Outsiders 1x02 "Doomsayer": la recensione

Secondo convincente episodio per Outsiders: conosciamo meglio i Farrell e le loro tradizioni

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Al suo secondo appuntamento settimanale Outsiders continua a convincere. Senza momenti particolari, senza colpi di scena o scoperte sensazionali, ma spingendoci ancora di più all'interno del pericoloso e selvaggio mondo dei Farrell. Doomsayer è un episodio che potremmo definire di transizione, se non fosse così strano trovarsi di fronte a qualcosa di questo genere già al secondo episodio. Più precisamente è un episodio "di caratterizzazione" in cui dal punto di vista degli eventi accadrà poco o niente, e comunque i fatti determinanti sono tutti relegati al finale, ma nel quale sentiamo di capire di più sui personaggi, le loro motivazioni, le loro relazioni.

Emergono su tutti i caratteri diametralmente opposti di Lil Foster e Asa. Il primo tenuto alle corde dal padre, che nel frattempo pur non avendone la maturità ha scalzato l'anziana madre come guida del gruppo, e ansioso di dimostrargli quanto vale. Non sapremo mai quanto la nostra familiarità con Ryan Hurst ci abbia influenzati nel giudizio, ma è facile empatizzare con il suo dolore, la sua frustrazione – ha perso un fratello, tra le altre cose – e il suo desiderio di riscatto. Dall'altra parte non vanno molto meglio le cose per Asa, ritenuto responsabile – in fondo a torto – per quanto avvenuto a Elon e in procinto di essere scacciato per sempre. Qualcuno capirà che ciò non deve avvenire, e lo aiuterà ad affrontare la sfida.

Lo scontro tra Lil Foster e Asa è il culmine di un episodio che tende a questo momento per tutta la sua durata. L'esito in fondo è molto prevedibile, e anche un po' forzato per come la serie ci racconta il momento, ma è comunque una sequenza d'impatto, che ci interessa seguire e che ci colpisce nelle sue conseguenze, e dopo appena due episodi non si poteva chiedere molto più di questo. Ancora ai margini la figura dell'agente Wade, che chiaramente non vuole dissuadere le autorità solo per motivi legati all'ordine pubblico, ma sembra invece coinvolto personalmente nella vicenda, anche se ancora non sappiamo bene come.

Da sottolineare anche la costruzione del rapporto tra Hasil e Sally-Ann. Poco più di una passeggiata scritta e interpretata in modo così naturale, quasi tenero, da raccontarci moltissimo sui personaggi, e poco di ciò che avremmo potuto immaginare. In particolare Hasil, che la scorsa settimana avremmo pensato di poter inquadrare con uno sguardo, e che invece ci sorprende con la sua delicatezza, il suo imbarazzo, il suo non sentirsi all'altezza. Orfano di Manhattan, cancellato la scorsa settimana, WGN America potrebbe aver trovato in Outsiders un degno sostituto nella sua programmazione originale.

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