Orfani: Ringo 3 - Città aperta, la recensione

Abbiamo recensito in anteprima per voi il terzo numero di Orfani: Ringo, scritto da Roberto Recchioni e disegnato da Carlo Ambrosini

Condividi

Dopo gli eventi avvenuti presso Il Monte nel numero scorso (trovate la nostra recensione qui), in Orfani: Ringo 3 continua il drammatico viaggio del protagonista, assieme ai suoi tre protetti Seba, Rosa e Nuè, per l'Italia, in fuga dalle grinfie del Governo Straordinario di Crisi presieduto dalla Dottoressa Jsana Juric. L'impervio cammino dei personaggi, iniziato a Napoli, procede quasi a tentoni da sud a nord e sarà Roma la tappa di questo nuovo numero: la Capitale è oramai semi-deserta e abbandonata a sé: nelle periferie non si vede più anima viva e luoghi ricchi di fascino e storia, come il Colosseo, sono delle vere e proprie trappole, dove bande di ladri, stupratori, assassini e (forse) cannibali si nascondono, come ragni che attendono che la loro preda cada in trappola nella ragnatela. In ogni caso, il gruppo deve necessariamente fermarsi e trovare un po' di ristoro dopo le recenti e drammatiche vicissitudini, specie perché Nuè è ancora in uno stato di convalescenza, dopo la terribile ferita che gli è stata inferta nel numero 2.

Trovato rifugio in una palazzina apparentemente abbandonata, toccherà a Ringo e Seba andare alla ricerca di provviste e medicine, mentre a Rosa sarà affidato il compito di prendersi cura dell'infermo amico. La missione dei primi due, dopo non poche difficoltà, li porterà presso la basilica di San Pietro in Vaticano: questa è ora amministrata da una misteriosa donna, nome il codice La Signora, mente il territorio anti-stante la chiesa è ora divenuto un campo di grano. Nel frattempo, i due rimasti a leccarsi le ferite riceveranno una visita inattesa...

Ai testi, Roberto Recchioni conferma quanto di buono mostrato sin dal primo numero di Orfani: Ringo: abbandonato il taglio sci-fi e hi-tech, anche in questo nuovo capitolo la storia ha una presa più realistica, grazie a un corretto dosaggio dell'azione e della parte più introspettiva, quasi intimista, del racconto. Finalmente la corazza di un protagonista reso duro, cinico e disilluso dal tempo e dalla solitudine incomincia a mostrare i primi segni di cedimento: da un lato, Ringo inizia a dimostrare una certa affezione nei confronti dei tre ragazzi (uno dei quali è suo figlio) la cui vita gli è stata affidata Barbara, amore passato e perduto per sempre, dall'altro, l'Orfano sembra aver maturato anche una certa coscienza (negativa) di sé e delle sue azioni passate. Piano piano iniziamo a scoprire, infatti, cosa è accaduto al protagonista nel gap di tempo che va dalla fine di Orfani all'inizio di questa nuova avventura, aspetto che offre una chiave di lettura interessante in vista delle prossime puntate di questa seconda stagione dell'opera.. In sostanza, Recchioni, assieme a Emiliano Mammucari, Mauro Uzzeo e tutti gli altri artisti coinvolti in Orfani, sta realizzando il suo personale DMZ, con una spruzzata di Zone of the Enders.

Per la parte grafica, in questo numero scende in campo un pezzo di storia del fumetto italiano: Carlo Ambrosini. L'artista si dimostra estremamente a suo agio nel disegnare un racconto dal taglio futuristico e persino hi-tech (molto bello l'impatto visivo dei suoi Corvi). Ambrosini è inoltre un maestro nel rendere al meglio le architetture della Città Eterna, rese quasi fatiscenti dagli effetti del tempo in un futuro distopico. Allo stesso tempo, l'artista non rinuncia a disegnare i personaggi alla sua maniera, cioè improntati a un realismo anatomico fortemente espressivo: non manca, anche in questa storia, l'elemento erotico e sensuale caro al disegnatore, vero valore aggiunto di Orfani: Ringo 3.

In conclusione, l'opera del Team Orfani continua a crescere e a evolversi in maniera coerente e credibile, andando ad affrontare tematiche che, al primo numero della prima stagione, erano impensabili. Saper riuscire a sorprendere il lettore in maniera continuativa, carpendone al meglio l'interesse, è forse l'aspetto più vitale di qualsiasi opera di narrativa, a fumetti e non. E in questo gli autori riescono a pieno.

Continua a leggere su BadTaste