One Piece: Pirate Warriors 4 è il ritorno in grande stile dei pirati di Eiichiro Oda | Recensione

One Piece: Pirate Warriors 4 è un titolo che gli appassionati del manga creato da Eiichiro Oda dovrebbero possedere a tutti i costi

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ONE PIECE: PIRATE WARRIORS 4 È IL RITORNO IN GRANDE STILE DEI PIRATI DI EIICHIRO ODA | RECENSIONE

Quando si parla di un manga di successo, non si può non pensare a One Piece: campione di vendite con oltre 450 milioni di copie alle spalle (e pensate che i Rolling Stones, in tutta la loro carriera, hanno venduto circa 250 milioni di dischi, paragone che lascia il tempo che trova ma che, forse, rende l’idea), bestia rara in grado di entrare nelle case degli appassionati sotto forma di magliette, giocattoli, tazze, portachiavi, zerbini, bibite gassate e - appunto - videogiochi, il manga di Eiichiro Oda è riuscito a conquistare i cuori dei lettori con oltre vent’anni di narrazione a cadenza settimanale, personaggi memorabili, trame complesse e colpi al cuore. 

Emozioni che il più recente gioco dedicato alla ciurma di Cappello di Paglia, ovvero One Piece: Pirate Warriors 4, un musou realizzato dai ragazzi di Omega Force, non mancherà di ricordarvi, servendovele in un piatto da portata insieme a una buona dose di cazzotti e a una manciata di fanservice

La trama del nuovo Pirate Warriors, a questo proposito, si concede il lusso di saltare a piedi pari da una saga all’altra, prendendosi la libertà di farvi giocare gli archi narrativi più iconici della serie e di riassumere le parti non essenziali con qualche minuto di cutscene. Si comincia con Alabasta, omettendo i primi venti tankōbon del manga, per proseguire con Water Seven/Enies Lobby e con la saga di Sabaody/Marineford (con un taglio su Amazon Lily e Impel Down). Niente Skypiea, niente Thriller BarkMare Orientale, così come - dopo il time skip di due anni, fedelmente riportato anche nel gioco - niente Isola degli Uomini Pesce o Punk Hazard. Badate bene, stiamo parlando di tagli a location e trame che non si sarebbero sposate alla perfezione con l’identità del gioco stesso, visto che in alcuni casi ricreare le orde tipiche dei musou sarebbe risultato forzato e poco credibile, ma proprio per questo motivo avremmo preferito partire direttamente dal Nuovo Mondo senza dover rivivere per l’ennesima volta la storia della prima metà del manga, in favore di un approfondimento maggiore su alcune sezioni dedicate alla seconda parte dell’opera di Oda. 

In tutta onestà, c’è da dire che le due saghe inedite di One Piece: Pirate Warriors 4, ovvero Whole Cake Island e la saga del Paese di Wa, sono state trattate con i guanti, con un generoso numero di missioni, nuovi personaggi e un finale esclusivo del gioco che conclude degnamente le vicende raccontate in questa versione dell’epopea di Rufy e compagni (visto che, al momento, nel manga, lo scontro con Kaido è ben lontano dalla sua conclusione). 

Proprio per le motivazioni raccontate qui sopra, quindi, One Piece: Pirate Warriors 4 è un titolo dedicato solamente ai fan della saga, a differenza dei precedenti Pirate Warriors, i quali presentavano un bignami di tutte le avventure del manga raccolte in maniera metodica, o del poco riuscito One Piece World Seeker che tentava di proporre una storia inedita. È anche vero che - a dirla tutta - il piatto forte della produzione non è di certo il comparto narrativo, quanto il puro e semplice combattimento. Da questo punto di vista, One Piece: Pirate Warriors 4 soddisfa enormemente le aspettative, scalando rapidamente la vetta e posizionandosi in cima alla classifica dei musou migliori sulla piazza

Il gameplay di questo capitolo è lo stesso di tutti i musou: molti nemici su schermo da sballottare ovunque e abbattere come birilli, mosse speciali e combo. Le missioni di ogni saga, dalle quattro alle sei per ogni arco narrativo, sono tutte uguali, e chiedono di raggiungere determinati punti e obiettivi nella mappa o di sconfiggere qualche nemico in particolare. Come ogni musou, appunto. Facendovi strada tra un nemico e l’altro potrà capitarvi d’imbattervi in qualche breve missione secondaria, come aiutare Nami a recuperare un tesoro o dare manforte a Boa Hancock nell’abbattere un Pacifista, e di scontrarvi con boss e mini-boss che, tra l'altro, spesso rappresentano alcuni degli obiettivi chiave di ogni missione.

Parlando proprio dei nemici di alto rango, questi incarnano senza dubbio la chiave adottata da Omega Force per cercare di spezzare un minimo la ripetitività insita nel gioco e nel suo genere di appartenenza. Dotati di armature da sgretolare a suon di combo e di qualche buona mossa in grado (raramente) di cogliervi alla sprovvista, i boss sono legati a doppio filo con la narrativa e con la lore di One Piece: ecco, quindi, che nemici giganti come Big Mom o potenti ammiragli come Kizaru sono decisamente più difficili da mandare al tappeto rispetto a boss minori come Tashigi, i Pacifisti o Garp, per citarne giusto qualcuno, in un’escalation coinvolgente, immersiva e divertente che contribuisce a mettere del pepe nel piattume generale di un genere fatto di semplici combo e button smashing. 

L’aspetto migliore di Pirate Warriors 4, invece, è assolutamente da ricercarsi nei personaggi e nella loro progressione, un lavoro eccellente da parte degli sviluppatori che riesce - addirittura - ad addolcire e a rendere più piacevoli le lunghe e ripetitive sessioni di gioco descritte poco sopra, complice un roster di oltre 40 personaggi giocabili. Eroi e villain suddivisi in quattro differenti tipi - potente, veloce, volante e tecnico - in grado di vivacizzare l’esperienza ludica e di renderla decisamente differente in base al personaggio selezionato. Guerrieri potenti come Zoro, per esempio, possono infliggere un numero elevato di danni lanciando i nemici contro elementi dello scenario (in buona parte distruttibili) e di creare onde d’urto che vanno a danneggiare i minion nei dintorni. Al contrario, pirati volanti come Crocodile hanno la capacità di librarsi a mezz’aria e di spremere la barra della resistenza in un’unica volta, percorrendo lunghi tratti a gran velocità. Eroi come Rufy, invece, possono passare da un tipo all’altro semplicemente attivando una mossa speciale, utilizzando il Gear Second per passare al tipo veloce o il Gear Fourth per trasformarsi in tipo volante. 

Rispetto al passato, i personaggi possono equipaggiare quattro mosse speciali alla volta, che si ricaricano facendo piazza pulita delle orde di nemici e attivabili con una semplice combinazione di tasti, capaci di sfoderare attacchi tanto devastanti quanto iconici. Le mosse speciali si dividono in diverse categorie, tra attacchi ad area, attacchi aerei, colpi mirati, power-up e via dicendo, e occorrerà un minimo (ma proprio un minimo) di strategia per costruire una build in grado di adattarsi perfettamente a diversi scenari. 

Per personalizzare il proprio pirata e per modellarlo al proprio stile di gioco entrano in campo anche le abilità passive, equipaggibili in alcuni slot specifici prima di entrare in missione per conferire dei bonus agli attacchi leggeri e pesanti o per ottenere potenziamenti mirati (come l’aumento della difesa man mano che la salute scende o la possibilità di ottenere Berry in quantità maggiore dai nemici sconfitti).

Tanto le abilità quanto le mosse speciali possono essere acquisite e potenziate attraverso un sistema di crescita “a isole” che ricorda da vicino la mappatura di un Log Pose. In One Piece: Pirate Warriors 4 il grinding c’è, anche se ridotto all'osso (per fortuna), con personaggi che possono maturare tutti insieme grazie a una Mappa della Ciurma, la quale andrà a migliorare e far salire di livello indistintamente tutti i componenti del roster, e - in seconda battuta - grazie a due mappe dedicate a ogni singolo eroe, con le quali andare a intervenire sulle statistiche peculiari di ognuno e ottenere mosse e abilità, in cambio di Berry e gettoni consumabili raccattabili qui e lì durante le missioni. Un sistema certamente soddisfacente votato al divertimento e alla personalizzazione, più che alla ricerca frustrante di esperienza. 

Oltre a una trama principale che richiede una ventina di ore per essere portata a termine, One Piece: Pirate Warriors 4 mette a disposizione un Diario Libero nel quale giocare in totale libertà, il Diario del Tesoro, una modalità ben più tosta con missioni dalla difficoltà crescente in grado di impegnarvi non poco, e un comparto multiplayer online che vi permette di giocare con gli amici e di aiutarli nelle missioni da completare. 

Dal punto di vista tecnico, purtroppo, Pirate Warriors 4 mostra il fianco a qualche problema di troppo, soprattutto nella gestione caotica della telecamera che spesso e volentieri si incastra da qualche parte impedendovi una visuale corretta dell’azione. Se è vero che la frenesia del musou e il numero di elementi a schermo non influiscono minimamente sulla fluidità del gioco, con i fotogrammi ben saldi sui 30 fps al secondo almeno, ci pensano dei modelli poligonali non esaltanti e delle texture spesso a dir poco datate a sporcare un colpo d’occhio che, tutto sommato, nella sua proposta colorata e movimentata, non dispiace. 

Al netto di una soluzione narrativa fatta di taglia e cuci e dei problemi tecnici descritti qui sopra, One Piece: Pirate Warriors 4 è un gioco capace di estasiare i fan della serie, un titolo da possedere a tutti i costi per chi apprezza l’universo creato da Eiichiro Oda e da chi non disdegna i musou, a maggior ragione considerando che questo Pirate Warriors 4 si pone a tutti gli effetti uno dei migliori esponenti del genere. Grazie a personaggi perfettamente riprodotti, tanto nelle caratteristiche peculiari quanto nella giocabilità, questa nuova incarnazione videoludica di One Piece segna il ritorno in grande stile della saga piratesca su PlayStation 4, Xbox One, PC e Nintendo Switch, con tutte le carte in tavola per riconquistare la fiducia degli appassionati dopo un paio di passi falsi.

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