One Piece Odyssey, il mistero di Waford e la maledizione di Luffy | Recensione

Seppur con qualche incertezza, con One Piece Odyssey, ILCA tramuta le avventure di Luffy e soci in un gioco di ruolo convincente

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Con One Piece Odyssey, ILCA è chiamata all'arduo compito di tramutare le avventure di Luffy e soci in un gioco di ruolo convincente. Forti della cooperazione nello sviluppo di Dragon Quest XI e del più recente remake di Pokémon Diamante Lucente e Pokémon Perla Splendente, il team vanta un buon curriculum in questa particolare categoria di videogiochi. Non si tratta però del primo gioco di ruolo dedicato ai pirati di Eiichiro Oda. Specialmente nella generazione 3DS e Wii, infatti, molti dev avevano già esplorato questa strada, purtroppo senza mai brillare. Una sfortuna che a quanto pare accomuna tutte le produzioni videoludiche dedicate ai pirati di Cappello di Paglia.

Il 2022 è stato un anno eccezionale per One Piece. Un film campione d'incassi, il manga che supera il centesimo volume, l'anime che trova una nuova casa su Crunchyroll (dove è disponibile integralmente) e un successo che non accenna a diminuire, nonostante lo stesso Oda abbia più volte dichiarato di essere in prossimità della fine del viaggio.

Ora, con One Piece Odyssey, si cerca di continuare questa linea di successi del brand anche nel 2023. Disponibile da venerdì, 13 gennaio, su PlayStation 5, Xbox Series X ed S, PlayStation 4, Xbox One e PC, ecco cosa vi aspetta nell'ultima avventura videoludica di Luffy.

La memoria inganna

Prima di parlare della trama di One Piece Odyssey, è necessario fare una piccola nota sulla canonicità delle opere ombrello dedicate a questo franchise. Si tratta di una specifica che va fatta ogni volta, soprattutto per come concepiamo la canonicità in occidente. Come accade per i film, tutte le opere parallele al manga si muovono su una linea sottile di cui abbiamo parlato con il regista di One Piece Film: Red. Se vi approccerete al gioco quindi, non fatevi troppi problemi riguardo il momento in cui è ambientato, anche perché non esiste un'esatta collocazione temporale.

Durante una giornata di viaggio all'apparenza tranquilla, Luffy e ciurma vengono infatti sbalzati dalla knock up stream sull'isola leggendaria di Waford, da tempo data per perduta. La Thousand Sunny è quasi affondata e il corpo di Brook con lei, mentre la ciurma di Cappello di Paglia cerca di trovare una soluzione a tutti questi inaspettati problemi. La loro strada si incrocia con la silenziosa Lim che, con un semplice tocco della mano, li priva  di ogni singolo potere lasciandoli inermi in balia di un enorme colosso infuocato.

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A salvare il gruppo di pirati ci pensa l'esploratore Adio Suerte, che fisicamente ricorda un nativo di Skypea. L'uomo gli svela che le abilità sono state sparse per tutta l'isola all'interno di cubi speciali. Non tutti i cubi però reagiscono al tocco, altri andranno attivati a Memoria, sempre grazie all'aiuto di Lim. Si tratta di un luogo onirico in cui Luffy potrà rivivere le sue vecchie esperienze e battaglie.

Per poter proseguire il viaggio, recuperare le abilità perdute e al contempo scoprire il segreto di Adio e di Waford, Luffy e compagni dovranno dare il meglio di sé ripercorrendo i momenti più pericolosi e dolorosi delle proprie avventure. Da Alabasta a Marineford, passando per Dressrosa e Water Seven, i mondi ricreati da Lim grazie alla memoria dei nostri protagonisti spesso nascondono dei cambi di trama, perché i ricordi sono labili e  ingannevoli.

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Questi stratagemmi narrativi invitano anche coloro che sanno a memoria la storia di Luffy a riaffrontare le sequenze temporali passate, per scoprire cosa è stato cambiato e come. Si tratta di what if innocui, che, come più volte ripetuto anche nel gioco stesso, non modificheranno la realtà e il passato dei protagonisti. Ma al tempo stesso, è l'occasione di ILCA di immaginare cosa sarebbe successo se Luffy avesse salvato Ace, o se Corazon non fosse mai morto. Certo, alcune trovate ci sono sembrate al limite della fan fiction e lo zoccolo duro dei fan di One Piece probabilmente le boccerà a prescindere. Per gli altri però, saranno dei piacevoli intermezzi nella storia di Adio e Lim, meno scontata di quanto sembrava dai trailer.

One Piece Odyssey: a tu per tu con la ciurma

Messa da parte l'aspetto narrativo però, ci troviamo di fronte a un gioco di ruolo a turni veramente convincente. Sfruttando il proprio curriculum, ILCA propone una serie di scontri ad area in cui 4 membri della ciurma verranno sparpagliati contro gruppi di bestie nemiche. Ogni pirata ha la sua capacità, i propri poteri speciali e abilità uniche. In ogni momento durante la battaglia è possibile cambiare la formazione per far scendere in campo il Nakama con il potere più adeguato. Questo sistema incentiva un continuo ricambio per sfruttare a proprio vantaggio le caratteristiche speciali di ogni personaggio, approfittando delle debolezze degli avversari per infliggere un bastimento carico di danni.

L'unica pecca di questo aspetto del gioco, nonostante le bellissime animazioni delle mosse dei Mugiwara, sta nel tipo di nemici affrontati. Per quasi tre quarti dell'avventura infatti, in One Piece Odyssey affronteremo solamente animali e bestie antropomorfe. Il che richiama molto l'universo di Dragon Quest, ma al tempo stesso stona con il mondo piratesco di Oda. Il design delle creature è, come quello di Adio e Lim, curato dallo stesso Oda e richiama spesso gli animali visibili nelle mini-avventure all'inizio di ogni capitolo del manga.

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Uno dei difetti principali di World Seeker era il non permetterci di utilizzare il resto della ciurma. Si era poi corsi ai ripari con i DLC successivi, ma  l'avventura principale ci obbligava ad usare solamente il capitano. One Piece Odyssey invece dà a ogni membro (o quasi) il suo momento per brillare, permettendoci di esplorare Waford col protagonista che più ci aggrada. Anche nelle fasi esplorative, ogni pirata ha le proprie capacità peculiari sebbene molto basilari: Zoro taglia gli ostacoli, Usopp colpisce elementi lontani, Chopper si infila nei pertugi e Sanji ha fiuto per eventuali ingredienti da cucinare. Si tratta di meccaniche basilari nel genere dei giochi di ruolo, ma che fa piacere ritrovare nel mondo di One Piece.

La maledizione di Luffy

Quella che invece purtroppo resta sempre mediocre è la capacità di movimento dello stesso Luffy. Sebbene in Odyssey si possa afferrare gli oggetti da lontano o appendersi a eventuali bordi, l'esplorazione resta sempre straniante a causa di muri invisibili e ostacoli che non dovrebbero essere insormontabili dal futuro Re dei Pirati.

Un burrone di qualche metro non è nulla di troppo pericoloso per un essere fatto di gomma. Un uomo che ricordiamo è capace di allungarsi a piacimento. Questi piccoli limiti all'esplorazione mandano in fumo la sospensione dell'incredulità, nonostante siano anche parzialmente giustificate dalla perdita dei ricordi.

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Un passo avanti verso il tesoro

One Piece Odyssey è un passo avanti verso la direzione giusta, ed è facilmente in grado di regalare oltre una trentina d'ore di divertimento. Scoprire i segreti di Waford e riportare a galla alcuni dei ricordi più belli della saga è il giusto antipasto a questo 2023 ricco di nuove uscite. Peccato per la quasi totale assenza di supporto al Dualsense, che si limita a una banale vibrazione. Anche tecnicamente ci troviamo di fronte a un buon lavoro, soprattutto nei modelli 3D dei personaggi e dei mostri. Un risultato che prosegue quanto di buono fatto in passato dagli altri titoli dedicati alla saga. Il cast vocale può contare, come sempre, sulle voci dell'anime, mentre i testi di gioco sono tutti tradotti e adattati in un ottimo italiano.

One Piece Odyssey viene da cinque anni di sviluppo che, fortunatamente, si notano nel gioco completo. Ci siamo trovati davanti un titolo decisamente più riuscito dell'ultimo World Seeker, ambizioso ma privo di quel guizzo necessario a entrare nel cuore degli appassionati. Mentre aspettate venerdì, potete farvi un'ulteriore idea con la demo del gioco, disponibile su tutte le piattaforme.

Seppur con qualche incertezza, con One Piece Odyssey ILCA tramuta le avventure di Luffy e soci in un gioco di ruolo solido e bello da vedere. Forse non si tratta ancora del miglior gioco di One Piece, ma sicuramente un buon passo verso la giusta rotta.

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