Outcast 2x07, "Via Di Qui": la recensione

Ecco la nostra recensione del settimo episodio della seconda stagione di Outcast, intitolato "Via Di Qui"

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La storia si ripete: Kyle non può lasciare Rome. Nonostante questa sia già la seconda volta che tenta, il reietto è intrappolato e non ha il permesso di uscire. Il suo lavoro non è finito e questo episodio di Outcast ne è la riprova definitiva. Lo sguardo di Patrick Fugit durante gli ultimi secondi dell'episodio è piuttosto emblematico e racconta il futuro, il presente e il passato di questa storia, che episodio dopo episodio, diventa sempre più avvincente. Rispetto alla fuga del finale della prima stagione, questa volta ci sono nuovi elementi in circolo e grazie al vecchio socio di suo padre, Kyle riesce a far fuggire sua figlia Amber insieme ad Allison. Sono piuttosto significative le fasi che la famiglia Barnes sta attraversando, così come è toccante la fiducia reciproca tra Kyle e Allison, due anime che in passato si sono dovute separare ingiustamente e che sentono il bisogno di doversi riunire, ora più che mai, con una nuova consapevolezza. Anche Megan finalmente vede un barlume di speranza, l'accenno di una futura rigenerazione. L'incontro con i Fari è l'ultimo passo che le serviva per andare avanti, per non darsi per spacciata. L'unica paura che le rimane è quella di un possibile ritorno, di quella scheggia che forse potrebbe essere rimasta nascosta in qualche angolo dell'anima. Ed è proprio la costante ambiguità che aleggia tra i cittadini di Rome che rende la situazione più contorta e interessante. Ma le parole di Dakota sono incisive, quasi rassicuranti, e automaticamente definiscono i ruoli come mai prima d'ora. I Fari sono effettivamente dei miracolati, hanno bevuto il male in tutta la sua essenza e successivamente hanno trovato la forza di rigettarlo via. Il gruppo usa questa forza per schermare un'entità malvagia sempre più prolifera, quell'entità che spaventa di più di coloro che la osannano.

La figura malvagia e inquietante di Sidney si sta infatti assopendo. È bastato un solo passo falso ed ecco lì che è spuntato un colpo di scena inaspettato, ma che aveva bisogno di palesarsi per poter portare la serie verso un livello successivo. La debolezza di Sidney si è trasformata nel cambio repentino del personaggio del Dottor Park, ora più duro e contrario alle idee del suo collaboratore. In un solo confronto tra i due abbiamo potuto collocare idealmente i personaggi appena citati (membri di un Consiglio decisamente poco spaventoso), uno più ancorato alle vecchie idee e l'altro volto al cambiamento. La fusione è una strada, ma non è l'unica. Sidney cerca di seguire il piano incompiuto di Helen ma al momento è ostacolato da un Consiglio che forse non ha più voglia di attendere. E allora intelligentemente gli autori hanno scelto di fargli percorrere un'altra strada e il suo rapimento sarà l'inizio di una nuova sezione di Outcast, forse più esplicativa del solito. O almeno questo è il nostro augurio; la differenza sostanziale tra la prima e la seconda stagione sta proprio nell'uso del tempo a disposizione. Se ci sono cose da raccontare, allora è meglio farlo con il ritmo giusto, senza avere paura di raccontare troppo o di andare avanti velocemente. Così come Sidney, anche Kyle sta ripercorrendo i passi di qualcun altro, e così come il suo avversario, anche Kyle sta avendo degli intoppi lungo il percorso. Ma al momento la sensazione è che il bene, se così vogliamo identificarlo, è in vantaggio rispetto al male.

Svolta interessante per Rose e per lo sceriffo Giles. Quest'ultimo dopo essere stato ingannato dalla detective Nunez, riceve un primo aiuto che è sintomo di un buon lavoro fatto in passato. La città si sta ormai dividendo in due parti e fortunatamente tutti coloro che non sono stati marchiati cominciano a pensare che possa esserci qualcosa di oscuro. Forse sarà proprio l'accettazione di questo male da parte di un individuo l'unico contraccettivo. Infine c'è Rose, colei che armata di coraggio sta attaccando come fosse un DDT, presa dalla voglia di reagire e di non farsi sopraffare ha osato più di chiunque altro, mettendo da parte la paura. Ed ecco qui che ritorna l'idea che l'antidoto perfetto sta proprio nell'accettazione.

Per confrontarvi con altri appassionati della saga, vi segnaliamo la pagina Outcast – Italia.

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