Outcast 2x10, "Senti la Luce": la recensione
Ecco la nostra recensione del season finale della seconda stagione Outcast, intitolato "Senti la Luce"
La vera battaglia finale in questo episodio è quella tra Kyle e suo padre Simon, un personaggio enigmatico, quasi oscuro e inquietante, seppur apparentemente dalla parte dei fari e della luce, disposto a tutto pur di portare a termine il suo lavoro. L'ambiguità quindi torna ancora come parola chiave di questa serie - non esistono estremi, linee ben delineate e punti precisi e chiari - Outcast è una sfumatura costante che abolisce ogni tipo di etichetta. Ma Kyle, colui che dovrebbe essere il protagonista, è tutto tranne che il centro della storia. Kyle Barnes non ci sa fare con lo schermo, non sa rompere le barriere e a causa di un lavoro troppo superficiale sul personaggio quello che traspare è poco, e questo non può che essere un elemento frustrante. E forse, a questo punto, il più grande difetto di Outcast è proprio "il lavoro sui personaggi", e perché no di conseguenza anche sugli attori. Funzionano per assurdo di più i personaggi secondari, a partire da Megan che inizialmente prigioniera di Blake riesce a regalare empatia allo spettatore a causa della sua condizione. In lei traspare quella voglia di rivalsa e di protezione nei confronti di sua figlia, quella la voglia di scappare da tutto e tutti, e quella determinazione riacquisita solo dopo aver toccato il fondo.
Purtroppo al pubblico non interessa ancora il reale scopo di questa setta di malvagi, né le intenzioni del Dottor Park, né a questo punto ci stupisce il fatto che, potenzialmente, la bambina di Megan possa essere segnata. Inoltre per episodi interi si è parlato di una persona importante, citata più volte anche da Sidney, una figura che per qualche istante abbiamo pensato potesse essere Dakota. E invece, in tutta fretta, scopriamo l'identità di un nono faro rimasto in vita dopo la mutilazione da parte di Helen. L'ennesimo elemento poco approfondito che si aggiunge ad una lista infinita di cose che avrebbero realmente potuto emozionare e che invece non l'hanno fatto. Martin poteva essere l'elemento chiave e di svolta di questo finale, così come il colpo di scena di Simon, che seppur interessante, non ha di certo sorpreso per inventiva. Simon sin dal primo momento è stato un personaggio fin troppo prevedibile e questo non ha aiutato. Ma era ovvio che lo scopo era tutt'altro. Per fortuna l'ultima sequenza, e il risveglio improvviso della madre di Kyle, hanno un po' risollevato la situazione. Ma la rinascita effettiva e definitiva è stata quella dell'oscurità che ha preso ancora una volta il sopravvento su tutto non lasciando scampo ai Fari. Il sacrifico che Simon aveva intenzione di commettere non è stato portato a termine, anche a causa della crudeltà della strategia stessa, e tutto rischia di confondersi ancora di più. Di buon auspicio per la terza stagione c'è il fatto che ormai tutti sono a conoscenza della verità, nessuno è escluso e nessuno deve essere indirizzato verso la luce o viceversa.Per confrontarvi con altri appassionati della saga, vi segnaliamo la pagina Outcast – Italia.