Ortone e il Mondo dei Chi


Primo adattamento riuscito di una storia di Dr. Seuss, Ortone e il Mondo dei Chi è un ottimo mix di grande animazione 3D, commedia slapstick e umorismo demenziale. Peccato per De Sica...

Mi occupo di Badtaste dal 2004 con l'aiuto di un grande team.


Condividi

Recensione a cura di Andrea

TitoloOrtone e il Mondo dei Chi
RegiaJimmy Hayward, Steve Martino
CastChristian de Sica (voce)Uscita18 aprile 2008
 

Per una volta, Dr. Seuss (vero nome Ted Geisel, morto nel 1991) può evitare di rivoltarsi nella tomba. Dopo i pessimi Il Grinch e Il Gatto e Il Cappello Matto, finalmente dall'adattamento di uno suo libro per bambini è uscito qualcosa di bello: Ortone e il Mondo dei Chi è uno dei pochi film di animazione (non Pixar) veramente riusciti degli ultimi tempi.   

Ortone è un simpatico elefante che un giorno sente un debole urlo provenire da un granello di polvere che gli passa accanto. Il granello in realtà ospita un intero mondo, abitato dai minuscoli Chi, che vivono nella città dei Chi non So governata dal Sinda-chi. Ortone, affezionatosi ai Chi, decide di portare il granello al sicuro, ma incontrerà non pochi ostacoli sul suo percorso.

Il canovaccio sembrerebbe semplicissimo, se non fosse che i protagonisti del film (e quindi le storie vere e proprie) sono due: Ortone e il Sinda-chi, ognuno impegnato a realizzare se stesso nel suo rispettivo Mondo. E questo forse è il dettaglio più interessante di una storia che per sua stessa natura è nata per scorrere liscia come l'olio (d'altronde è tratta da un libro per bambini): il continuo oscillare dal Mondo di Ortone a quello dei Chi funziona bene, anche se con trovate alquanto surreali (vedi il tubo che permette al Sinda-Chi di ascoltare Ortone), con un crescendo che, mano a mano che si avvicina la fine del film, intreccerà non solo la storia del Sinda-Chi a quella di Ortone, ma i due Mondi stessi.

Due imprese titaniche - Ortone che porta al sicuro il granello di polvere da un lato, e il Sinda-Chi che cerca di essere un bravo sindaco e un bravo padre dall'altra - che vengono raccontate in maniera irresistibile con un mix di comicità slapstick e trovate geniali (penso al ridicolissimo mostriciattolo rotondo che ha un che di inquietante, ma anche alla spassosa sequenza in stile anime). Merito, probabilmente, più del regista Jimmy Hayward (storico animatore della Pixar) che degli sceneggiatori Cinco Paul e Ken Daurio (all'attivo a Hollywood hanno praticamente solo Santa Clause 2).

Certo, troppe risate possono ovviamente portare dei problemi quando la situazione si fa più seria, ma il fatto è che in generale il film è impostato per essere prettamente comico (a tratti demenziale), quindi anche in potenziali cadute di tono riesce a reggersi bene (come nella brevissima canzone finale, che si salva grazie al mostriciattolo tondo di cui sopra).

Anche il messaggio di fondo del film è piuttosto innocuo (una persona è importante, non importa quanto piccola sia), e quando viene detto viene strillato in maniera scanzonata, quasi ironica. Certo, tutta la storia è permeata di un vaghissimo sentore sessista (il Sinda-Chi ha novantasei figlie, e un solo figlio maschio unico erede della carica di Sinda-Chi), ma c'è da dire che Seuss ha scritto e lavorato cinquant'anni fa, e poi si notano di più riferimenti sociali come la madre cangura reazionaria ossessionata dalla censura, o l'immagine forte della folla inferocita che tenta di linciare Ortone alla fine del film.

Tutto bene quindi? In generale sì, la versione in lingua originale (con Jim Carrey nel ruolo del Sinda-Chi, e uno straordinario Steve Carell nel ruolo di Ortone) può tranquillamente essere considerata come uno dei migliori film di animazione degli ultimi tempi, anche a livello tecnico (splendida la sequenza musicale durante il climax finale, che probabilmente varrà una nomination all'Oscar al sound design). La versione italiana, pur tradotta bene (geniale il nome dell'amico di Ortone, ovvero Mortone) invece ha un enorme problema: Christian de Sica come doppiatore di Ortone.

Ora, De Sica è un ottimo attore e riesce a dare il giusto tono surreale, innocente e vagamente idiota all'elefante, ma è francamente insopportabile il suo continuo sfociare nella parlata romana tanto da inserire, in certi punti, frasi tipiche del personaggio che interpreta in tutti i suoi film: una ingerenza inaccettabile nei dialoghi originali. E se Veronica Pivetti è ottima come Mamma Cangura, a Paolo Conticini come Sinda-Chi andava preferito il doppiatore ufficiale diJim Carrey, Roberto Pedicini (o addirittura Tonino Accolla) almeno per coerenza. 

Detto questo, Ortone e il Mondo dei Chi è un film da non perdere. 

Discutiamone nel Forum Cinema  

Continua a leggere su BadTaste