The Pale Blue Eye - I delitti di West Point, la recensione
C'è una strana distanza tra le ambizioni della sceneggiatura di The Pale Blue Eye e quelle del film che pare vergognarsi della sua leggerezza
La recensione di The Pale Blue Eye - I delitti di West Point, in uscita su Netflix il 6 gennaio
Siamo nel reame del fantasioso (ma non del fantastico) e del predittivo, cioè quel tipo di storie che hanno al centro figure che saranno grandi e che in sé contengono mille richiami, germi e indizi di quel luminoso futuro. Qui ci sono i corvi, ci sono i pallidi occhi celesti (appartengono ad una ragazza di cui si innamora, che sorpresa), c’è un cuore rivelatore (da quella storia breve viene pure il titolo) e una Leonore (di nuovo, tutte storie di amori infelici), soprattutto c’è l’atmosfera gotica resa con una coperta di color correction blu e abbassando la luminosità di tutti i fari sul set. Per il resto l’indagine che Scott Cooper si affanna a mettere in scena lavorando tantissimo di fotografia con Masanobu Takayanagi (con cui ha lavorato di frequente nei suoi altri film da Hostile a Black Mass), è una sceneggiatura classica adattata da lui stesso da un romanzo dei primi anni 2000.
In un film in cui i personaggi sono americani ma sono interpretati quasi tutti da attori inglesi (Melling, Bale, Gillian Anderson, Timothy Spall, Simon McBurney, Toby Jones…) con un teatralismo che tutto insieme appesantisce un po’ il racconto e, cosa incredibile, non è invece utilizzato nel sottofinale d’azione fiammeggiante, l’impressione forte è che Cooper abbia pensato di essere migliore della sceneggiatura che gli è capitata. Scritto così questo è cinema anni ‘90, anche buono, un film leggero e di tensione che è stato trasformato forzatamente in qualcosa di ben più ponderoso senza che ne esistano le basi. E quanto è peggio sembra non averlo detto agli attori! Così anche quel che di divertente si poteva cavare da questa storia di misteri, indagini e morti improvvisi viene schiacciato da pretese di cui, vista la scrittura, davvero non si comprende la ragione.
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