Outcast 1x03, "Al Sicuro": la recensione

Ecco la nostra recensione del terzo episodio della prima stagione di Outcast, intitolato "Al Sicuro"

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Spoiler Alert
Il disegno di Outcast si sta pian piano costruendo sempre di più. Al terzo episodio si cominciano a intravedere cifre stilistiche che collocano la serie all'interno di un suo gruppo di appartenenza ben preciso. Sicuramente il ritmo pacato e la passione per i dettagli sono due delle caratteristiche più riconoscibili degli autori e del team tecnico. Ancor più dell'episodio precedente i personaggi si delineano all'interno di un proprio schema ed è facile ormai intuire da che parte ognuno di loro si stia dirigendo.

Partiamo dal reverendo Anderson e da Kyle Barnes, che ormai non possiamo non associare mentalmente a una coppia di detective. I due, di nuovo in viaggio, si dirigono verso una nuova sfida: si tratta ancora una volta di una povera vittima di possessioni demoniache. Questa volta però il demone da mandare via è più scaltro, un'essenza più motivata che non si arrende alle prediche del reverendo e che non si spaventa dinanzi a un crocifisso. È una formula diversa del male che può tranquillamente pronunciare frasi sacre della Bibbia senza alcun timore.

La storia parallela dei due amici è particolarmente interessante specialmente perché il tema principale è quello di avere la forza di perdonare e di avere il privilegio e il coraggio di accettare che azioni del genere non sono state commesse volontariamente, nonostante Luke Masters abbia perso sua moglie a causa del suo migliore amico. Ma il porgere l'altra guancia, quindi quell'azione che odora di misericordia, spaventa in primis il nefasto demonio che non comprende affatto le opere dell'uomo fatte a fin di bene. In "All Alone Now", in italiano "Al Sicuro", si palesa maggiormente il difficile passato del reverendo, a partire dalla situazione di disagio della foto di suo figlio che perde accidentalmente durante il viaggio in macchina a causa di una zaffata di vento. Certamente è il suo legame particolare con Kyle che affascina maggiormente; il loro scontrarsi ma ancor di più le loro differenti ideologie e il motivo che li spinge ad andare ad aiutare il prossimo non è affatto lo stesso. Kyle è bloccato dagli eventi del suo passato ed è impaurito, ma allo stesso tempo invogliato a comprendere la provenienza di questa oscura presenza che ormai da anni lo perseguita. Più si va avanti e più si alimenta il suo bisogno di capire di che cosa si tratta, dal momento che viene chiamato per la prima volta "reietto".

Sarà avvincente capire come il resto delle storie avranno modo di intrecciarsi con quella principale

Tutto questo si alterna forse troppo frequentemente e in maniera disordinata con le storie degli altri personaggi. Infatti il più grande ostacolo di questo episodio a nostro parere risulta essere proprio il montaggio. Vengono solcate numerose strade, alcune troppo lentamente, altre in maniera approssimativa e altre sono poco comprensibili. È una serie che lavora sulla prospettiva degli eventi, sul futuro e sulle varie ipotesi che il pubblico si costruisce mentalmente durante la visione dell'episodio. Si continuano a posizionare mattoncini sopra mattoncini anche se attualmente siamo ancora tropo attaccati alla struttura in lavorazione per comprenderne la forma che vuole assumere. Ad esempio la storyline di Giles e della macabra indagine potrebbe avere qualcosa di stuzzicante ma è ancora tutto solo abbozzato, per questo non comprendiamo immediatamente il suo scopo nei confronti del piano generale della serie. La stessa identica cosa accade con sua moglie Megan, la sorellastra di Kyle, che chiaramente perseguitata da Donald Hamel perde ogni tipo di lucidità. Detto questo sarà avvincente capire come il resto delle storie avranno modo di intrecciarsi con quella principale; l'impressione che tutto possa essere collegato in un modo o nell'altro c'è ed è sicuramente una delle molte questioni che avremo piacere a vedere risolte.

L'episodio si conclude con la morte di Norville, il vicino di casa di Kyle. Un personaggio che nel primo episodio aveva dimostrato tenerezza e compassione nei confronti del ragazzo. Intuitivamente il suicidio sembrerebbe essere la causa del decesso ma in un momento in cui Kyle sa di essere perseguitato è difficile credere alle apparenze. In conclusione possiamo affermare che Outcast è certamente un prodotto molto interessante che si racconta tantissimo grazie agli ambienti freddi, cupi e claustrofobici della cittadina di Rome ma che ancora di più fa un lavoro notevole grazie all'impeccabile scrittura fatta sui personaggi piacevolmente trasformati in carne e ossa dalle pagine del fumetto.

Per confrontarvi con altri appassionati della saga, vi segnaliamo la pagina Outcast – Italia.

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