Orfani – Sam 7: La mossa della torre, la recensione
Recensione in anteprima di Orfani – Sam 7: La mossa della torre, pubblicato da Sergio Bonelli Editore
Dopo la pausa di tre mesi successiva al midseason, torna in edicola Orfani - Sam. In vista dell'uscita del settimo albo della sesta e ultima stagione, Sergio Bonelli Editore offre ai fan della serie un riassunto delle puntate precedenti più corposo della classica seconda di copertina in cui viene fatto il punto della situazione tramite i vari personaggi coinvolti.
Senza fare spoiler sull'albo, possiamo affermare che il lavoro degli sceneggiatori nello scrivere un'epopea classica di genere (intuibile confrontando titoli e copertine di questo e del prossimo numero) è preciso e puntuale. L'eroe ha un obiettivo chiaro, tutta una serie di ostacoli da superare per raggiungerlo e, accanto a sé, le figure tipiche che tradizionalmente ne accompagnano l'avventura. Il tutto è, in pieno rispetto della tradizione di Orfani, ibridato con la cultura pop degli ultimi trent'anni (da Stephen King a Matrix, passando per i film di Bruce Lee, i buddy movie americani e tanto altro) e con una gestione del ritmo molto affine ai videogame d'azione.
La portata dell'impresa acquisisce importanza tavola dopo tavola per la fedeltà all'incarico che l'eroe si è scelto, più che per le meccaniche della macro-storia e l'obiettivo in sé (che restano importantissimi). Questa scelta narrativa rende sicuramente l'albo interessante e coinvolgente, con le tempistiche del gesto disperato che rendono il tutto sicuramente più frenetico.
Gli altri personaggi, ormai comprimari che compiono le loro azioni come ingranaggi di un meccanismo più grande, vengono sicuramente messi in ombra dall'epopea di Ringo, restano ad assisterlo a un mondo di distanza; la caratterizzazione è quella tipica di chi osserva una situazione di pericolo con il peso di ogni possibile intervento che grava sulle sue mani.
Per quanto riguarda le tavole, l'unico aggettivo utilizzabile è "incredibili". Orfani ha viziato i suoi lettori con una qualità dei disegni altissima, sia dal punto di vista della narrazione fluida sia sotto il profilo della scelta dei vari stili da giustapporre, pagina dopo pagina. Il lavoro di Fabrizio des Dorides, Federico Vicentini e Luca Maresca è di alta qualità, con picchi di bellezza importanti.
Il valore aggiunto che rende questo albo tra i migliori non solo della stagione ma della testata in generale è sicuramente l'operato di Giovanna Niro. Focalizzandoci sulle sequenze che chiudono l'albo, dove colori caldi e freddi si scontrano in linea con quanto avviene nella storia e con una vittoria visiva devastante di uno dei due, è impossibile non restare folgorati da tanta bellezza ed epicità. A prescindere dal background culturale personale di ognuno, una grammatica visiva di questo tipo non può lasciare indifferenti.
Per quanto riguarda la copertina, firmata da Carmine Di Giandomenico e dalla stessa Niro, possiamo affermare che evoca alcuni toni dell'albo, sospesi tra l'onirico e il malinconico, promettendo al lettore un'esperienza sicuramente coinvolgente.
La mossa della torre è un ritorno d'impatto che spalanca le porte a un rush finale promettente. Il gancio con l'albo successivo è probabilmente uno dei più riusciti dell'intera saga: non inaspettato, anzi, ma squisitamente necessario per rendere il peso delle scelte dei personaggi. Ancora una volta, la freneticità si rivela un aspetto fondamentale per il funzionamento di Orfani, che fa dell'azione serrata il suo habitat naturale.