi con le sue premesse. Ne risulta una storia continuamente fuori fuoco, che non riesce mai veramente a convincerci dell'importanza di quel che racconta.

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