Orange voll. 1 – 5, la recensione

Orange è una splendida e limpida narrazione, un manifesto del sentire giovanile e dei rimpianti delle cose mai dette

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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L'adattamento anime di Orange ha esordito in Giappone lo scorso 3 luglio: è una buona occasione per parlarvi del manga di Ichigo Takano, pubblicato in patria da Futabasha e distribuito in Italia - tra novembre 2014 e febbraio 2016 - da Flashbook Edizioni. Per comprendere appieno il successo di questo shojo, la cosa più naturale da fare è recuperare tutti e cinque i tankobon della serie e immergersi tra le sue pagine. Verrete immediatamente sopraffatti dalla maestria con cui è stato realizzato, ne apprezzerete subito l'eleganza, la semplicità e l'efficacia della sceneggiatura, la cura dei testi e dei disegni.

Difficile individuare un vero protagonista di questo fumetto, che è nel profondo la vicenda di un gruppo di amici uniti da un legame intenso, speciale. La storia è incentrata su Kakeru Naruse, uno studente di provincia da poco trasferitosi a Tokyo, un ragazzo particolarmente introverso che ha sofferto e soffre ancora molto, ma che ha trovato supporto e affetto sincero conoscendo i nuovi compagni di scuola.

La dolce Naho Takamiya ne è rimasta particolarmente colpita e affascinata. All'inizio della vicenda è lei a ricevere una lettera dalla se stessa di dieci anni nel futuro, che contiene per filo e per segno gli avvenimenti che le accadranno nei mesi successivi, a partire dall'arrivo di Kakeru nella sua classe. Dopo un iniziale e comprensibile sconcerto, la giovane deve constatare che quanto scritto nella missiva coincide con i fatti che si susseguono e avverano nel breve periodo. Viene quindi sconvolta dalla rivelazione principale contenuta tra le righe: l'imminente morte di Kakeru. L'epistola è infatti un disperato appello per scongiurare il tragico epilogo, cercare in qualche modo di evitarlo. Contiene i suoi stessi suggerimenti, i consigli per modificare momenti cruciali del loro rapporto e che potrebbero imprimere una svolta diversa agli eventi.

Naho non è sola in questo; è parte di un affiatata e variegata combriccola, composta dal generoso e solare Hiroto Suwa, dall'esuberante Azusa Murasaka, dall'aristocratica Takako Chino e dall'otaku Saku Hagita, tutti pronti a condividere con lei le sue preoccupazioni e la missione che è chiamata a compiere: salvare la vita di Kakeru. Nel mondo di Orange è possibile modificare una linea temporale agendo sul passato. Non esistono paradossi: il flusso cronologico si scinderà all'istante dell'intervento, dando luogo a due distinte realtà, quella conosciuta - in cui il ragazzo non c'è più - e quella alternativa, in cui sarà ancora presente e insieme a loro.

Anche se le meccaniche di come la lettera sia giunta fino alla sedicenne dalla sua versione di dieci anni più grande non vengono mai ben precisate, non è la componente fantascientifica l'elemento cruciale del racconto. I sentimenti sono più forti delle leggi della Fisica e possono attraversare ogni vincolo, ogni barriera creduta insormontabile.

Orange è una splendida e limpida narrazione dei primi amori, dei turbamenti della pubertà. Indaga le difficoltà nell'esprimerli e controllarli, nel dichiararsi all'altra metà del cielo. È un manifesto del sentire giovanile, dei rimpianti delle cose mai dette, il tentativo di vincere l'insicurezza, la goffaggine che abbiamo provato tutti negli anni più belli della nostra esistenza. È tuttavia un'esortazione a vincere la propria timidezza, i propri fantasmi, a crescere e maturare.

La Takano - con la delicatezza e il candore che può appartenere solo a un animo femminile - dimostra un'empatia straordinaria con i suoi personaggi e la loro generazione, una sensibilità unica nel descriverla. Il suo tratto pulito, elegante ed espressivo è capace di regalarci uno spaccato straordinario che avvolge il giovane lettore e trasporta malinconicamente indietro quello adulto.

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