Outcast 1x02, "(I Remember) When She Loved Me": la recensione
Ecco la nostra recensione del secondo episodio della prima stagione di Outcast, intitolato: "(I Remember) When She Loved Me"
I momenti più interessanti sono proprio quei terribili scorci del passato che si muovono all'interno della casa di Kyle come degli spiriti. Il reietto si blocca e guarda un punto fisso, da quel momento parte nitido, come se decidesse di mettere play, il ricordo. L'immagine prodotta dall'inconscio che fa male, quella parte di vita che ha rotto ogni speranza di stabilità per un eventuale futuro. Ormai Kyle è una vittima degli eventi, quegli eventi che nessuno può capire e comprendere, se non il reverendo Anderson. Nonostante qualche spunto interessante l'episodio scorre in maniera parecchio pacata e non succede più di tanto, di certo l'intenzione era quella di far comprendere al pubblico il dolore del protagonista e la sua voglia, ormai sempre più palese, di un riscatto. Vuole indietro la sua famiglia e cercherà di fare di tutto pur di riottenere quel poco che ha costruito dopo gli eventi drammatici della sua adolescenza. La dimostrazione di quali sono i suoi obiettivi sono chiari attraverso i gesti più semplici, quelli più impulsivi e difficili da fare. A partire dal regalo per sua figlia dato di soppiatto grazie all'aiuto della sua sorellastra fino al momento in cui decide di voler riportare a casa sua madre dall'ospedale oramai però in uno stato catatonico.
Ad intensificare l'ansia provocata dai continui flashback disturbanti di Kyle ci pensa una storyline destinata alle indagini da parte dello sceriffo Giles e da Mark Holter. Anche qui, seppur la loro parte all'interno dell'episodio è differente e si discosta da quella principale, comunque rimane definita l'idea di dover comprendere cosa pensano i personaggi di Kyle. C'è sempre qualcuno che è pronto a credere e qualcuno che invece rimane chiuso nella sua idea. Il caso in sé è pieno di spunti per il futuro molto interessanti, gli autori pur non raccontandoci quasi nulla sono riusciti ad impressionare attraverso la colonna sonora e attraverso queste immagini molto forti degli animali appesi agli alberi e scuoiati vivi. Durante la loro ricerca c'è sempre il sentore che qualcuno gli stia osservando e questo è certamente un punto a favore per la serie, che già dopo soli due episodi si sa distinguere attraverso una sua identità specifica. Al momento è proprio questo alone misterioso che circonda Rome a funzionare più di tutto il resto.
Per confrontarvi con altri appassionati della saga, vi segnaliamo la pagina Outcast - Italia.