Paddington, la recensione

Un altro orsetto in cgi dopo Ted. E' l'educato Paddinton, dai libri di Michael Bond. Avventura adorabile con un bravo Francesco Mandelli come voce italiana

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Orsù... dovete scegliere l'orso in cgi che preferite. Volete il Ted di MacFarlane (scurrile, drogatone, perdigiorno, sessuomane e infantile) o il Paddington di King dai libri di Bond (educato, serio, disciplinato e dolcissimo)? King non è Stephen ma Paul e Bond non è James ma Michael. Sono rispettivamente regista e padre letterario dell'unica piacevolissima uscita in sala di questo Natale italiano 2014 ovvero Paddington.

Comunque e qualunque orso scegliate... scegliete bene perché sia la commedia scorretta della crescita maschile di MacFarlane datata 2012 che l'avventura favolistica oggi diretta da King sono due eccellenti prodotti cinematografici.

Il film di Paddington, libero e audace adattamento tratto dai libelli che l'ottantottenne Bond scrisse a partire dal 1958 poi diventati anche serie tv di successo dal 1975, vede il nostro orsetto educato arrivare via nave a Londra dal lontano, e soprattutto misterioso, Perù.

Prima, in un delizioso prologo che gioca con il linguaggio del documentario (sembra di vedere il geniale mockumentary Forgotten Silver di Costa Botes e Peter Jackson), avevamo assistito alla scoperta da parte di un esploratore britannico di una bizzarra famiglia di rari orsi (il Tremarctos ornatus), in grado di parlare e imparare molto velocemente le squisite gioie di un'impeccabile educazione british. E' questo il formidabile gancio in sceneggiatura per giustificare l'arrivo dell'orsetto nella capitale britannica. Paddington, nipote di quegli orsi sui generis scoperti dall'esploratore nel misterioso Perù (l'irresistibile tormentone del film), è approdato a Londra dopo un cataclisma naturale e lì dovrà cercare riparo e conforto.

Incontrerà un'adorabile famigliola di squinternati ma umanissimi poveri diavoli composti da madre sognatrice, padre apprensivo, figlio represso e figlia problematica (semplicemente perché è adolescente).
Davvero fantastici questi signori Brown, realistici e fantasy insieme, soprattuto grazie al padre di Hugh Bonneville (una prova magistrale) ed alla madre di Sally Hawkins (che brava).
Cosa succederà al nostro tenero Paddington? Adattamento alla vita borghese (l'orsetto è un casinaro suo malgrado a differenza del volontariamente punk Ted), amicizia con i figli Brown, ricerca dei discendenti di quell'esploratore che incontrò i suoi zii (brillante l'idea di sfruttare il cappello come indizio) e... sopravvivenza.

Eh già... perché il film ha una marcia in più: Nicole Kidman.

Con gelido capello a caschetto biondo da nazista (o Raffaella Carrà), la Kidman è molto sexy e realmente cattiva nei panni di una signora che vuole uccidere Paddingotn. Avete capito bene. Non rapire, non minacciare, non venderlo a uno zoo o rubargli la marmellata. Lei vuole proprio ucciderlo e lo dice ogni tre per due. C'è la motivazione? Sì. Ed è grossa come una casa.
Veramente una psicopatica supersexy in stile Malefica o Crudelia De Mon questa letale signora Millicent.

Dispiace veramente che la Kidman non sia stata mai così convincente ne La bussola d'oro. Ma evidentemente mancava un tocco bizzarro ed estremamente sofisticato come quello di Paul King alla regia. E' un cineasta che, dopo Paddington, terremo molto sott'occhio.

Il film è un'avventura per bambini mai stucchevole (a differenza del nostro Il ragazzo invisibile) perfettamente in target con un pubblico che si vuole conquistare (sempre a differenza del nostro Il ragazzo invisibile) attraverso la dolcezza dell'orsetto, la sua innata simpatia ma anche una bella dose di azione e avventura anche grazie a un villain riuscitissimo e accattivante come la bionda Millicent.
Davvero un gran bel film. Come Ted. Ma allora... perché scegliere per forza tra lui e Paddington e non prenderli tutti e due?
Anzi rilanciamo: vogliamo gli Avengers degli orsetti in cgi. Vogliamo presto una cross production dove Paddington & Ted possano vivere insieme un'avventura. Sai che ficata?

Nota: Francesco Mandelli è molto bravo nell'essere irriconoscibile come voce italiana di Paddington. Complimenti per la scelta e per come la si è adattata al tono del film.

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