Outsiders 1x03 "Messengers": la recensione
Buon terzo episodio per Outsiders: continuiamo a conoscere i protagonisti e le loro motivazioni
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I primi dieci minuti di Messengers, terzo episodio di Outsiders, si disinteressano quasi completamente della trama principale e vanno solo a raccontare un matrimonio come tanti presso i Farrell. Ancora una volta la serie di WGN America ci conferma che l'interesse principale in queso inizio di stagione è costruire un contesto interessante e definito, piuttosto che procedere a marce forzate con una storia che potrebbe appassionarci oppure no. Questo avviene un po' per necessità, perché è difficile capire che nel momento in cui la famosa montagna viene avvicinata dal governo, gli eventi precipiteranno subito, ma anche per scelta consapevole della scrittura, che costruisce pezzo dopo pezzo caratterizzazioni e relazioni.
Lo stesso Hasil, che la scorsa settimana avevamo visto in un ruolo più tranquillo e addirittura romantico, si lascia andare a gesti rabbiosi, e toccherà allo sceriffo Wade mettersi in mezzo ancora una volta per evitare un casus belli. La parte più interessante e conflittuale della puntata però arriva con l'immancabile riunione cittadina nel corso della quale si iniziano a far valere le ragioni di una parte e dell'altra. Dopo aver ascoltato una serie di pareri più o meno validi, è lo stesso Asa a scendere in campo, citando l'inno americano e sfidando apertamente chiunque deciderà di salire sulla montagna. L'idea di un pesonaggio come Asa, al limite tra i due mondi, viene continuamente sfruttata per sottolineare il contrasto esistente tra il "sopra" e il "sotto", tra la montagna e la cittadina: una visione in cui il personaggio di Joe Anderson interpreta sempre la parte del pesce fuor d'acqua.