Outcast vol. 2: Una vasta e infinita rovina, la recensione

Abbiamo recensito per voi il secondo volume di Outcast, opera di Robert Kirkman e Paul Azaceta edita da saldaPress

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Dopo gli eventi narrati nel primo volume (QUI la recensione), Outcast ritorna con un secondo, spettacolare arco narrativo, che va ad approfondire la complessa storia di Kyle Barnes e del suo ricco cast di comprimari, rispondendo ad alcune cruciali domande, per porne poi di nuove, potenzialmente ancora più grandi. Da sempre, il protagonista è una sorta di calamita umana in grado di attirare quasi magneticamente oscure presenze demoniache, provenienti da un piano dell'esistenza diverso da quello dei comuni mortali. Sin da bambino, Kyle ha dovuto fare i conti con la possessione dei propri cari da parte di esseri decisamente privi di buone intenzioni. Tutto è iniziato quando sua madre divenne l'avatar terreno di un male misterioso, dal quale è stata apparentemente liberata solo per passare il resto della sua esistenza in stato catatonico.

La stessa sorte è poi toccata ad Allison, ex moglie di Kyle: il demone che albergava nel suo corpo ha rischiato persino di uccidere il frutto dell'amore della coppia, la loro figliola di nome Amber. Il protagonista è però riuscito a salvare le due persone più importanti della sua vita, assumendosi inoltre la responsabilità di quanto accaduto e perciò perdendole. Da allora, Kyle è divenuto un reietto, isolandosi dalla vita sociale in maniera piuttosto decisa. Il caso (o forse no?) ha voluto però che l'uomo fosse moralmente obbligato a uscire dal suo guscio per salvare una nuova vittima di questi esseri, un piccolo bambino residente nella fittizia città di Rome e di nome Joshua. I "servizi" di Kyle sono stati infatti richiesti dal reverendo Anderson, un esorcista assolutamente sui generis che è stato abbastanza sveglio da capire che non avrebbe potuto affrontare questo male da solo, non questa volta.

L'esorcismo di Joshua, avvenuto con una metodologia piuttosto bizzarra, ha però rivelato verità nascoste: Kyle non è solo un reietto, ma è anche il Reietto, una figura in grado cambiare le variabili della sempiterna equazione che è la lotta tra il bene e il male. Se il "come" e i "perché" restano ancora avvolti nel mistero, quello che oggi sappiamo è che queste oscure creature sono legate a Kyle da un rapporto di odio/amore: hanno bisogno di lui, della sua essenza, per estendere il proprio dominio sul mondo, ma, allo stesso tempo, egli è colui che è in grado di fermarli, grazie a un potere nascosto che alberga dentro di lui. A dimostrare che quando si dice che piove sul bagnato spesso si ha ragione, in questo contesto già di per sé complesso ha fatto la sua apparizione il sibillino Sidney, all'apparenza un innocente vecchietto, che però è probabilmente il cuore pulsante di questa ondata di male.

Nel secondo volume di Outcast, intitolato Una vasta e infinita rovina, Kyle e Anderson porteranno avanti la loro solitaria crociata, scoprendo che le presenze loro nemiche sono ben più diffuse e radicate di quanto ci si potesse immaginare. La partita è dunque iniziata: oggi non sappiamo chi vincerà, ma sappiamo già che sarà una battaglia dura, lunga, e crudele.

La nuova serie Skybound/Image Comics di Robert Kirkman e Paul Azaceta, edita in Italia da saldaPress, si conferma uno dei fumetti horror più riusciti e atipici degli ultimi anni, dimostrando inoltre una progressiva crescita qualitativa, sia dal punto di vista narrativo che da quello grafico, fluida e progressiva. Kirkman è oramai un maestro nello scrivere "storie di ordinaria follia", vicissitudini di personaggi quanto mai umani (nel bene e nel male) che si trovano, nolenti, ad affrontare minacce impensabili e drammatiche.

La narrazione impostata dallo scrittore è ben dosata, sagace, in grado di sorprendere sì, ma mai in maniera gratuita. C'è una grande riflessione, uno studio attento dietro Outcast, e questo si traduce in un'emozionante epopea che mischia elementi narrativi horror molto fantasiosi a un contesto drammatico quanto mai reale, attuale e persino familiare. Questa serie è chiaramente impostata per avere un arco narrativo a lunga (forse lunghissima) gittata, e, in questo senso, l'autore fa tutti i passi giusti per costruire qualcosa di grosso partendo da solide fondamenta, così che la storia non possa crollare su se stessa: grande efficacia hanno dunque tutte le sotto-trame aperte riguardanti i personaggi comprimari, in primis quello di Megan la sorella di Kyle.

Altro punto di forza di Outcast è quello splendido artista chiamato Paul Azaceta, che, dopo tanto girovagare alla ricerca della storia giusta per il suo stile (che si è evoluto vertiginosamente) ma anche per la propria auto-realizzazione, ha trovato in questo progetto quello che più gli si confaceva. Se il tratto plastico, essenziale e realistico del disegnatore si dimostra perfetto per portare in scena l'umanità opposta alla mostruosità che è un po' il tema fondamentale della serie, Azaceta è sicuramente eccezionale nel saper realizzare lo storytelling perfetto per questo tipo di storia, contraddistinto da un taglio molto cinematografico e dinamico, fatto anche molto di silenzi e azioni, piuttosto che solo meramente di parole.

Inoltre, la scelta di inserire entro il filone narrativo principale quelli che gli autori amano definire "micro panel" (vignette di esigua dimensione che approfondiscono la narrazione primaria, fornendo dettagli e nuove prospettive) è davvero funzionale a creare un contesto a tutto tondo, senza sacrificare la fluidità della narrazione. Doveroso poi aggiungere che gli splendidi colori di Elizabeth Breitweiser rendono il tutto ancora più vivo: in pochi fumetti oltre questo le scelte cromatiche sono in grado di indirizzare e amplificare il "sentimento" della storia, riuscendo a facilitare la creazione di un filo emotivo con il lettore con grande naturalezza.

In conclusione, Outcast è semplicemente un gran, bel fumetto, che merita di essere letto da chiunque, perché in grado di rappresentare una storia horror moderna e diversa, ma validissima, rispetto al canone più tradizionale e inflazionato.

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