Orfani: Ringo 2 – Nulla per nulla, la recensione

Abbiamo recensito in anteprima il secondo numero di Orfani: Ringo intitolato "Nulla per nulla"

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


Condividi

Orfani riparte dalla seconda stagione e in particolare da questo secondo numero intitolato Nulla per nulla. Abbiamo aspettato questo albo per ricavare un'impressione più concreta di ciò che ci attende nel proseguo della serie ed è proprio in queste pagine che si comincia a delineare la trama del nuovo corso della creatura di Roberto Recchioni ed Emiliano Mammucari, di cui Ringo è ormai protagonista acclarato.

Orfani: Ringo 1, Ancora Vivo si apriva molto tempo dopo i fatti narrati nel finale della prima stagione, Rock ‘N Roll; l'ex Pistolero si era chiamato fuori dai giochi e il mondo era in mano alla dottoressa Juric, presidente del Governo Straordinario di Crisi: un regime totalitario in cui bugie e illusioni sono elargite a masse terrorizzate, prima da una falsa guerra aliena e poi da una fine catastrofica a cui nessuno sembra essere in grado di porre rimedio. L'unica speranza per la gente comune è vincere un biglietto della lotteria per lasciare la Terra in cerca di fortuna su un altro mondo.

Ringo torna in azione per amore della sua ex compagna, Barbara; con lei organizzò la resistenza e ora deve salvare il loro figlio di cui non sapeva nulla e che è stato catturato dai membri del micidiale corpo di agenti speciali creati dalla Juric: i Corvi. Loro prigionieri sono in tutto tre ragazzi, combattenti della rivoluzione e condannati a morte, ma Ringo non sa chi, tra loro, sia suo figlio. Un'astuzia della donna per costringerlo senza indugi e compromessi a liberare tutti. Il guerriero inizia così, con questa storia di cui Recchioni firma la sceneggiatura con Mauro Uzzeo, responsabile del soggetto, il suo viaggio per portare in salvo i suoi giovani compagni. È ancora orfano tra gli orfani, una condizione che non giustifica solamente l'intestazione della collana ma ne costituisce l'essenza tangibile del senso di abbandono, della mancanza di una vera appartenenza, che si trasforma in discriminante di forza e orgoglio e che diventa il collante per un'amicizia e una fiducia sincere in mezzo a una realtà di menzogne.

Chi ha amato i primi dodici episodi di Orfani sarà sbalordito da questo ciclo che imprime una svolta imprevista al passato ed è capace di offrire qualcosa di assolutamente inedito rispetto alle storie precedenti. Come dicono gli autori, non è necessario aver letto ciò che accaduto prima, ma coloro che lo hanno fatto si godranno appieno ciò che accade, perché Sam, Jonas, Raul e Juno, sono ancora in qualche modo della partita. Possiamo già affermare che la seconda stagione di Orfani non solo garantisce la stessa qualità della prima, ma la supera grazie a una formula che Recchioni sta applicando anche per Dylan Dog: la costituzione di un eccellente team creativo in cui a grandi nomi come lo stesso Mammucari (non ce ne voglia, ma peccato per la perdita di Massimo Carnevale alle copertine) o Carlo Ambrosini (che ammireremo il prossimo mese su Città Aperta), sono affiancati da giovani talenti come Luca Maresca, senza dimenticare la squadra di coloristi in questo albo rappresentata da Alessia Pastorello.

La solidità e il fascino della trama sono doti distintive di Roberto Recchioni, uno degli scrittori più eclettici del nostro panorama, che attraverso la fusione di elementi i più eterogenei (in questo Nulla per nulla c'è anche un omaggio a Ken il Guerriero), riesce sempre a creare qualcosa di originale e suggestivo. Come afferma uno dei suoi maestri, Tiziano Sclavi, parafrasando Pablo Picasso: “Il bravo autore copia. Quello grande, ruba”.

Continua a leggere su BadTaste