Orfani - Juric 3: La regina è morta, viva la regina, la recensione

Juric 3: La regina è morta, viva la regina è il pezzo finale del mosaico, un vero e proprio monumento a Jsana

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Orfani - Juric 3: La regina è morta, viva la regina, anteprima 01Il terzo e conclusivo capitolo di Juric, la quarta stagione di Orfani, regala una moltitudine di emozioni proprio come i numeri che l'hanno preceduto.

La “principessa” è ormai cresciuta e si appresta a diventare colei che regnerà sui destini del nostro pianeta e non solo. La rievocazione del suo passato ha in serbo le ultime, sconcertanti rivelazioni che arricchiscono di ulteriori sfumature questo personaggio già di per sé estremamente elaborato e poliedrico.

Jsana è una donna imprevedibile, ma, come ogni genio politico, anche in grado di prevedere nei minimi dettagli gli effetti dei propri atti e le reazioni che questi scatenano negli individui e nelle masse. Il suo agire non è immorale, bensì amorale, in quanto per lei non esistono principi da calpestare, solo risultati da ottenere.

La Juric è una sottile e perversa stratega abituata a condurre i giochi, non a subirli, ma quando ciò accade dimostra una capacità sovrumana di accertarne l'andamento e le conseguenze, di sfruttarli addirittura a proprio vantaggio, senza dimenticare - in seguito - di gustarsi la una terrificante rivincita. In fondo, come si suol dire, la vendetta è un piatto che va gustato freddo.

Eppure anche il suo animo forgiato nel fuoco del dolore, come nel gelo della solitudine, non è estraneo a cedimenti. Nella dodicenne Efia rivede tutta se stessa, cosa che la porta alla decisione di adottarla: una scelta saggia o azzardata? Quel che è certo è che anche questa volta saprà districarsi da una situazione fattasi al quanto spigolosa...

Orfani - Juric 3: La regina è morta, viva la regina, anteprima 02Con La regina è morta, viva la regina, Roberto Recchioni e Paola Barbato aggiungono il pezzo finale del mosaico completando un vero e proprio monumento - al di là del bene e del male - di Jsana Juric.

Questo fumetto non ha nulla di fantascientifico: non è un viaggio nell'oscurità del cosmo, ma in quella del nostro animo, che per suo limite o pregio è sempre in grado di stupire, spiazzare e sfuggire a qualunque giudizio definitivo.

L'essere umano non è mai pura luce o completa oscurità, né angelo né demone, ma sotteso tra queste due nature. È questo il tema che ci pare portante in tutta la saga, così potentemente espresso in Orfani - Juric, un'opera che offre una miriade di suggestioni, riflessioni e dubbi; come quello sul valore della verità che ci viene venduta da chi ci governa e dai professionisti dell'informazione in generale. Anche in questo caso le nostre certezze vengono scosse e messe alla prova: davvero la menzogna è sempre inutile, ingiusta e dannosa per un popolo, per uno stato?

Due stili di scrittura tanto diversi trovano un equilibrio e una coerenza piena nel contrasto tra il prologo e l'epilogo firmati da Recchioni e la storia principale siglata da una superba Barbato. Lo stesso accade per la parte grafica: quella sceneggiata dal co-creatore della serie è affidata al tratto ruvido, viscerale e orientaleggiante di Andrea Accardi, mentre quella dell'autrice lombarda ai colori di Andres Mossa e al segno più analitico, cinematografico e "americano" di Luca Casalanguida.

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