Orfani - Sam 5: Duello al sole, la recensione
Abbiamo recensito per voi Orfani - Sam 5: Duello al sole, penultimo albo della serie prima della pausa
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
A giudicare da Orfani – Sam 5: Duello al sole, la serie ne trarrà giovamento. Se la decisione di prendersi del tempo era già nell’aria (non lo sappiamo) ed è stata ponderata con la massima serenità e responsabilità da Sergio Bonelli Editore (ne siamo certi), il contenuto del brossurato giunto in edicola lo scorso 16 agosto può aver rappresentato un ruolo importante nella scelta finale.
In Duello al sole, tuttavia, parliamo di tre coloristi (cosa già accaduta in passato), Stefania Aquaro, Alessia Pastorello, Luca Saponti, e ben sei disegnatori (fatto mai accaduto prima), Antonello Becciu, Sergio Mancinelli, Luca Maresca, Alessio Moroni, Fernando Proietti e Mirko Treccani; sono davvero tanti per giustificare soltanto una logica estetico-narrativa, pare più che altro una decisione obbligata, al fine di garantire la consegna del volume alle stampe.
Becciu è autore di una prova straordinaria, lo scontro tra Ringo e Sam. Moroni dimostra un’invidiabile naturalezza con i brani incentrati sul pirata spaziale Cesar. Proietti denota grande personalità nel ritrarre comprimari del calibro di Jsana Juric, il governatore Garland e il generale Petrov. Treccani, infine, si esibisce in un divertente recap dell’intera saga. Quest'ultima parte, piacevole ma assolutamente superflua, si accaparra la bellezza di sei pagine e risulta emblematica in un albo montato all'insegna dell'emergenza.
Duello al sole, omonimo della spettacolare pellicola western diretta da King Vidor nel 1948, è un episodio di passaggio fatto di equilibri e compromessi spinti al limite. Bisogna raccontare ma farlo velocemente, senza rinunciare ad assestare colpi significativi, come la rivelazione del vero figlio di Ringo tra i pretendenti Rosa, Seba e Nuè. C’è tempo per soffermarsi solo sul confronto tra il clone dell’ex Pistolero e il cyborg della ex Mocciosa, violento, emozionante e con un'imprevedibile soluzione.
Il resto è decompressione, l’accentuazione degli elementi visivi rispetto a quelli testuali, l’attenzione posta su dettagli come le espressioni facciali e i gesti, l’estensione e la moltiplicazione di una vignetta, l’uso di primi piani e di montaggi quali la carrellata o la camera fissa; espedienti che “spalmano” la scena sulla pagina ed esigono più tavole di pronta elaborazione. Recchioni e Michele Monteleone ne padroneggiano la tecnica facendo di necessità virtù, riuscendo a imprimere ritmo e suggestione alla sceneggiatura. Orfani, però, ci ha abituato a qualcosa di più.