Onrush, un racing game tanto nostalgico, quanto innovativo – Recensione

Adrenalinico, divertente, unico nel suo genere: la recensione di Onrush

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Onrush è un gioco che profuma di vecchio, di una particolare fragranza che non potrà che mandare in brodo di giuggiole i videogiocatori più attempati, gli stessi che da un po’ di tempo a questa parte sono alla disperata ricerca di un racing game coraggioso e sfrontato. La creatura di Codemasters, paradossalmente, ricordando tanti (non)classici del passato, ha la sfacciataggine di proporre qualcosa di nuovo, di fregiarsi di una formula a suo modo unica, rivoluzionaria, irriverente verso le regole basilari del genere a cui si rifà.

C’è tanto di Motorstorm, di Excite Truck, del sottovalutato Split/Second: Velocity, ma anche di produzioni meno attinenti come Need For Speed: Underground, SSX, addirittura dei vecchi NBA Street. Gameplay, art design, ma anche fotografia e atmosfera che si respira semplicemente navigando tra i menù, rimandano a tante produzioni dei primi anni ’00, quando, tra auto da “pimpare” e medaglioni grandi quanto un pugno da ostentare, fare il “tamarro” era un modo per palesare ed evidenziare la propria presenza nel mondo.

[caption id="attachment_185889" align="aligncenter" width="1000"]Onrush screenshot Vincendo le gare, otterrete credito spendibile per acquistare nuovi mezzi, uniformi per il pilota ed esultanze.[/caption]

Onrush, sulle prime, sembra uno strano spin-off dell’ultimo film della saga di Mad Max. Abbondano i personaggi freak, i veicoli off-road equipaggiati di ogni sorta di alettone e minigonna, competizioni dove regna il caos più totale, come se l’unico obiettivo da perseguire fosse quello di distruggere i propri avversari, piuttosto che di strappare il tempo su giro migliore.

Ed è esattamente così. Onrush è un po’ come Rocket League: si serve delle automobili, ma non c’è alcun traguardo da raggiungere prima degli altri. Piuttosto impegna l’utente in una lunga serie di competizioni, in singolo ma soprattutto online, in cui, per un motivo o per l’altro, è fondamentale cercare il contatto con i mezzi avversari.

La divinità a cui sacrificare la propria vita è il turbo, strumento che vi garantirà la vittoria e il predominio in pista. Per accumularlo basta rischiare l’osso del collo sfiorando gli ostacoli, compiendo acrobazie in volo, distruggendo le vetture neutrali, totalmente incapaci di resistere agli assalti di chi li mette nel mirino, o i veicoli della squadra avversaria.

Non sarete lupi solitari a caccia della vittoria. Sia offline, dove sarete affiancati da compagni di squadra gestiti da una buona I.A., che online, contro avversari umani naturalmente, ogni gara vedrà contrapposti due team composti da sei membri."La divinità a cui sacrificare la propria vita è il turbo, strumento che vi garantirà la vittoria e il predominio in pista"

La battaglia vera e propria comincia ai box, scegliendo con che mezzo presentarsi ai nastri di partenza. Tra moto, buggy e fuoristrada, ognuno è caratterizzato da statistiche di velocità e accelerazione specifiche, ma soprattutto da un ventaglio di bonus, per lo più passivi, che influenzeranno il vostro ruolo all’interno della squadra. Ai comandi di un mezzo che può ricaricare il turbo degli alleati, dovrete cercare di restare il più possibile nel mezzo del gruppo, evitando le scorribande solitarie. Con un mezzo corazzato dovrete preoccuparvi di travolgere più macchine avversarie possibile. Ai comandi di una moto potrete esibirvi in strepitosi trick che rimpinzeranno la vostra scorta di turbo.

Non si sceglie solo in base alle proprie preferenze, o per equilibrare il team di cui si è parte. Anche il tipo di gara che si sta per affrontare ha il suo peso nella selezione del veicolo.

Come già anticipato, non vince chi taglia per primo il traguardo. In certe competizioni dovrete accumulare e quindi usare più turbo degli avversari, in altre raggiungere una serie di checkpoint prima che il tempo a disposizione scada, non manca nemmeno una sorta di deathmatch con respawn limitati.

Le piste, 12 in tutto, non brillano particolarmente per track design, questo è sicuramente il difetto maggiore di Onrush, ma vantano un numero sufficiente di ostacoli, burroni e sentieri alternativi da contribuire attivamente al crearsi di quel ritmo forsennato che rende tanto speciale ed unico questo gioco.

Se già le meccaniche che lo regolano donano un retrogusto inedito all’esperienza, sono le partite vere e proprie a risucchiare l’utente in un vortice fatto di “ultime partite”. Vuoi per la velocità d’azione, vuoi per l’adrenalina che regala il disintegrare il mezzo di un avversario, si passa la maggior parte del tempo a martellare come pazzi il pulsante del turbo, senza mai staccare il dito dal trigger che attiva l’acceleratore.

Manco a dirlo, i tracciati non impegnano, né pretendono di esibirsi in pregevoli staccate, a caccia della traiettoria migliore. Il focus è tutto sugli ostacoli da evitare all’ultimo secondo e sui nemici da abbattere, tagliandogli la strada o atterrandogli sopra dopo un lunghissimo salto.

[caption id="attachment_185888" align="aligncenter" width="1000"]Onrush screenshot In pista c’è poco tempo per pensare. Avere i riflessi pronti vi salverà spesso e volentieri da un rovinoso frontale con un albero.[/caption]

Semplicemente imperdibile per gli amanti dei racing arcade vecchio stampo, Onrush spiazza tutti con una formula inedita ed efficacissima. Manca un pizzico di coraggio nel track design, né il comparto grafico può dirsi esente da pecche, ma siamo di fronte ad un titolo genuinamente divertente e assuefacente. Ricco di modalità e sbloccabili, farà la gioia del giocatore singolo, ma solo online scoprirete quanto è soddisfacente avere la meglio in una gara combattuta sino all’ultimo secondo.

Possiamo dirlo senza alcun dubbio: Codemasters ha nuovamente fatto centro.

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