Pam & Tommy: la recensione della serie

Arriva su Disney+ Pam & Tommy, la serie sul furto del sex tape più famoso di sempre per cui ha senso attivare il parental control

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Pam & Tommy: la recensione della serie

Vedere Tommy Lee (Sebastian Stan) che dialoga col suo pene (doppiato in originale da Jason Mantzoukas) non è la cosa più strana che vi capiterà guardando Pam & Tommy, la serie TV di Craig Gillespie, Evan Goldberg e Seth Rogen che racconta i "pittoreschi" retroscena del furto del più noto - badate bene, non il primo - sex-tape della storia. Quello girato dai novelli sposini Pamela Anderson, la solare star chirurgicamente modificata di Baywatch, presenza fissa nei paginoni centrali di Playboy negli anni '90 (e nelle fantasie erotiche di buona parte dei maschi etero cisgender dell'epoca) e dal suo "esuberante" marito Tommy Lee, batterista e fondatore dei Mötley Crüe, la band glam metal da più di 100 milioni di album venduti che ha vissuto il suo periodo d'oro fra il 1983 e il 1991. Un quartetto, quello formato da Vince Neil, Nikki Sixx, Tommy Lee e Mick Mars non certo estraneo alle stravaganze e agli eccessi. Se siete all'oscuro e vi va di approfondire potete recuperare la visione di The Dirt (LEGGI LA RECENSIONE); sta su Netflix ed è tratto dall'omonimo libro autobiografico della band. Vi basti sapere che comincia con la scena di un party a base di cunnilingus e squirting.

Dicevamo.

La cosa più strana che vi capiterà sarà quella di ritrovarvi inaspettatamente a pensare e a mettere in discussione, specie se avete un'età tale da ricordare l'accaduto, la relazione che abbiamo con internet, i media, le celebrità e, soprattutto, la gestione della privacy.

Non è di certo la prima volta che Craig Gillespie, regista di tre degli otto episodi che compongono questa serie "one shot" in arrivo dal 2 febbraio su Disney+ all'interno della sezione Star (un debutto che potrebbe anche essere la volta buona per attivare il parental control sulla piattaforma se avete figli piccoli e ancora non l'avete fatto), ci racconta la storia di un sogno americano che viene infranto. C'era già passato con Tonya, il lungometraggio basato su una delle più note fidanzatine d'America, la pattinatrice su ghiaccio Tonya Harding, che macchiò per sempre la sua liaison d'amour con i suoi compatrioti con il caso Kerrigan, uno degli scandali sportivi più noti di sempre.

Da Tonya, Craig Gillespie recupera il sodalizio con Sebastian Stan, lo tatua da capo a piedi, gli mette due piercing ai capezzoli e, con una mossa geniale per il forte contrasto che si viene a creare con l'immagine tradizionale, angelicata e soave che ha grazie ai ruoli di Cenerentola, Downton Abbey e Baby Driver, affida la parte della "donna esplosiva" - per dirla alla John Hughes - per eccellenza degli anni novanta a Lily James. Che sotto il make-up e il seno finto dell'indimenticabile interprete di C.J. Parker risulta anche più convincente e sfaccettata di un Sebastian Stan che, dopo i traumi di Bucky Barnes, sembra divertirsi alla grande con la sua versione del talentuoso batterista dei Mötley Crüe. La sua Pamela Anderson riesce a restituire tutta l'esuberanza e le insicurezze di un'icona dello show business che, malgrado i tentativi, non è mai riuscita a scollarsi di dosso lo status di "bomba sexy" forse per un mix di circostanze storiche, mancanza di talento attoriale e opportunità. Lily James attraversa tutte queste situazioni con efficacia, trasmettendo la giusta empatia.

Ma al di là della cronaca di un furto, quello effettuato dal carpentiere Rand Gauthier interpretato da un Seth Rogen nei panni del personaggio con la stessa proverbiale comodità del pisello nel suo baccello, che inizialmente gioca con i sentimenti dello spettatore portandolo a pensare che, forse, a conti fatti, Tommy Lee e Pamela Anderson un po' si meritavano quello che gli è accaduto, Pam & Tommy usa questa vicenda in cui la celebrità vera, quella perduta e quella "wannabe" del sottobosco dell'industria del porno losangelina (l'attore e produttore "zio" Miltie di Nick Offerman meriterebbe una celebrazione a sé) si mischiano insieme senza soluzione di continuità per raccontare altro. Ovvero che il sex tape di Pam & Tommy ha cambiato per sempre le regole del gioco nella gestione della sfera privata e della sfera pubblica da parte delle star più o meno famose e lo ha fatto perché, nel frattempo, si stava diffondendo sempre di più ai quattro angoli della Terra quel gigantesco peep show globale chiamato internet. Nella seconda metà degli anni '90 dallo spioncino digitale potevamo osservare "solo" Pamela Anderson e Tommy Lee.

Pam & Tommy - Teaser

Ora i dati trafugati dal cloud non risparmiano più nessuno e non fanno neanche più notizia. Figuriamoci i sex tape che, da Paris Hilton a Kim Kardashian, non fanno né caldo né freddo, anestetizzati come siamo dalla sconfitta della privacy dichiarata da tutti noi - famosi o meno - che decidiamo di scendere nell'arena del WWW e delle varie piattaforme social. Ed è esattamente di questa perdita dell'innocenza che parla, con notevole efficacia, Pam & Tommy. Al netto di qualche incertezza di make-up, Jay Leno sembra uno degli Sgommati, e di passaggi sulla "battaglia dei sessi" un po' troppo marcati, didascalici e scritti in stampatello perché, ormai lo sappiamo, agli americani piace così. Le cose vanno SCRITTE IN GROSSO sennò il pubblico potrebbe non capire bene che sì, effettivamente, la diffusione del sex tape ha sicuramente fatto più male alla carriera di Pamela Anderson (anche più di quanto possa aver fatto l'aver scelto volontariamente d'interpretare Barb Wire), perché la mentalità maschilista negli anni '90 era decisamente marcata e Tommy Lee, dal canto suo, una volta digerita l'esperienza non proprio gustosissima, avrebbe comunque potuto ironizzare sulla importante "dimensione artistica", per dirla alla Elio e le storie tese, della sua "terza bacchetta". D'altronde, negli anni in cui Pamela Anderson correva al rallenty sulle spiagge californiane di Baywatch, Tommy Lee era quello del gruppo di Girls, girls, girls, di Kickstart My Heart, di Home Sweet Home. Sonorità che il pubblico degli anni novanta aveva relegato al cassetto dei ricordi e che ai giovani non interessavano perché gli anni novanta erano l'epoca del grunge dei Nirvana, del rock industriale dei Nine Inch Nails e dell'indie rock di Beck. E per ricordare alla gente che esisteva una rockstar di nome Tommy Lee serviva un sex tape rubato da un carpentiere al quale non era stato corrisposto quanto dovuto per i lavori fatti nella villa da sogno della coppia. Una cassetta che ha fatto masturbare il mondo intero grazie a un momento di vita coniugale trafugato in cui i due non facevano nulla di sbagliato, nulla che non viene fatto, ieri come oggi, anche da qualche altro miliardo di persone. E che forse, chissà, a lungo andare ha fatto anche guadagnare dei soldi alle due vittime.

Pam & Tommy è, forse, il cautionary tale più appropriato per un'epoca in cui tutti noi, chi più, chi meno, tendiamo a sentirci delle celebrità grazie a una manciata di like sui social.

E sì, vedere su Disney+ accanto ad Encanto ed Eternals la slide di una serie in cui Tommy Lee parla col suo pene si aggiunge alla lista di cose strane che ci capiteranno durante la visione di Pam & Tommy.

Cosa ne pensate della nostra recensione di Pam & Tommy, la serie dal 2 febbraio su Disney+? Potete dire la vostra nei commenti qua sotto!

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