Orfani: Ringo 4 - Il Numero Quattro, la recensione

La seconda stagione di Orfani, Ringo, si conferma con questo quarto episodio imprevedibile, deliziosamente indecifrabile

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Roberto Recchioni aveva sentenziato a proposito del rilancio di Dylan Dog, battezzato con il titolo spartiacque Spazio Profondo, “Aspettatevi di tutto”. Per ora lo scrittore romano ha mantenuto senza riserve la promessa, ma soprattutto per quanto riguarda la creatura tutta sua e di Emiliano Mammucari: Orfani. La seconda stagione, Ringo, si conferma con questo quarto episodio, Il Numero Quattro, imprevedibile, indecifrabile. Aggettivi usati, sia chiaro, nel significato più positivo delle loro accezioni, in quanto il lettore viene spiazzato di volta in volta dal corso che prendono improvvisamente gli eventi e dal genere a cui si adatta la trama; tanto che al momento è impensabile definire ancora la prima testata regolare a colori Bonelli un fumetto di fantascienza.

Questa quarta uscita in cui Mauro Uzzeo firma la sceneggiatura e affianca Recchioni per il soggetto, è la storia più atipica e moderna mai apparsa su una serie della casa editrice milanese: è strepitosa in ambito grafico e cromatico, merito rispettivamente del talento di Alex Massacci e Alessia Pastorello, tant'è che non se la prenderà nessuno se definiremo questo albo uno dei più travolgenti, dal punto di vista estetico, di questi due anni di vita editoriale. Le suggestioni di tavola 37 e i lampi abbaglianti della 42 sono l'emblema di questa modernità che ha ormai staccato il biglietto per l'Europa, per l'America. L'incubo in cui finisce Nué, l'intervento di Ringo, l'intervallo sequenziale in cui tutto viene tradotto e narrato, il come e il dove nel rispetto della gabbia Bonelliana, sono parte di un prodigio di cui si può chiedere spiegazioni solo agli autori.

Gli ingredienti base, le materie prime di qualità, provengono da altre fonti, le più disparate: fumetto mainstream, d'avanguardia o d'élite. Ma la ricetta finale, il fusion, è tutto italiano e gustoso come non mai. Questa seconda stagione di Orfani è tutta da assaporare, da divorare. Buon appetito.

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